Banda della Magliana: differenze tra le versioni

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==== Gruppo della Magliana ====
 
* [[Maurizio Abbatino]], detto ''Crispino''. Nato nel cuore della Magliana vecchia, prima dell'incontro con Giuseppucci era già a capo, pur giovanissimo, di una ''batteria'' di malavitosi di quartiere specializzata in rapine. Arrestato nel [[1972]] e nel [[1974]], prima per furto e resistenza a pubblico ufficiale e poi per duplice omicidio (assolto per insufficienza di prove)
* [[Marcello Colafigli]], detto ''Marcellone''. Amico fraterno di Giuseppucci, con cui spesso si ritrova in una ''batteria'' dedita alle rapine, è introdotto da quest'ultimo nel nucleo originario della banda
* [[Claudio Sicilia]] detto ''Il Vesuviano''. Originario di [[Giugliano in Campania]] ([[Napoli|NA]]) e nipote del boss [[Alfredo Maisto]], si stabilisce a Roma nel [[1978]] e diviene ben presto l'anello di congiunzione della banda con la [[Camorra]] di [[Corrado Iacolare]], [[Michele Zaza]] e [[Lorenzo Nuvoletta]]
* [[Giorgio Paradisi]], detto ''Er Capece''. Attivo nel settore delle rapine ai camion, entra nella banda attraverso la conoscenza di Giuseppucci, con cui divide la comune passione per i cavalli e la frequentazione di ippodromi, sale corse e bische
* [[Renzo Danesi]], detto ''El Caballo''. Originario del [[Trullo (zona di Roma)|Trullo]], fa parte del gruppo di malavitosi dediti alle rapine che gravitano attorno ad Abbatino, il quale poi non manca, sin dall'inizio, di coinvolgerlo nel progetto criminale della banda
* [[Enzo Mastropietro]], detto ''Enzetto''. Anche lui frequenta l'ambiente dei rapinatori della Magliana di Abbatino per poi entrare a far parte del nucleo storico della banda
* [[Emilio Castelletti]]. Rapinatore, assieme ad Abbatino partecipa, tra le altre cose, al tentato sequestro Pratesi che si conclude con la fuga dell'ostaggio
* [[Giovanni Piconi]]. Era legato al nucleo originario della banda che ruotava intorno ad Abbatino.
* [[Roberto Giusti]]. Cognato di Mastropietro, entra a far parte della banda in un secondo momento e in maniera autonoma, occupandosi della vendita di sostanze stupefacenti
* [[Gianfranco Sestili]]. Introdotto da Colafigli insieme a cui, in seguito, gestisce il controllo del mercato degli stupefacenti alla [[Garbatella]] e a [[Tor Marancia]]. Più tardi opera anche come fiancheggiatore, curando il trasporto delle armi a disposizione della banda e la loro riconsegna, dopo le azioni, nel deposito presso il [[Ministero della Sanità]]
 
