Verdicchio dei Castelli di Jesi classico: differenze tra le versioni

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*'''colore''': giallo paglierino con riflessi verdognoli (da cui il nome) tendente al dorato luminoso sempre più carico con l'invecchiamento
*'''odore''': una base minerale accompagna le note floreali delle versioni più giovani e si accentua con la maturazione accompagnando le linee aromatiche che dalle note fruttate conducono fino a sorprendenti sfumature esotiche, d'erbe aromatiche e ricordi animali
*'''sapore''': alla mineralita'mineralità e sapidita'sapidità che molte versioni acquisiscono dai terreni di origine marina con presenze sulfuree si aggiungono note fruttate dalla gamma più varia fino ad arrivare alle esplosioni gustative che le versioni invecchiate e le riserve sono in grado di regalare ai bevitori più esigenti.
 
Dal naso, alla bocca, al retrogusto spesso lunghissimo e persistente, il Verdicchio costituisce una vera e propria eccezione nel panorama dei vini bianchi italiani anche perché, per merito della sua elevata acidità unita a valori alcolimetrici e di pH da vino rosso, ha potenzialita'potenzialità di maturazione ed invecchiamento superiori a qualsiasi altro vino bianco della penisola.
Per gustare appieno la complessita'complessità delle numerose versioni non industriali andrebbe aperto solo a partire dal secondo/terzo anno dopo la vendemmia.
 
Il disciplinare invece riporta: