Enel: differenze tra le versioni
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== Storia ==
[[File:Centrale elettrica EAV.JPG|thumb|right|La centrale idroelettrica di Rocchetta a Volturno|240x240px]]▼
▲===1898-1962: verso una politica nazionale dell'energia elettrica===
▲[[File:Centrale elettrica EAV.JPG|thumb|right|La centrale idroelettrica di Rocchetta a Volturno]]
La produzione di [[energia elettrica]] in Italia nel 1898 era di 100 milioni di [[Chilowattora|chilowattore]]<ref>{{cita web|url=http://www.gses.it/pub/silvi-isree9.php|sito=Gruppo per la storia dell'energia solare|accesso=30 gennaio 2015|titolo= Frammenti di storia dell’energia solare in Italia prima del 1955|autore= Cesare Silvi}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Storia d'Italia (1861-2001)|autore=Giuseppe Vottari|isbn=9788848315555|editore=Alpha Test|collana=Gli Spilli|p=73}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Nucleare E Solare Come Alternative Al Petrolio|autore=Augusto Garuccio|autore2=Giuseppe Guarino|autore3=Franco Selleri|editore=Edizioni Dedalo|anno=1993|p=47|isbn= 9788822037367}}</ref> e arrivò ad oltre 56 miliardi nel 1960.<ref>{{cita libro|titolo=L'Italia e l'energia. 150 anni di postvisioni energetiche|autore=Vestrucci|editore= FrancoAngeli|anno=2013|p=225|isbn= 9788820405618|capitolo=Appendice 3: L'energia elettrica in Italia}}</ref><ref>{{cita web|sito=Milano Città delle Scienze|titolo=Per una storia del sistema elettrico italiano|data=8 ottobre 2014|accesso=30 gennaio 2015|url=http://www.milanocittadellescienze.it/contents/cantieri/pdf/intervista_spegiorin.pdf}}</ref> La gran parte della produzione di energia elettrica sfruttò le caratteristiche del territorio, ovvero le risorse idrogeologiche<ref>{{cita web|url=http://www.museoenergia.it/museo.php?stanza=1&ppost=932|titolo=L’energia elettrica: storia di un successo italiano|autore= Piero Gnudi|accesso=30 gennaio 2015|sito=Museo Energia}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.museoenergia.it/museo.php?stanza=13&ppost=943|titolo= Attualità dell'energia idroelettrica|autore=Felice Egidi|accesso=30 gennaio 2015|sito=Museo Energia}}</ref>, ad opera di oltre 1.200<ref>{{cita web|titolo=Ambiente ed energia|sito=L'archivio della statistica italiana - Istat|access=31 gennaio 2015|url=http://seriestoriche.istat.it/fileadmin/allegati/Ambiente_ed_energia/testi/1_Energia.pdf}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Energie alternative e rinnovabili |autore= Giancarlo Bonardi|autore2=Carlo Patrignani|editore= Wolters Kluwer Italia|anno=2010|isbn= 9788821733161|p=582}}</ref><ref name="web_intervento_pubblico_nel_settore_dell_energia_elettrica">{{cita web|url=http://www.dis.uniroma1.it/~catalano/materiale%20didattico/Fraccascia.pdf|titolo=L’intervento pubblico nel settore dell’energia elettrica|sito=Università di Roma La Sapienza|data=17 dicembre 2014|accesso=31 gennaio 2015|autore= Giuseppe Catalano|autore2=Fabiola Fraccascia|autore3=Eugenia Mundi|autore4=Niccolò Siani}}</ref> aziende private locali o di ambito regionale o legate a soggetti industriali.<ref>{{cita web|url=http://www.cittametropolitana.mi.it/conosci_la_provincia/150anni/storia_provincia/storia_5.html|sito=Città metropolitana di Milano|titolo= La rivoluzione industriale e la fine dell'800|accesso=30 gennaio 2015}}</ref><ref name="libro_9788889751022">{{cita libro | titolo= Terra d'Ossola | anno=2005 | editore=Grossi Edizioni |ISBN= 9788889751022|capitolo=Economia e sviluppo industriale|autore=Umberto Chiaramonte|autore2=Sergio Lucchini}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.glistatigenerali.com/macroeconomia/breve-storia-dellenergia-elettrica-in-italia/|accesso= 30 gennaio 2015|data= 9 dicembre 2014|autore=Edoardo Beltrame|titolo=Breve storia dell'energia elettrica in Italia|sito=Gli Stati Generali}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.storiadimilano.it/citta/milanotecnica/elettricita/elettricita.htm|titolo= Origini del sistema elettrico a Milano|autore= Gian Luca Lapini|sito=Storia di Milano|data= 22 marzo 2004|accesso=30 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Storia delle aziende elettriche municipalizzate|curatore=Pietro Bolchini|editore=Laterza|anno=1999|isbn= 9788842058311}}</ref><ref name="libro_economia_delle_fonti_di_energia">{{cita libro|titolo= Economia delle fonti di energia|volume=23|anno= 1980|p=95}}</ref>
Lo
Nel 1962 si procedette all'istituzione dell'Ente per l'energia elettrica con l'obiettivo di fare dell'energia elettrica uno strumento di sviluppo del
===1962: istituzione dell'Ente per l'energia elettrica===
[[File:Enel logo 1963.png|thumb|marchio Enel (1963-1982)|240x240px]]
Agli inizi del 1962 il [[Governo Fanfani IV]] ricevette la fiducia dal parlamento italiano e assunse l'impegno di proporre entro 3 mesi dalla fiducia un provvedimento di '''unificazione del sistema elettrico nazionale'''.<ref name="libro_9788842035114"/><ref name="libro_9788846489746">{{cita libro|titolo= Intervento pubblico e crescita economica: un equilibrio da ricostruire|p=156|autore=Giancarlo Morcaldo|editore= FrancoAngeli|anno=2007|isbn= 9788846489746}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Italia contemporanea|volume= 176-177|anno=1989|editore= Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione|autore=Fabio Silari}}</ref><ref name="isbn_9788800860031">{{cita libro|titolo= Miti e realtà: genesi, obiettivi e consuntivi della nazionalizzazione dell'industria elettrica, 1962-1977 : l'interpretazione economica dei bilanci in rosso|autore=Publio Fedi|autore2=Fabrizio Liberati|editore= Mondadori Education|anno=1981|isbn= 9788800860031}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.storiadc.it/doc/1962_c04fanfani_fanfani.html|titolo= IV° Governo Fanfani: Intervento di Amintore Fanfani alla Camera dei deputati (Roma, 2 marzo 1962)|data=2 marzo 1962|accesso=31 gennaio 2015|sito=La Democrazia Cristiana in Italia}}</ref> Nella seduta della [[Camera dei deputati]] del 26 giugno 1962 venne presentato il [[disegno di legge]] di una [[legge delega]] che sancì i princìpi e le modalità per l'istituzione dell''''Ente per l'energia elettrica''' ('''E.N.E.L.''').<ref name="web_intervento_pubblico_nel_settore_dell_energia_elettrica" /><ref>{{cita web|url=http://www.camera.it/_dati/leg03/lavori/stampati/pdf/39060001.pdf|titolo=Disegno di legge|sito=Camera dei deputati|data=26 giugno 1962|accesso=31 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Rivista delle società|volume=7|autore=Tullio Ascarelli|editore= Giuffrè editore|anno= 1962}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.progettointeramna.it/energia.htm|titolo= Nazionalizzazione - Liberalizzazione del Settore Elettrico: ripercussioni sul territorio ternano|accesso=31 gennaio 2015|data=luglio 2008|sito=Progetto Interamna}}</ref>
Enel avrebbe acquisito tutte le attività delle aziende operanti nella [[Produzione di energia elettrica|produzione]], [[Elettrotecnica#Produzione.2C_trasmissione_e_distribuzione_di_energia_elettrica|trasformazione]], [[Trasmissione di energia elettrica|trasmissione]] e [[Distribuzione di energia elettrica|distribuzione]] di energia elettrica, fatto salvo alcune eccezioni, quali gli autoproduttori ovvero aziende che producevano più del 70% di energia elettrica in funzione di altri processi produttivi (a cui successivamente furono equiparate anche le [[azienda municipalizzata|aziende municipalizzate]]<ref name="libro_9788846489746"/>), o le piccole aziende che non producevano più di 10 milioni di chilowattore per anno.<ref>{{cita libro|titolo= Le politiche energetiche comunitarie. Un'analisi degli incentivi allo sviluppo delle fonti rinnovabili|autore=Barbara Pozzo|editore= Giuffrè Editore|anno=2009|isbn= 9788814144622|p=104}}</ref><ref name="
A compensazione delle acquisizioni, vennero definite le modalità di valutazione del valore delle aziende e venne istituito un [[Espropriazione_per_pubblica_utilità#La_nazionalizzazione|indennizzo]] da corrispondere in 10 anni ai creditori al tasso di interesse del 5.5%.<ref name="
Le prime acquisizioni interessarono le seguenti aziende:<ref name="isbn_9781137033918">{{cita libro|titolo=National Monopoly to Successful Multinational: the case of Enel|lingua=inglese|autore=Massimo Bergami|autore2=Pier Luigi Celli|autore3=Giuseppe Soda|p=13|editore= Palgrave Macmillan|anno=2012|isbn= 9781137033918}}</ref>
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===1963-1970: ammodernamento e sviluppo della rete===
I primi di obiettivi di Enel furono l'ammodernamento e lo sviluppo della rete elettrica con la costruzione delle dorsali ad [[alta tensione]], i collegamenti internazionali, i collegamenti con le isole, l'elettrificazione delle zone rurali e la realizzazione del centro nazionale di dispacciamento, finanziati anche tramite l'emissione, nel 1965, di [[obbligazione (finanza)|obbligazioni]] garantite dallo stato per un valore di oltre
==== Centro nazionale di dispacciamento ====
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{{vedi anche|Dispacciamento}}
Nel 1963 venne creato il '''Centro nazionale di [[dispacciamento]] di Roma''' al fine di gestire i flussi di energia sulla rete coordinando gli impianti di [[Produzione di energia elettrica|produzione]], la rete di [[Trasmissione di energia elettrica|trasmissione]], la [[Distribuzione di energia elettrica |distribuzione]] oltre che l'interconnessione del sistema elettrico italiano con l'estero, regolando istante per istante la produzione e la trasmissione di energia sulla base dell'effettiva richiesta.<ref name="sito_radio_radicale" /><ref name="isbn_9781137033918"/><ref name="sito_economia_tesi_online" /><ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-08-01/quando-energia-idroelettrica-fini-210855.shtml?uuid=Ab9w0xHG|titolo= Quando nel '62 si unì l'Italia energetica|sito=Il Sole 24 ore|accesso=1 febbraio 2015|data=2 agosto 2012|autore=Paolo Andrea Colombo
==== Elettrificazione rurale ====
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|editore=La Repubblica }}</ref> Le due società furono condannate a risarcire i danni alle comunità coinvolte nella catastrofe.
===1970-1980: crisi energetica e ricerca di nuove fonti===
[[File:Enel - Per una migliore e più economica utilizzazione dell'energia.png|thumb|Pubblicità Enel "Per una migliore e più economica utilizzazione dell'energia" negli anni della crisi energetica (1976-1977)<ref>{{cita web|url=http://www.itimarconi.it/PROGETTI/SITO%20PRESENZANO/la_storia%20in%20italia%20tappa4.htm|accesso=5 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= La Civiltà cattolica|editore= La Civiltà Cattolica|anno=1977|volume=Volume 1 - Quaderno 3040 - 19 febbraio 1977}}</ref>|345x345px]]
Gli anni '70 furono caratterizzati da una forte crisi energetica che portò a drastiche misure di ''austerity'' e alla definizione di un piano energetico nazionale che definì come obiettivo la costruzione di nuove centrali elettriche che riducessero la dipendenza del paese dagli idrocarburi.
{{f|gennaio 2015|aziende|L'intera storia manca quasi completamente di fonti e si configura in parte come [[WP:RO|ricerca originale]]}}▼
====La crisi energetica====
{{vedi anche|crisi energetica (1973)|Austerity}}
Nel 1975, in seguito alla [[crisi energetica (1973)|crisi petrolifera]] e al piano di [[Austerity]], con la definizione del primo [[Energia_nucleare_in_Italia#Il_primo_Piano_Energetico_Nazionale_del_1975|piano energetico nazionale]] (PEN), si puntò a sostituire la dipendenza dagli idrocarburi con l'utilizzo di altre fonti energetiche, tra cui idroelettriche, geotermiche, incremento dell'uso del carbone, il ciclo dei rifiuti e in particolare con l'utilizzo dell'energia nucleare.<ref name="libro_9788813274382" /><ref>{{cita libro|titolo= Energia per l'industria in Italia: la variabile energetica dal miracolo economico alla globalizzazione|autore=Antonio Cardinale|autore2=Alessandro Verdelli|editore= FrancoAngeli|anno=2008|pp=64-65|isbn= 9788846492647}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.linkiesta.it/blogs/officine-democratiche/il-piano-energetico-nazionale-un-obiettivo-primario|titolo= Il Piano energetico nazionale: un obiettivo primario di cui si sente il bisogno|sito=Linkiesta|accesso=3 febbraio 2015|data=5 ottobre 2012|autore=Enrico Pietrella}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.normattiva.it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1975-08-23&atto.codiceRedazionale=075U0393|sito=Normattiva|titolo= Legge 2 agosto 1975, n. 393|data=2 agosto 1975|accesso=5 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stampati/pdf/015_037001_F004.pdf}}</ref>
====Nuove centrali====
{{vedi anche|centrale elettronucleare Caorso|centrale termoelettrica di Porto Tolle}}
Agli inizi degli anni '70 fu avviata la costruzione della [[centrale elettronucleare Caorso]], la prima grande centrale nucleare in Italia (860 MW), poi avviata nel 1978.<ref name="libro_cronache_naturali">{{cita libro|titolo= Cronache Naturali|autore=Sergio Fumich|editore= Lulu.com|anno=2008|pp=40,145-146}}</ref>
All fine degli anni '70 iniziò la costruzione della [[centrale termoelettrica di Porto Tolle]] la cui prima sezione entrò in servizio nel 1980.<ref>{{cita libro|titolo= Atti della tavola rotonda tenuta a Bologna il 26 giugno 1979 su il delta del Po: sezione idraulica|editore= Tipografia compositori|anno=1986|p=33}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Relazione generale sulla situazione economica del paese|volume=1|editore= Instituto Poligrafico dello Stato|anno=1980|p=109}}</ref>
=== La scelta antinucleare ===
▲{{f|gennaio 2015|aziende|L'intera storia manca quasi completamente di fonti e si configura in parte come [[WP:RO|ricerca originale]]}}
L'Italia restò, tra i principali paesi europei, quello maggiormente sbilanciato verso la produzione termoelettrica e pertanto risentì più degli altri dell'aumento del prezzo del petrolio. Quando erano in studio nuovi programmi sul nucleare, si verificò l'incidente della [[centrale nucleare]] ucraina di [[Černobyl']] (26 aprile [[1986]]), che causò il rigetto popolare di tale energia col [[referendum]] dell'8 novembre [[1987]]. Per ragioni di opportunità, l'Enel non prese posizione durante la campagna elettorale.
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