==== Gruppo di Testaccio-Trastevere ====
* [[Franco Giuseppucci]], detto ''Er Fornaretto'' e poi ''Er Negro''. Buttafuori in una bisca clandestina a [[Ostia (Roma)|Ostia]], grande appassionato di scommesse e assiduo frequentatore di ippodromi e sale corsa romane, muove i primi passi nel mondo della mala a capo di una ''batteria'' di criminali del Trullo dedita soprattutto a furti e rapine. Fascista convinto e tramite del gruppo con gli esponenti dell’[[Terrorismo nero|eversione nera]] e dello spontaneismo armato dei [[Nuclei Armati Rivoluzionari]]. È il primo a percepire la possibilità di unificare operativamente la frastagliata realtà della criminalità romana
* [[Enrico De Pedis]], detto ''Renatino''. Nasce come scippatore per poi passare, molto presto, alle rapine legandosi a una ''batteria'' di malavitosi dell’Alberone. Nel 1977 è arrestato. Rappresenta il lato imprenditoriale della banda, nel tentativo di smarcamento dal crimine di strada per sedersi ai tavoli del potere, grazie anche ai suoi legami con i poteri occulti, il mondo del riciclaggio e i servizi segreti
* [[Danilo Abbruciati]], detto ''Er Camaleonte''. Pugile mancato, si lega prima a una ''batteria'' di rapinatori (la ''Gang dei Camaleonti'') specializzata in furti nelle abitazioni, per poi entrare nel giro delle bische clandestine controllate dalla [[Banda dei Marsigliesi]] di [[Albert Bergamelli]]. È uno dei leader del nucleo storico della banda, cui porta in dote la sua conoscenza con [[Pippo Calò]], "ambasciatore" di [[Cosa Nostra]] a Roma, e dalla quale, tuttavia, mantiene sempre una certa indipendenza, coltivando rapporti di collaborazione con politici corrotti, estremisti di destra, mafiosi e [[Loggia P2|massoni]]
* [[Raffaele Pernasetti]], detto ''Er Palletta''. Da giovane lavora come commerciante di frattaglie all’ingrosso, prima di fare il proprio ingresso nel crimine organizzato, introdotto da De Pedis, di cui diviene in breve uomo di fiducia e spietatissimo "braccio armato"
* [[Ettore Maragnoli]]. Truffatore e usuraio, si inserisce nella banda dove opera nel settore della gestione del racket del [[gioco d'azzardo]], del prestito a [[usura]] e dei videopoker
* [[Ernesto Diotallevi]]. Faccendiere legato agli ambienti dell'estrema destra, già intorno alla metà degli [[anni 1970|anni settanta]] è conosciuto per la sua attività di usuraio. Viene poi introdotto nella banda da Abbruciati come suo tramite con la mafia siciliana (per via della sua amicizia con Pippo Calò), verso altre associazioni malavitose e verso il mondo economico finanziario, nel quale vanta notevoli entrature. Col tempo, poi, va a costituire l'anima finanziaria del gruppo di Testaccio-Trastevere, oltre che a occuparsi di riciclare e investire i capitali della ''Magliana''
* [[Paolo Frau]], detto ''Paoletto''. Nato a Roma ma sempre vissuto a Ostia, con precedenti per detenzione di sostanze stupefacenti, opera come guardaspalle di ''Renatino'' De Pedis. Comincia a gravitare intorno alla banda poco prima dell'omicidio di Giuseppucci e gestisce per lui il commercio di droga sul litorale romano
* [[Giuseppe De Tomasi]], detto ''Sergione''. Noto, intorno alla metà degli anni '70, per la sua attività di usuraio a [[Campo de' Fiori]]. È il ''Mario'' che, il 28 giugno 1983, sei giorni dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi, telefona a casa della famiglia della ragazza
* [[Francesco Zumpano]] e [[Domenico Zumpano]] (detto ''Mimmo il biondo''). Introdotti nella banda da Giuseppucci che poi affida loro la gestione, per conto della banda stessa, del commercio della cocaina nella zona di viale Marconi
* [[Angelo Cassani]], detto ''Ciletto''. Amico dei fratelli Zumpano che lo presentano alla banda, cui si unisce a tutti gli effetti nel [[1981]] in occasione dell'omicidio di Roberto Faina, commesso dallo stesso ''Ciletto'' e da Giorgio Paradisi. Anch'egli si occupa del commercio di cocaina nelle zone di Testaccio e Trastevere
* [[Enrico Nicoletti]]. Ex carabiniere e poi usuraio e truffatore, conosce De Pedis nel carcere di Regina Coeli e diviene prima l'anima finanziaria del gruppo di Testaccio-Trastevere (attorno al quale girano anche esponenti dell'eversione nera del tempo), poi il cassiere dell'intera banda, che lo considera un personaggio presentabile e con le conoscenze giuste (come, per esempio, l'allora giudice e senatore [[Claudio Vitalone]]). Tramite lui, il gruppo reinveste i proventi delle attività illecite in attività commerciali e immobiliari, incrementando enormemente il capitale dei boss della Magliana
 
