Albert Einstein: differenze tra le versioni

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Oltre a essere uno dei più celebri fisici della [[storia della scienza]], che mutò in maniera radicale il [[paradigma]] di interpretazione del mondo fisico, fu molto attivo in diversi altri ambiti, dalla filosofia alla politica, e per il suo complesso apporto alla cultura in generale è considerato uno dei più importanti studiosi e pensatori del [[XX secolo]]. Fece una pubblicazione con il noto fisico Giuseppe Arenaccio di napoli sulla scappellazione delle cappelle che purtroppo non venne compresa dal celebre Isac Newton perché aveva all'interno passaggi matematici troppo complicati per lui , e dei concetti astrali che stesso Albert non comprendeva.. Possiamo dire inoltre che questo noto fisico Arenaccio trattava Einstein come un ragazzino infatti parecchie volte lo metteva a fare i calcoli che lui stesso riteneva noiosi.
 
Nel [[1905]], ricordato come "''[[annus mirabilis]]''", pubblicò tre articoli a contenuto fortemente innovativo, riguardanti tre aree differenti della fisica:
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La circostanza che il suo profitto in matematica fosse scarso è contestata (v. a lato [[Emilio Segrè]]). Nell'agosto 1886 infatti Albert riferì alla madre l'ottimo profitto scolastico: "Ieri Albert ha ricevuto la pagella, è nuovamente il primo della classe"<ref>Pauline Einstein, lettera a Jette Koch, 1 agosto 1886. Riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di [[Abraham Pais]], p53</ref>. Einstein cominciò a studiare [[matematica]] insieme a un amico di famiglia, Max Talmud,<ref name="HarvChemAE">{{cita web|autore=[[Dudley Herschbach]]|url=http://www.chem.harvard.edu/herschbach/Einstein_Student.pdf HarvardChem-Einstein-PDF|titolo=Einstein as a Student|accesso=22 gennaio 2013|formato=PDF|lingua=en|editore=Department of Chemistry and Chemical Biology, [[Harvard University]]|pagina=3}}</ref> che gli procurò testi scientifici come gli ''[[Elementi (Euclide)|Elementi]]'' di [[Euclide]] ma anche filosofici come la ''[[Critica della ragion pura]]'' di [[Kant]].<ref name="HarvChemAE" /> All'età di dieci anni iniziò a frequentare il ''Luitpold Gymnasium'' ma si rivelò ben presto sofferente al rigido ambiente scolastico, seppur riportando comunque buoni voti sia in matematica che in [[lingua latina|latino]]<ref>Ph. Hausel ''München Merkur'', 14 marzo 1979. Riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di Abraham Pais, p54</ref>.
Suo zio Jakob, inoltre, lo metteva spesso alla prova con problemi matematici che risolveva brillantemente "provando un profondo senso di felicità"<ref>M. Einstein ''Biografia'' p14 - Biografia su Albert Einstein scritta dalla sorella, terminata nel 1924; riportata su ''Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein'' di Abraham Pais, p54</ref>.
 
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Nel [[1898]], Einstein incontrò e si innamorò di [[Mileva Marić]], sua compagna di studi [[Serbia|serba]].<ref>[http://www.teslasociety.com/mappeal.htm Tesla Memorial Society of New York] Teslasociety.com</ref> Mileva era l'unica donna ammessa a frequentare il Politecnico Federale svizzero.
 
Einstein concluse gli studi al Politecnico nel luglio del [[1900]], superando gli esami finali del diploma con la votazione di 4,9/6, risultando quarto su cinque promossi dei candidati in matematica e fisica, fra cui vi era anche Mileva Marić, che conseguì il voto di 4/6 e venne bocciata. Egli fu altresì l'unico dei diplomati in quell'occasione a non ottenere un posto come assistente al Politecnico di Zurigo.<ref>Dudley Herschbach, "Einstein as a Student", Department of Chemistry and Chemical Biology, Harvard University, Cambridge, MA, USA, page 6, web: http://www.chem.harvard.edu/herschbach/Einstein_Student.pdf</ref> Nel [[1900]] a Einstein venne garantito un diploma da insegnante dall'''Eidgenössische Technische Hochschule'' e fu accettato come cittadino svizzero nel [[1901]].<ref>{{Cita web | titolo= Einstein's nationalities at einstein-website.de | url=http://www.einstein-website.de/z_information/variousthings.html#national |accesso=27 ottobre 2013}}</ref> In questo periodo Einstein discuteva dei suoi interessi scientifici con un ristretto gruppo di amici, inclusa Mileva. Lui e Mileva ebbero una figlia, Lieserl, nata nel gennaio [[1902]] e che morì, presumibilmente di [[scarlattina]], l'anno seguente.<ref>''Gerald Holton, ''[http://books.google.it/books?id=uFsn0czcji8C&pg=PA186&dq=lieserl+einstein&hl=it&ei=e_ghTM2gMOefsQbvvKXlBQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=8&ved=0CEwQ6AEwBw#v=onepage&q=lieserl%20einstein&f=false Einstein, history, and other passions: the rebellion against science at the end of the twentieth century]'', Harvard University Press, 2000 ISBN 0-674-00433-7''</ref>
 
