Vetrego: differenze tra le versioni
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I secoli successivi alle invasioni barbariche provocarono nella zona l'impaludamento e la formazione di boscaglie, come ricorda la località di "Roncoduro" (attuale svincolo del [[Passante di Mestre]]), dal verbo medievale ''roncare'', luogo da dove si è dovuto sterpare e divellerre piante per rimettere a coltura il terreno.<ref>Giorgio Vecchiato - C'era una volta Vetrego (pagine per una storia del paese)- ed. Almigivec Computer Editions - Mirano, 1997</ref>
Questa operazione di disboscamento e bonifica deve essere stata lunga e faticosa, se ancora nel [[1117]], il toponimo diventa "Vitrico" o "Vitricum", da ''Vetere ricuum'', cioè antico luogo paludoso.<ref> Emilio Perizzolo, Ad immagine della nostra terra – Vetrego, i vetreghesi e la loro storia – p4 - Mirano 1986 </ref>
Sembra, secondo il professor [[Gerhard Rohlfs (filologo)|Gerhard Rohlfs]], che il toponimo Vetrego , come pochi altri con "la strana desinenza in ''–ego , - ega'' " presenti nel nord Italia (Levego (frazione di [[Belluno]]) , il fiume [[Marzenego]], [[Albignasego]], Resinego (località di [[San Vito di Cadore]]), il monte Tranego -Belluno) possa essere assegnato come origine a popoli di origine preindoeuropea o paleoveneta.Visto che "è presumibile che accanto ai Liguri, ai Veneti e agli Etruschi, altri popoli [...] abbiano lasciato tracce nella toponomastica locale."<ref>Gerhard Rohlfs Studi e ricerche su lingua e dialetti d'Italia. Sansoni, Firenze, 1972 cit. in "Perizzolo Emilio - op. cit. g 5 </ref>
==Il territorio==
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L'organizzazione cristiana a Vetrego inizierebbe, secondo alcune deduzioni e ritrovamenti, nel [[1008]], con una "[[cappella]]" (ovvero una chiesa priva della fonte battesimale, di norma una succursale di una Chiesa madre dalla quale dipendono i Vicari officianti) localizzata nell'attuale località Ca' Rezzonico, che sarebbe stata costruita dai Monaci di San Benedetto dell'[[Abbazia Sant'Ilario di Venezia]] a [[Malcontenta]]. Una sintetica descrizione del territorio di Vetrego si rintraccia per la prima volta nell'atto di vendita del 15 giugno [[1117]] con cui Ansedisio e Widoto di [[Collalto]], conti della [[Marca trevigiana]] cedevano al monastero di Sant'Ilario diverse proprietà. Successivamente esiste un lascito testamentario del [[1192]] della contessa<ref> Morgante Cristina, Testamento di Speronella 1192, in ''Vetrego, storia e vita'', Mirano 2000 </ref>. [[Speronella Dalesmanni]], prima moglie di Jacopino [[da Carrara]], feudataria del Vescovo di Padova, a favore della cappella di [[San Silvestro]] di Vetrego e di [[San Bartolomeo]] di [[Ballò]]. Nel [[1260]] i frati di Sant'Ilario cedettero l'organizzazione della cappella di Vetrego, assieme con le cappelle di Ballò e [[Scaltenigo]], ai sacerdoti della "[[pieve]]" (ovvero la ''chiesa'' dell'[[Alto Medioevo]] quale chiesa battesimale, matrice di tutte le chiese minori e delle assoggettate cappelle) di Santa Maria di [[Borbiago]], frazione di [[Mira (Italia)]], al Vescovo della [[Diocesi di Treviso]]. Successivamente le cappelle di Ballò e di Vetrego si distaccaro nel [[1305]] dalla pieve di Borbiago creando una nuova parrocchia,quella di Ballò,alle dipendenze del Vescovo di Treviso. Ci sono documenti che segnalano nel [[1388]] Bartolomeo Novello, signore di Padova donò ai signori di [[Peraga]], tra altri beni della zona di [[Mirano]], anche il territorio di Vetrego. Negli anni successivi Vetrego seguì le vicissitudini dei territori di [[Mirano]] e delle comunità contermini nella sottomissione alla Repubblica di San Marco.
Per quanto riguarda Vetrego è certificata nel [[1520]] la prima visita del vescovo di [[Treviso]] che autorizzò la costituzione della prima [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] del Santissimo Sacramento. A seguito della volontà della piccola comunità nel [[1573]] venne costruita, nel sito dell'attuale chiesa, la prima Canonica di una "curazia" (ovvero per un ''curato stabile''). Nel [[1597]] fu inaugurata la seconda chiesa.
Nel [[1612]] terminò l'escavazione del Taglio Nuovo o ''Canale di Mirano'', iniziati nel [[1604]] con la completa diversione delle acque del fiume [[Musone (Veneto)|Muson]] (attuale [[Muson Vecchio]]).
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===Fine Ottocento===
All'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]] il censimento napoleonico c'erano solo 5 famiglie che possedevano il terreno che lavoravano; la stragrande maggioranza dei campi erano in mano ai latifondisti. Oltre ai nobili veneziani Costantino [[Morosini (famiglia)|Morosini]], Giovanni [[Grimani]], Abbondio [[Rezzonico (famiglia)|Rezzonico]], Giovanni Venuti e ai Conti Costa, erano padroni di Vetrego anche Andrea Bellini, Bernardo Monferdini ed Alessandro Bonvecchiato, il quale da solo ne possedeva ben il 41% del totale.
Con il passar degli anni e la sostituzione della borghesia ai nobili fra i proprietari dei campi vetreghesi si ritrovano i Dalla Pozza di [[Marano Veneziano]], i Beati da [[Spinea]] e i Cantelàn da [[Santa Maria di Sala]]. Oltre che i campi possedevano anche una buona parte delle abitazioni. Ad esempio i Bonvecchiato possedevano una trentina di case e una delle due osterie; i Rezzonico ne avevano una quindicina compresa la seconda osteria.
Alla visita pastorale del vescovo di Treviso del 1883, fu verbalizzato che vi erano ''"abitanti 500, inconfessi 5: tutti contadini. Un terzo di parrocchia è in posizione che, specialmente d'inverno, è assolutamente impraticabile [...] Quei di Vetrego sono poverissimi ed emigrano" ''<ref> Gabriele De Rosa in Tempo religioso e tempo storico- vol. 2 pg 60 - Ediz. di Storia e letteratura - anno 1987</ref>.
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