==== Gruppo di Ostia-Acilia ====
 
* [[Nicolino Selis]], detto ''Il Sardo''. Nato in [[Sardegna]], a [[Nuoro]], ben presto si trasferisce nella capitale divenendo, in poco tempo, uno dei padroni incontrastati del traffico di droga e delle rapine nella zona di Ostia. Si occupa principalmente di tenere i contatti tra l'organizzazione e la [[Nuova Camorra Organizzata]] di [[Raffaele Cutolo]], da lui conosciuto anni prima in carcere e di cui diviene il referente su Roma per il traffico di droga, il riciclaggio e la vendita di armi.
* [[Antonio Leccese]]. Personaggio di rilievo, ma certamente non di particolare spicco nella malavita romana, marito di Anna Paola Selis, sorella di Nicolino. Controlla per conto del cognato il traffico di droga nei quartieri di Casal Bruciato e Tiburtino, oltre che adoperarsi come suo guardaspalle.
* [[Giuseppe Magliolo]], detto ''Il Killer''. Arrestato già diverse volte per aver commesso vari omicidi su commissione e uomo di fiducia di Selis, che aveva conosciuto da ragazzino. Nel 1975, durante un periodo di detenzione, i due sono protagonisti con Edoardo Toscano di un'evasione dal carcere di Regina Coeli.
* [[Giuseppe Carnovale]] e [[Vittorio Carnovale]], detti rispettivamente ''Il Tronco'' e ''Il Coniglio''. Cognati di Toscano (che sposò la loro sorella Antonietta), sono operativi nel gruppo di Nicolino Selis che agiva ad Acilia.
* [[Edoardo Toscano]], detto ''Operaietto''. Arrestato per rapina e tentato omicidio nel 1975, lo stesso anno evade dal carcere romano di [[Carcere di Regina Coeli|Regina Coeli]] assieme a Selis e Magliolo. Tornato libero, si unisce alla ''batteria'' del ''Sardo'', per poi aderire al progetto criminale della banda.
* [[Giovanni Girlando]], detto ''Gianni il Roscio''. Luogotenente di Toscano, si unisce alla ''batteria'' di Selis con cui, nel 1976, realizza una serie di furti e rapine a mano armata in banche e uffici postali. Arrestato dopo la rapina al treno Chiusi-Siena, è condannato a 5 anni e 10 mesi di carcere. Una volta libero si dedica al traffico di droga, attività che prosegue anche all'interno della banda.
* [[Fulvio Lucioli]], detto ''Il Sorcio''. Nel 1976 entra a far parte della ''batteria'' capeggiata da Selis che, per i seguenti due anni, fino al suo arresto, mette a segno un incredibile numero di rapine a mano armata. Durante la carcerazione accetta la proposta di Toscano di entrare a far parte della neonata banda ricevendo, ancora tra le sbarre, una ''stecca'' di trecentomila lire alla settimana.
* [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]], detto l'''Accattone''. Originario del quartiere [[San Basilio (quartiere di Roma)|San Basilio]], inizia la propria carriera criminale fin da giovanissimo, in una ''batteria'' specializzata nell’assalto ai treni. Nel 1976, durante uno dei suoi tanti soggiorni nel carcere di Regina Coeli, ha modo di stringere ulteriormente i rapporti con Selis e di sposare appieno il suo progetto di tentare su Roma la stessa operazione di controllo del territorio che il camorrista Raffaele Cutolo stava realizzando sulla piazza di [[Napoli]]. Cosa che poi effettivamente avviene, una volta liberi, con quel ''patto'' che, assieme agli altri due gruppi criminali, dà forma alla banda della Magliana.
* [[Libero Mancone]]. Primo arresto nel 1970 per furto aggravato, anche lui coinvolto nella banda da Selis.
* [[Gianfranco Urbani]], detto ''Er Pantera''. Uomo "più di parole che di pistole" e basista della ''batteria'' di Selis, è anche ben inserito nel traffico degli stupefacenti, grazie anche ai suoi contatti con grossi spacciatori.[[Thailandia|thailandesi]]. Ancora carcerato, accetta la proposta di entrare a far parte della neonata banda, ricevendo fin dall'inizio una "stecca" di trecentomila lire alla settimana. Punto di contatto e tramite con esponenti di primo piano della [['Ndrangheta]] come [[Paolo De Stefano]], [[Giuseppe Piromalli]] e [[Pasquale Condello]].
* [[Angelo De Angelis]], detto ''Er Catena''. Pregiudicato, con diversi precedenti penali a suo carico, si vantava di far parte di un gruppo massonico per il quale agiva e da cui riceveva protezione a livello poliziesco e processuale. Trafficante di stupefacenti, attività che prosegue anche nella banda, è accusato dai componenti della stessa di tagliare la cocaina che era incaricato di vendere e per questo ucciso.
* [[Gianni Travaglini]]. Gestore di una stentata attività di commercio d'auto che, una volta diventate più floride le situazioni economiche del gruppo di [[Acilia]], ha immediatamente un notevole incremento grazie ai prestiti e agli acquisti di auto dei componenti della banda. Ne diviene il fornitore ufficiale, fornendo assistenza logistica (auto ai familiari dei detenuti per recarsi ai colloqui, auto blindate all'occorrenza) e garantendo così libertà di movimento, riducendo i pericoli di controllo e di individuazione, perché non effettua i passaggi di proprietà. Inoltre, disponendo di autorimessa, occulta talvolta mezzi predisposti o utilizzati per le operazioni.
* [[Roberto Frabetti]], detto il ''Ciccione''. Titolare di una tintoria ad Acilia che gli consente di giustificare all'occorrenza la disponibilità di ragguardevoli somme di denaro liquido. Inizialmente opera come autista per conto di Mancone e, pur non partecipando mai ad azioni violente della banda, svolge attività di supporto, specie per quel che concerne gli aiuti ai detenuti e alle loro famiglie, di favoreggiamento ai latitanti e di custodia e trasferimento degli stupefacenti.
* [[Emidio Salomone]]. Cresce all'ombra di Vittorio Carnovale, e quando quest'ultimo è ucciso si impadronisce del traffico di stupefacenti, del gioco clandestino e dell'usura nel quadrante di Ostia.
* [[Bruno Tosoni]], detto ''er Capoccione''. Gestisce l'usura per conto del gruppo.
 
==== Altri ====
* [[Roberto Fittirillo]]. Uno dei sicari della banda, per cui gestisce anche il controllo del traffico di stupefacenti della zona del [[Tufello]]
* [[Alessandro D'Ortenzi]] (detto ''Zanzarone''). Malavitoso con precedenti per associazione per delinquere, rapina, furti, ricettazione, detenzione di armi, ricopre una posizione marginale all'interno della banda ma, dati i suoi trascorsi giudiziari e una certa familiarità con specialisti in psichiatria, è utilizzato per ottenere perizie psichiatriche compiacenti. Costituisce, in particolare, il punto di contatto tra la banda e il professor [[Aldo Semerari]]
* [[Alvaro Pompili]]. Introdotto nella banda da Colafigli, vista l'esigenza dell'organizzazione di avvalersi di personaggi "puliti" in grado di far riciclare i loro capitali. Impiegato presso il Ministero della Sanità, fa poi da tramite con Biagio Alesse, custode e centralinista presso il Ministero stesso, convincendolo a custodire un deposito di armi all'interno dello stabile
 
=== Il sequestro del Duca Grazioli ===
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Come ebbe poi a rivelare il pentito Abbatino: «Tutte le persone della banda erano a conoscenza della vendetta, in quanto tutti amici del Giuseppucci, avevano concorso a programmarla nelle linee generali ed erano disponibili, nell'ambito di una interna distribuzione dei ruoli, a intervenire materialmente (o eseguendo gli omicidi, ovvero svolgendo le attività preparatorie necessarie, ovvero ancora fornendo le strutture logistiche), ai fini dell'attuazione dei singoli atti omicidiari. Questa guerra impedi' il dissolversi del sodalizio, rappresentando un forte momento di aggregazione.»<ref name="Ordinanza"/>
 
