Dollaro statunitense: differenze tra le versioni

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* 20 aprile [[1933]]: [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]] emanò l'[[atto di emergenza per la attività bancarie]], il quale ritirava gli USA dal sistema monetario aureo. Ottenne così due risultati: impedire la convertibilità delle banconote in oro per i cittadini statunitensi, permettendo però ai paesi stranieri di convertire i loro dollari in oro in qualsiasi momento, e rendere illegale la proprietà privata di oro, con l'eccezione dei collezionisti di monete rare. In pratica, nel sistema finanziario statunitense ci fu uno spostamento da un sistema di rendiconto che prevedeva l'oro come barriera al debito in eccesso, a un sistema nel quale non c'era nessun rendiconto.
 
Nel [[1933]], [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]] avvia il [[New Deal]], un programma di spesa pubblica in [[disavanzohttp://it.wikipedia.org/wiki/Disavanzo_statale]] sostenuto dalla teoria keynesiana e quasi interamente finanziato con debiti dello Stato verso banche private. [[John Maynard Keynes]] pubblica nel [[1936]] il suo libro fondamentale (The general theory of employment, interest and money), ma già in passato era influente economista e consigliere personale di Roosevelt. Si crea la prima componente del debito pubblico cui seguirà quello di imprese e privati cittadini, in crescita dopo gli anni '70. Tale debito (di Stato, imprese e cittadini) pone oggi il dollaro a rischio di svalutazione.
 
Sempre negli [[anni 1930|anni trenta]], comincia la doppia [[quotazione]] dell'oro: internamente agli Stati Uniti e agli altri Stati il prezzo viene determinato dal mercato; per le transazioni internazionali il prezzo dell'oro è quello fisso di 35 dollari/[[oncia (unità di misura)|oncia]] degli accordi di [[Bretton Woods]].