Praskov'ja Semënovna Ivanovskaja: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 40:
Tradotta a San Pietroburgo, vi fu imputata nel « [[processo dei 17]] » al termine del quale, il 17 aprile [[1883]], fu condannata a morte, con pena commutata nei lavori forzati a vita. Dalla [[fortezza di Pietro e Paolo]] fu invita in [[Siberia]], nel campo di lavoro di Kara dove, nel [[1888]], prese parte alle manifestazioni di protesta che si conclusero con il suicidio di sei detenuti. Commutata la pena nel confino, nel [[1898]] fu trasferita nel [[Barguzinskij rajon|distretto di Barguzinskij]], dove rimase quattro anni e vi sposò il compagno d'esilio Innokentij Vološenko, dal quale ebbe la figlia Nadežda, morta in tenera età. Trasferita a [[Čita]] nel [[1902]], l'anno dopo riuscì a fuggire in Svizzera.
[[File:Ivanovskaya Evdokiya.jpg|thumb|130px|Evdokija Ivanovskaja]]
Aderì al [[Partito Socialista Rivoluzionario (Russia)|Partito socialista rivoluzionario]] e fece parte della sua organizzazione di combattimento, appositamente costituita per preparare attentati contro le maggiori personalità del regime zarista. A questo scopo tornò in Russia e si stabilì sotto falso nome a Pietroburgo, in un appartamento di via Žukovskij 31 con [[Boris Viktorovič Savinkov|Boris Savinkov]], [[Dora Vladimirovna Brilliant|Dora Brilliant]] e [[Egor Sergeevič Sazonov|Egor Sazonov]], preparando l'attentato contro il ministro degli Interni [[Vjačeslav Konstantinovič Pleve|Pleve]], ucciso da Sazonov il 28 luglio [[1904]]. Lasciò subito dopo la capitale, raggiungendo Odessa e da qui la Romania, dove fu ospite del fratello Vasilij; si stabilì poi a [[Ginevra]].
| |||