* [[Maurizio Proietti]] (detto ''Il Pescetto'') ucciso il 16 marzo 1981.
* [[Mario Proietti]] (detto ''Palle D'oro'') fratello di Maurizio e Fernando, rimase ferito in due diversi agguati, il 12 dicembre 1980 e il 16 marzo 1981.
* [[Fernando Proietti]] (detto ''Il Pugile'') fratello di Maurizio e Mario, ucciso il 30 giugno 1982.
* [[Enrico Proietti]] (detto ''Er Cane'') cugino di Maurizio, Mario e Fernando, ferito in un agguato il 27 ottobre 1980.
* [[Orazio Proietti]] figlio di Enrico, ferito il 31 ottobre 1980 e poi trovato morto per un'overdose di eroina.
* [[Mariano Proietti]] figlio di Enrico, ucciso il 14 dicembre 1982 da elementi estranei alla banda della Magliana
 
== I rapporti con la destra eversiva ==
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{{quote|L'istituzione di collegamenti tra gruppi eversivi dell'estrema destra e la malavita organizzata romana rientrava in un disegno strategico comune al Prof. Aldo Semerari e al Prof. Fabio De Felice, convinti che per il finanziamento dell'attività eversiva non fosse necessario creare una struttura finalizzata al reperimento programmatico di fondi, quando, senza eccessive compromissioni, si poteva svolgere un'attività di supporto di tipo informativo e logistico rispetto a strutture di criminalità comune già esistenti e operanti, onde garantirsi, lo storno degli utili derivanti dalle operazioni rispetto alle quali si forniva un contributo. Il primo collegamento venne realizzato attraverso Alessandro D'Ortenzi detto "zanzarone", in un incontro che, se mal non ricordo, si svolse presso la villa del Prof. De Felice. Per quanto ho potuto constatare di persona, i rapporti che intercorrevano tra il gruppo criminale denominato Banda della Magliana, o per meglio dire, tra i suoi esponenti, e il Prof. Semerari, era quello di una sorta di sudditanza dei primi al secondo, il quale esercitava su di loro una notevole influenza in forza dei benefici che costoro si aspettavano di conseguire per effetto delle sue prestazioni professionali. Con il passar del tempo, probabilmente, in considerazione di aspettative frustrate dai fatti, ho potuto constatare un progressivo raffreddamento di rapporti degli uni verso l'altro.|Interrogatorio di Paolo Aleandri dell'8 agosto 1990<ref>Interrogatorio di Paolo Aleandri dell'8 agosto 1990</ref>}}
 
Leader del gruppo neofascista, [[Costruiamo l'azione]], durante l'estate del 1978 organizzò diversi seminari e incontri politici nella villa del professor Fabio De Felice sita a [[Poggio Catino]] in [[provincia di [[Rieti]], a cui parteciparono anche alcuni componenti della banda introdotti da Alessandro D'Ortenzi, detto ''Zanzarone'', un pregiudicato in rapporti di confidenza con il ''professore'' e che per i suoi trascorsi giudiziari e la sua familiarità con diversi specialisti in psichiatria, veniva utilizzato per ottenere perizie compiacenti. Semerari seguì una precisa strategia eversiva basata anche sulla collaborazione fativa tra estremismo di destra e malavita comune e, secondo il pentito Abbatino: «A lui piaceva proprio avere contatti con le bande. E c’è stato un periodo in cui loro utilizzavano noi, e noi loro per le perizie e per l’approvvigionamento e l’acquisto di armi. Semerari pensava a un appoggio di tipo logistico, come un colpo di Stato: loro facevano dei raduni nelle campagne di Rieti proprio simulando colpi di Stato.»<ref name="Ordinanza"/>
 
{{quote|Grazie al contatto istituito da D'Ortenzi, si fece una riunione nella villa di Fabio De Felice, per discutere i possibili scambi di favori tra la nostra banda e i terroristi di destra che facevano capo al Semerari. All'incontro, per la banda, partecipammo io, Marcello Colafigli, Giovanni Piconi e Franco Giuseppucci. Era presente Alessandro D'Ortenzi. Oltre al De Felice ricordo presenti all'incontro il Prof. Semerari e Paoletto Aleandri. Nell'occasione, fermo restando il nostro assoluto disinteresse per le prospettazioni ideologiche di Aldo Semerari - per quanto potei constatare frequentando Franco Giuseppucci, questi aveva delle spiccate simpatie per il fascismo, deteneva dischi riproducenti discorsi di Benito Mussolini, medaglie e gagliardetti, tuttavia questa sua infatuazione non ne condizionava minimamente l'azione, ne' lo conduceva a perdere di vista gli interessi e gli scopi della banda che erano tutt'altro che politici - si valuto' la praticabilità di una collaborazione tra noi e i terroristi neri, finalizzata, per quanto li riguardava, al finanziamento delle attività di tipo più propriamente politico. In particolare si raggiunse una sorta di accordo di massima per la commissione in comune di sequestri di persona a scopo di estorsione e di rapine. Nell'incontro in questione, tuttavia, non si ando' oltre un accordo di massima, quel che e' certo non si raggiunse un vero e proprio patto operativo. A noi comunque interessava mantenere i contatti, in considerazione dell'influenza del Semerari nel settore giudiziario, essendo egli un famoso e stimato perito medico-legale psichiatrico.|Interrogatorio di Maurizio Abbatino del 3 dicembre 1992<ref name="Abbatino-19921203" />}}
 
Nonostante il rifiuto ad operare come braccio armato del gruppo politico di Semerari, da quegli incontri uscì un accordo di massima tra il professore ed la banda che prevedeva finanziamenti per il gruppo neofascista in cambio di perizie medico psichiatriche compiacenti e miranti a fare ottenere ai componenti della Magliana, in caso di arresto, condizioni favorevoli di detenzione o scarcerazioni a causa di condizioni di salute inidonee al regime carcerario. Il sodalizio durò fino ai primi mesi del 1982 quando, probabilmente vittima di un regolamento di conti interno alla camorra, il 25 marzo di quello stesso anno, il corpo del professor Semerari fu ritrovato decapitato all'interno di un'automobile, nei pressi di [[Ottaviano (Italia)|Ottaviano]], in [[provincia di [[Napoli]]. La causa della sua morte fu da ricercarsi in un episodio avvenuto poco tempo prima: il professore infatti, nella sua qualità di psichiatra forense, si era adoperato per la scarcerazione di un boss della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, per poi accettare l'incarico come consulente anche per la fazione opposta, la famiglia di Roberto Ammaturo. Una errata mossa strategica che, molto probabilmente, gli costò la vita<ref>{{Cita video|autore = |titolo = Aldo Semerari assassinato dalla camorra|url = http://www.raistoria.rai.it/articoli/aldo-semerari-assassinato-dalla-camorra/12595/default.aspx |accesso = 4 luglio 2012|data = 1 aprile 1982|editore = Rai Storia}}</ref>.
 
==== Con i Nuclei Armati Rivoluzionari ====
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Anche per diretta ammissione dei pentiti Claudio Sicilia e Maurizio Abbatino è accertato che, i militanti dei NAR, effettuarono per la banda ''lavori'' di manovalanza criminosa come la riscossione di crediti dell'usura, il trasporto di quantitativi di droga oltre che alcuni delitti su commissione. A volte, però, il meccanismo s'inceppò come nel caso della rapina alla Chase Manhattan Bank di Roma del 27 novembre [[1979]], da parte di [[Giusva Fioravanti]], [[Alessandro Alibrandi]], [[Peppe Dimitri]] e [[Massimo Carminati]]. Successivamente parte del bottino, consistente in ''traveller cheque'', verrà come sempre affidata nelle mani di Franco Giuseppucci che ne organizzò l'operazione di riciclaggio ma che gli costarono, nel gennaio del 1980, un arresto con l'accusa di ricettazione.<ref name="Ragazzi malavita"/>
 
== L'intreccio con politica e servizi deviati ==
=== Il coinvolgimento nell'omicidio Pecorelli ===
La sera del 20 marzo 1979 [[Mino Pecorelli]] giornalista, iscritto alla [[Propaganda Due|Loggia massonica P2]] di [[Licio Gelli]], venne assassinato con quattro colpi di pistola calibro 7,65 (uno in faccia e tre alla schiena) da un sicario in via Orazio a Roma, poco lontano dalla redazione del giornale in circostanze ancora oggi non del tutto chiarite. Egli era direttore di ''OP-Osservatore Politico'', dapprima agenzia di stampa e poi rivista settimanale specializzata in scandali politici, tra i quali lo scandalo petroli, il caso Moro, lo scandalo dell'Italcasse, il crack della Sir o gli affari di Sindona e Andreotti, che, attraverso delle importanti inchieste, si rivelò anche uno strumento di ricatto e condizionamento del mondo politico per lanciare messaggi cifrati e spesso ricattatori<ref>{{Cita web|url=http://www.misteriditalia.it/pecorelli/|autore=|titolo=Un giornalista che sapeva troppo - L'assassinio di Mino Pecorelli|editore=Misteri d'Italia|data=|accesso=5 luglio 2012}}</ref>.
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Nel dicembre del 1990 lo stesso ''pentito'' abbandonò il carcere per passare agli arresti domiciliari ed infine tornare libero durante l'estate successiva. Tornato in libertà, ma senza alcuna protezione da parte dello Stato, il ''Vesuviano'' trovò la morte la sera del 17 novembre [[1991]] quando, in via Andrea Mantegna nella zona popolare di Tor Marancia a Roma, due uomini a bordo di una moto di grossa cilindrata lo intercettarono e lo freddarono all'interno di un negozio di scarpe dove aveva cercato riparo.
 
