Brigantaggio postunitario italiano: differenze tra le versioni

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Risulta quindi difficile accettare le cifre riportate in alcuni testi secondo i quali i deceduti per opera della repressione militare, passati per le armi o caduti negli scontri che si verificarono, furono dal 1861 al 1865 circa 73.000 o superiori<ref>Nel quinquennio 1861-1865 si può fare una media di 500 scontri a fuoco che hanno causato nei cinque anni la fucilazione o l’uccisione di 73.000 insorti. {{Cita|A. Pagano|p. 252}}</ref>. Considerando che la fucilazione o l’uccisione in combattimento di briganti e insorti ha riguardato essenzialmente la popolazione maschile è possibile rilevare che i fucilati nel quinquennio avrebbero rappresentato una elevatissima percentuale: circa il 9% dell’intero universo delle morti avvenute nel periodo, pari a circa 815.000 decessi maschili; la stessa percentuale salirebbe al 12,2% valutando la cifra di 100.000 caduti avanzata da altri cronisti e storici<ref>Cronisti e storici locali contano oltre 100.000 caduti fra i meridionali. Vedi: G.B. Guerri - Il Sangue del Sud - 2010 - Mondadori - Milano pag. 91</ref>. [[Pierluigi Ciocca|Ciocca]] nel suo saggio, parlando di "decennale mattanza" stima in circa 20 mila il numero di caduti nel decennio 1860-1870<ref> {{Cita|P.Ciocca|p. 9-21}}</ref>. È opportuno rilevare che tutti i dati indicati sui briganti caduti costituiscono stime esclusive degli autori in assenza di qualsivoglia informazione ufficiale in proposito.
=== Logistica carceraria===
 
Non ci sono specifiche notizie neanche sul numero di persone arrestate per attività reazionarie, manutengolismo e/o azioni collegabili al brigantaggio; fatte salve le citate statistiche che evidenziano una media di 182.340 persone detenute relativamente al decennio 1861-1870<ref>Vedi anche: {{Cita| Sommario di Statistiche storiche dell’Italia |Tav. 42}}</ref>. Sicuramente la popolazione detenuta fu numerosa tanto da preoccupareallarmare il Governo italiano che, osservando la pratica di altri paesi europei, già nel 1857 aveva considerato un primo progetto, presto abbandonato, per costituire una [[colonia penale]] sulle coste dell’Africa, presto abbandonato,; ne riprese poi in considerazione l’idea, analizzando varie possibilità: nel 1862 nelil [[Mozambico]], nel 1864 nelll'[[Angola]], poi alcune isole nell'[[Oceano Indiano]]. Altre proposte inoltrate da esploratori, viaggiatori e uomini d’affari furono analizzate dal Governo italiano, tra queste: la possibilità di occupare la baia di [[Adulis]]; di ottenere l’isola di [[Gran Natuna]] nel [[Borneo]]; di acquistare il gruppo delle [[Maldive]] nell'[[Oceano Indiano]] oppure alcune isole nelle [[Antille]], ottenere [[Sumatra]], acquistare le [[isole Batiane]] ed infine di raggiungere accordi con il governo indiano per riuscire ad avere l’isola di [[Socotra]]. Nessuna di queste trattative andò a buon fine anche per il successivo abbandono del progetto<ref>vedi anche: {{cita libro|M.A.|Vitale| L’Italia in Africa – Le Esplorazioni|1962|Ministero Affari Esteri|Roma}}</ref>.
 
== Le conseguenze ed i risvolti politici e sociali ==