Tiroidite di Hashimoto: differenze tra le versioni
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Dati i sintomi non specifici dell'ipotiroidismo iniziale, tiroidite di Hashimoto è spesso confusa con [[depressione]], [[ciclotimia]], [[sindrome da stanchezza cronica]], [[fibromialgia]] e, meno frequentemente, con un [[disturbo d'ansia]].
La diagnosi è spesso ottenuta rilevando livelli elevati di anticorpi anti-perossidasi (anti-TPO) e anti-tireoglobulina (anti-TG) nel siero, tuttavia l'assenza di anticorpi circolanti contro la tiroidite è anche possibile nel 10% dei casi. La rilevazione dell'ormone stimolante la tiroide ([[TSH]]), del [[T4|T<sub>4</sub>]] libero e del [[T3|T<sub>3</sub>]] libero possono aiutare ad ottenere una diagnosi più accurata. In caso di terapia ormonale sostitutiva è congliabile rimandare l'assunzione dell'ormone a dopo il prelievo ematico. Indagini del siero di secondo livello prevedono la rilevazione di anticorpi verso il recettore del TSH (anti-TSHR), anticorpi anti-cellule parietali gastriche e anticorpi anti-isola pancreatica. La gastroscopia del duodeno o del digiuno è utile ad escludere la malattia celiaca.
All'esame vi è spesso la presenza di [[Struma|gozzo]] non doloroso al tatto; altri sintomi, come il [[mixedema]] periorbitale, dipendono dallo stato di progressione della patologia. All'inizio della valutazione il paziente può presentare fasi di iperfunzione causate da tireotossicosi; tali fasi possono riscontrarsi anche nel caso di patologie concomitanti o durante un ricovero ospedaliero. Persino durante il trattamento, con un'incidenza del 10-20%, è possibile assistere a fasi di ipersecrezioni causate invece da hashitossicosi (mediate da anticorpi anti-TS).
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