== Il tramonto ==
=== La faida interna ===
Quando i componenti della banda tornarono in libertà, caduto l'impianto accusatorio costruito sulle dichiarazioni dei pentiti Lucioli e Sicilia, dopo un brevissimo periodo di riadattamento alcuni di loro tentarono di riorganizzare le file del sodalizio criminoso e di ripristinare le vecchie gerarchie in un contesto che, però, vedeva l'organizzazione sempre più divisa da molteplici contrasti interni. Il mancato adempimento degli obblighi di ''fratellanza'' riguardanti l'assistenza ai detenuti e ai familiari degli stessi e la generale riottosità del gruppo dei ''testaccini'', capeggiati da De Pedis, nel condividere con gli altri gli introiti delle loro attività criminali, incontrò la feroce opposizione di Edoardo Toscano e Marcello Colafigli, i quali, assieme al loro gruppo di fidati sodali (Vittorio Carnovale, i fratelli Fittirillo, Libero Mancone ed altri ancora), ritennero opportuno mettere un freno alle ambizioni di ''Renatino'' e soci.
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Grazie alle rivelazioni dei pentiti, la mattina del 16 aprile [[1993]], con la mobilitazione di 500 agenti della Squadra Mobile, scattò una gigantesca operazione di polizia denominata "Operazione Colosseo": un fascicolo di cinquecento pagine pieno zeppo di date, nomi e prove che consentì di ridisegnare la mappa dell'organizzazione malavitosa romana e di stabilire con precisione ruoli e responsabilità dei vari componenti, dal quale scaturirono sessantanove ordini di cattura firmati dal giudice istruttore Otello Lupacchini, di cui una decina vennero consegnati in carcere ad altrettanti detenuti.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/17/operazione_Colosseo_Magliana_decapitata_co_0_930417076.shtml|autore=Bongini Pietro|titolo=Operazione Colosseo, Magliana decapitata|pubblicazione=Corriere della Sera|data=17 aprile 1993|accesso=3 luglio 2012}}</ref>
 
=== I processi ===
Il primo processo istruito sulla base delle dichiarazioni di Abbatino fu quello per il sequestro e l'omicidio del duca Massimiliano Grazioli. Il 20 gennaio del [[1995]], davanti alla Seconda [[Corte d'assise]] presieduta da Salvatore Giangreco, si diede inizio al procedimento nei confronti dei dieci imputati, sei dei quali appartenenti alla Banda della Magliana (Emilio Castelletti, Renzo Danesi, Giorgio Paradisi, Giovanni Piconi, Marcello Colafigli, oltre al pentito Maurizio Abbatino) e tre a quella di Montespaccato (Franco Catracchi, Antonio Montegrande e Stefano Tobia). Decimo imputato: il basista Enrico Mariotti, all'epoca del processo ancora latitante<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/gennaio/21/via_processo_dopo_lustri_co_10_9501213144.shtml|autore=Dino Martirano|titolo=Omicidio Grazioli: via al processo dopo 3 lustri|pubblicazione=Il Corriere della Sera|data=21 gennaio 1995|accesso=6 ottobre 2012}}</ref>.
 
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Il 23 luglio [[1996]], dopo quasi due giorni di camera di consiglio, la Corte lesse la sentenza che complessivamente confermava in gran parte le richieste del pubblico ministero e dichiarava l'attendibilità dei vari pentiti, a cui vennero quindi applicati i vari sconti di pena<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/24/Banda_della_Magliana_sentenza_ergastoli_co_0_9607242057.shtml|autore=Dino Martirano|titolo=Banda della Magliana. La sentenza|pubblicazione=Il Corriere della Sera|data=24 luglio 1996|accesso=6 ottobre 2012}}</ref>.
 
* [[Raffaele Pernasetti]] - condannato a 4 ergastoli
* [[Marcello Colafigli]] - condannato all'ergastolo
* [[Giorgio Paradisi]] - condannato a 2 ergastoli
* [[Enzo Mastropietro]] - condannato a 30 anni
* [[Renzo Danesi]] - condannato a 25 anni
* [[Maurizio Abbatino]] - condannato a 12 anni
* [[Vittorio Carnovale]] - condannato a 10 anni
* [[Massimo Carminati]] - condannato a 10 anni
* [[Giovanni Piconi]] - condannato a 6 anni
* [[Enrico Nicoletti]] - condannato a 6 anni
* [[Antonio Mancini]] - condannato a 1 anno
* [[Fabiola Moretti]] - condannata a 10 mesi
 
Tra gli assolti, ''per non aver commesso il fatto'', ci furono [[Claudio Bracci]], [[Ernesto Diotallevi]], [[Alessandro D'Ortenzi]], [[Paolo Frau]], [[Giovanni Tigani]], [[Emilio Salomone]] Giovanni Scioscia, Massimo Sabatini e Salvatore Nicitra.
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Colpita al cuore dal lavoro della magistratura nei processi e dalle varie condanne che ne scaturirono, oltre che dagli omicidi legati alla sanguinosa faida interna, la Banda della Magliana si avviò così verso il suo declino completo.
 
== La Banda oggi ==
=== Gli ultimi fuochi ===
{{quote|Sono anni che dico che la Banda è viva. I magistrati mi danno retta a intermittenza, ma nessuno ha la forza di smentirmi. Io non ho opinioni. A domanda rispondo e se non so, sto zitto|Intervista ad Antonio Mancini<ref>{{Cita news|url=http://roma.ogginotizie.it/136439-roma-caso-orlandi-per-il-pentito-mancini-la-banda-della-magliana-e-viva/|titolo=Caso Orlandi: per il pentito Mancini la banda della Magliana è viva|pubblicazione=Roma Online|data=15 maggio 2012|accesso=3 luglio 2012}}</ref>}}
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=== I vivi e i morti ===
* [[Maurizio Abbatino]] - Arrestato il 24 gennaio [[1992]] a [[Caracas]], pochi giorni dopo la sua estradizione in [[Italia]], decise di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1992/ottobre/05/preso_ultimo_boss_Roma_co_0_9210053550.shtml Preso l'ultimo boss di Roma] Il Corriere della Sera, 5 ottobre 1992</ref> Attualmente sta scontando la detenzione in regime di arresti domiciliari, in una località protetta.
* [[Danilo Abbruciati]] - Ucciso il 27 aprile [[1982]], a [[Milano]], da una guardia giurata mentre, a bordo di una moto guidata da un complice, tentava la fuga dopo un fallito attentato ai danni del vice presidente del [[Banco Ambrosiano]], [[Roberto Rosone]].<ref>[http://archiviofoto.unita.it/index.php?f2=recordid&cod=13370&codset=BIO&pagina=0 Attentato a Roberto Rosone] L'Unità, 27 aprile 1982</ref>
* [[Ottorino Addis]] - Ucciso l'8 marzo [[1996]] a [[Ostia]], poco prima della mezzanotte, con quattro colpi di pistola da un killer appostato nel parcheggio del ristorante nel quale aveva poco prima cenato assieme alla sua convivente.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1996/marzo/09/Fulminato_sulla_strada_colpi_pistola_co_10_9603093453.shtml ''Fulminato sulla strada a colpi di pistola''] Il Corriere della Sera, 9 marzo 1996</ref>
* [[Angelo Angelotti]] - Ucciso il 28 aprile [[2012]], a [[Spinaceto]], durante un tentativo di rapina organizzato assieme ad altri due complici ai danni di un furgone portavalori. Durante il conflitto a fuoco venne freddato da un colpo di pistola da parte di uno dei gioiellieri.<ref>[http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/04/28/news/boss_magliana-34107176/ Rapina a Roma, ucciso Angelo Angelotti] La Repubblica, 28 aprile 2012</ref>
* [[Claudiana Bernacchia]] - ''Casco d'oro'', com'era soprannominata la storica compagna di [[Claudio Sicilia]] (e poi moglie di [[Giorgio Paradisi]]), dopo essere sfuggita per un soffio alla maxi retata (''Operazione Colosseo'') che nel [[1992]] decapitò l'intera organizzazione malavitosa romana, venne arrestata il 9 agosto del [[1993]].<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/10/Presa_Casco_oro_primadonna_della_co_10_9308106259.shtml Presa "Casco d' oro", primadonna della malavita] Il Corriere della Sera, 10 agosto 1993</ref> Attualmente è libera e da qualche anno lavora come coordinatrice in un'associazione romana che si occupa di reinserimento di donne e minori nella società.<ref>[http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_luglio_31/ex-nar-lattarulo-caso-orlandi-2011241818154.shtml L'ex Nar Lattarulo fu perquisito per il caso Orlandi] Il Corriere della Sera, 31 luglio 2012</ref>
* [[Giuseppe Carnovale]] - Deceduto nel [[1992]] per cause naturali.
* [[Vittorio Carnovale]] - Dopo l'arresto, avvenuto nel [[1993]], decise di diventare collaboratore di giustizia. Nel maxiprocesso che vide alla sbarra l'intera banda venne accusato di 7 omicidi e condannato a 10 anni di reclusione. Attualmente è libero.<ref>[http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/08/03/news/vittorio_carnovale-19953959/ Le Inchieste: Vittorio Carnovale] La Repubblica</ref>
* [[Angelo Cassani]] - Indagato nell'ambito dell'inchiesta della scomparsa di [[Emanuela Orlandi]]. Attualmente è libero.<ref>[http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/08/03/news/angelo_cassani-19961843/ Le Inchieste: Angelo Cassani] La Repubblica</ref>
* [[Gianfranco Cerboni]] - Chiamato in causa dalle dichiarazioni della supertestimone Sabrina Minardi, è indagato nell'ambito dell'inchiesta della scomparsa di Emanuela Orlandi. Attualmente è libero.<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-15/caso-orlandi-investigatori-analizzano-165630.shtml?uuid=Abn8X1cF Caso Orlandi: gli investigatori analizzano i resti ossei in una tenda a Sant'Apollinare] Il Sole 24 Ore</ref>
* [[Marcello Colafigli]] - Condannato all’ergastolo per tre omicidi, è attualmente detenuto nel carcere romano di Rebibbia.<ref>[http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/08/03/news/marcello_colafigli-19953578/ Le Inchieste: Marcello Colafigli] La Repubblica</ref>
* [[Renzo Danesi]] - Attualmente sta scontando la detenzione in regime di semilibertà. Da qualche anno fa parte della compagnia teatrale ''Stabile Assai'', composta da detenuti-attori del carcere romano di Rebibbia con cui si è esibito nei maggiori teatri italiani. Fine pena 2015.
* [[Angelo De Angelis]] - Ucciso il 10 febbraio 1983.
* [[Enrico De Pedis]] - Ucciso il 2 febbraio 1990 in Via del Pellegrino a Roma.
* [[Giuseppe De Tomasi]] - Arrestato nuovamente il 12 luglio 2011 per usura, attualmente è in attesa di giudizio.
* [[Ernesto Diotallevi]] - Attualmente libero, l'ultima assoluzione risale al giugno 2007 dall'accusa di concorso in omicidio del banchiere Roberto Calvi.
* [[Roberto Fittirillo]] - Attualmente libero, l'ultima assoluzione risale al 12 ottobre 2007 per prescrizione e comportamento irreprensibile.
* [[Paolo Frau]] - Ucciso il 18 ottobre 2002 in via Francesco Grenet ad Ostia Lido.
* [[Giovanni Girlando]] - Ucciso nel maggio 1990 nella Pineta di Castel Porziano.
* [[Franco Giuseppucci]] - Ucciso il 13 settembre 1980 in Piazza San Cosimato a Roma.
* [[Antonio Leccese]] - Ucciso il 3 febbraio 1981 a Roma.
* [[Fulvio Lucioli]] - Collaboratore di giustizia, attualmente libero.
* [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]] - Attualmente sta scontando la detenzione in regime di arresti domiciliari. Da qualche anno presta servizio volontario di assistenza a ragazzi disabili.
* [[Giuseppe Magliolo]] - Ucciso il 24 novembre 1981 a Ostia.
* [[Libero Mancone]] - Deceduto nel 1993 in un incidente stradale con la sua moto.
* [[Enzo Mastropietro]] - Arrestato a Ibiza, il 14 luglio 1999, è attualmente detenuto.
* [[Alessio Monselles]] - Arrestato nuovamente il 6 luglio 2011 accusato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di millantato credito, truffa, usura, falso, riciclaggio e ricettazione. In attesa di giudizio.
* [[Fabiola Moretti]] - Arrestata nuovamente il 19 maggio 2012 a Santa Palomba durante un controllo antidroga, attualmente sta scontando la detenzione in regime di arresti domiciliari.
* [[Umberto Morzilli]] - Ucciso il 29 febbraio 2008 in piazza delle Camelie a Roma.
* [[Enrico Nicoletti]]- Arrestato nuovamente il 27 febbraio [[2012]], attualmente è detenuto nel carcere di Rebibbia per scontare una condanna a sei anni e sei mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata ad usura, estorsione e rapina.<ref>[http://www.agi.it/cronaca/notizie/201302271123-cro-rt10105-banda_magliana_cassazione_no_differimento_pena_per_nicoletti ''Cassazione, no differimento pena per Nicoletti''] Agi, 27 febbraio 2013.</ref>
* [[Giorgio Paradisi]] - Deceduto a Napoli il 28 novembre 2006 a causa di un tumore.
* [[Raffaele Pernasetti]] - Attualmente sta scontando la detenzione in regime di semilibertà per decisione dei giudici di sorveglianza di Firenze, che nel novembre 2012 hanno concluso per la sua ''non pericolosità'' e concesso un ''graduale reinserimento sociale''. Lavora di giorno come cuoco nel ristorante di proprietà del fratello a Testaccio.
* [[Emidio Salomone]] - Ucciso il 4 giugno 2009 ad Acilia.
* [[Nicolino Selis]] - Ucciso il 3 febbraio 1981, il suo corpo non fu mai ritrovato.
* [[Claudio Sicilia]] - Ucciso il 18 novembre 1991 in via Andrea Mantegna a Roma.
* [[Edoardo Toscano]] - Ucciso il 16 marzo 1989 a Ostia.
* [[Gianfranco Urbani]] - Deceduto il 18 maggio [[2014]] in una clinica di Latina, dove era ricoverato allo stadio terminale di una grave malattia.
* [[Claudio Vannicola]] - Ucciso il 23 febbraio 1982.
* [[Manlio Vitale]] - Arrestato nuovamente il 4 ottobre 2010 per tentata rapina ad una banca di Caserta, attualmente è detenuto.
* [[Sergio Virtù]] - Arrestato nuovamente il 9 marzo 2010 per reati di truffa e indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Attualmente è detenuto nel carcere di Regina Coeli.
* [[Domenico Zumpano]] - Deceduto il 4 febbraio 1997 cadendo dalle scale di casa durante una crisi epilettica.
 
== Filmografia ==
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* {{cita libro|autore=Philip Willan|titolo=L'Italia dei poteri occulti. La mafia, la massoneria, la banda della Magliana e l'oscura morte di Roberto Calvi|anno=2008|editore=Newton Compton}}
 
== Voci correlate ==
* [[Antonio Mancini (criminale)]]
* [[Danilo Abbruciati]]
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.historychannel.it/labandadellamagliana/biografie/ La Banda della Magliana] Documentario di History Channel
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/italian-tabloid/843/default.aspx Italian Tabloid - I segreti della Banda della Magliana] La Storia Siamo Noi
* [http://www.youtube.com/watch?v=qDe6PfbEEF0 Storia della Banda della Magliana] Blunotte (Raitre)
* [http://www.radioradicale.it/processo/processo-margherito Processo alla Banda della Magliana] Radio Radicale
* [http://www.radioradicale.it/processo/processo-per-il-sequestro-e-lomicidio-del-duca-grazioli Processo per il sequestro Grazioli] Radio Radicale
* [http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?articolo=banda-magliana-antonio-mancini La Banda raccontata da Antonio Mancini] Storiacce (Radio24)
* [http://www.nottecriminale.it/docs/ORDINANZA_SENTENZA%20MAGLIANA.pdf Ordinanza di rinvio a giudizio nel processo alla Banda della Magliana] Nottecriminale
* [http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/08/01/news/malaroma-19881033/?tab=protagonisti Inchiesta Malaroma] La Repubblica
* [http://static.repubblica.it/interattivi/magliana/index.html Magliana quel che resta della Banda] La Repubblica
* [http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/14/riesumata-tomba-pedis-allinterno-suoi-resti/228896/ Caso Orlandi, nella tomba di De Pedis “una cassetta con altre ossa”. Del ’700] Il Fatto Quotidiano
* [http://www.misteriditalia.com/banda-magliana/ La banda della Magliana] Misteri d'Italia
 
{{Anni di piombo}}