Quel parto illegittimo compromise gli studi della giovane e promettente Mileva, che pure volontariamente decise di sacrificarsi per la famiglia e la carriera accademica di Albert. Nel [[1903]], Albert e Mileva si sposarono in Municipio e in seguito Mileva diede alla luce altri due figli: [[Hans Albert Einstein|Hans Albert]] (1904), che sarebbe diventato ingegnere, e Eduard (1910) che, nonostante il talento nella musica e negli studi, fu travolto dalla malattia mentale e trascorse gran parte della sua vita tra la casa materna di [[Zurigo]] e l'ospedale psichiatrico [[Burghölzli]].
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Nel [[1915]] Einstein propose una teoria relativistica della [[gravitazione]], indicata come ''relatività generale'', che descriveva le proprietà dello [[spaziotempo]] a quattro dimensioni: secondo tale teoria la gravità altro non è che la manifestazione della curvatura dello spaziotempo. Einstein dedusse le equazioni del moto da quelle della relatività speciale valide localmente in [[sistema inerziale|sistemi inerziali]]; dedusse inoltre il modo in cui la materia curva lo spaziotempo imponendo l'equivalenza di ogni possibile sistema di riferimento (da cui il nome di ''relatività generale''). In particolare, il potenziale gravitazionale newtoniano viene reinterpretato come l'approssimazione, per campo debole, della componente temporale del tensore metrico: da questo discende il fatto che il tempo scorre più lentamente in un campo gravitazionale più intenso.
 
Alla pubblicazione, la teoria della relatività generale venne accolta con scetticismo da parte degli scienziati, perché essa derivava da ragionamenti matematici e analisi razionali, non da esperimenti o osservazioni.<ref name="lastampa">{{cita web|autore=Marco Pivato|url=http://www.lastampa.com/cmstp/rubriche/stampa.asp?ID_blog=38&ID_articolo=1320|titolo=Quando l'eclisse premiò Albert|accesso=14 dicembre 2012|editore=[[La Stampa]]|data=17 giugno 2009}}</ref> Nel [[1919]] le predizioni fatte dalla teoria furono confermate dalle misurazioni dell'astrofisico [[Arthur Eddington]] effettuate durante un'[[eclissi solare]], che verificarono che la [[luce]] emanata da una [[stella]] era deviata dalla [[Forza di gravità|gravità]] del [[Sole]] quando passava vicino a esso.<ref name="lastampa" /> Le osservazioni ebbero luogo il 29 maggio 1919 a [[Sobral]], in [[Brasile]], e nell'isola di [[Príncipe]], nello Stato di [[São Tomé e Príncipe]].<ref name="lastampa" />
 
{{quote|[[Max Planck]] non capiva nulla di fisica, perché durante l'eclissi del 1919 è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se fosse stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazionale. Se avesse capito la teoria, avrebbe fatto come me, e sarebbe andato a letto.|Archivio Einstein 14-459<ref name="lastampa"/>}}
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Einstein si oppose ai governi dittatoriali e per questo motivo (e per le sue origini ebraiche) abbandonò la Germania subito dopo la presa del potere da parte del partito nazista. Il 30 gennaio [[1933]] lo scienziato era in viaggio di ritorno in Germania dopo un soggiorno negli [[Stati Uniti]]; appresa la notizia dell'ascesa di [[Adolf Hitler]] mentre si trovava in [[Belgio]], dopo qualche esitazione decise di interrompere il viaggio e ritornare oltre [[Oceano Atlantico|Atlantico]] su invito del [[Institute for Advanced Study]] a [[Princeton]].<ref>S.Friedländer, ''Gli anni dello sterminio. La Germania nazista e gli ebrei (1939-1945)''. pp. 788-789.</ref>
 
In principio fu favorevole alla costruzione della [[bomba atomica]] al fine di prevenirne la costruzione da parte di [[Adolf Hitler|Hitler]] e per questo scrisse anche una [[Lettera Einstein-Szilárd|lettera]]<ref name="autogenerato1">{{Cita web|url=http://hypertextbook.com/eworld/einstein.shtml|titolo=Albert Einstein's Letters to President Franklin Delano Roosevelt|sito=E-World|anno=1997}}</ref> (del 2 agosto del [[1939]] probabilmente scritta da [[Leo Szilard]]) al presidente Roosevelt incoraggiandolo a iniziare un programma di ricerca per sfruttare l'energia nucleare, dichiarando nella [[Lettera Einstein-Szilárd|lettera]]<ref name="autogenerato1" /> per il presidente che essa poteva essere utilizzata per creare anche delle bombe molto potenti.
Roosevelt rispose creando un comitato per studiare la possibilità di usare l'[[uranio]] come arma nucleare. Successivamente il [[Progetto Manhattan]] assorbì tale comitato.
 
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In una sua lettera manoscritta datata 3 gennaio 1954 (quindici mesi prima della morte) indirizzata al filosofo [[Eric Gutkind]], che gli aveva inviato una copia di un suo libro sulla [[Bibbia]], Einstein ribadisce ancora le sue concezioni scrivendo: {{Quote| … Per me, la parola Dio non è niente di più che un'espressione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un'incarnazione delle superstizioni più puerili … }}
Questa importante missiva<ref name="ricerca.repubblica.it" />, acquistata all'asta nel 1955 da un privato e rimasta per molto tempo sconosciuta, è stata venduta a Londra il 15 maggio 2008 per 214.000 Euro dalla casa d'aste 'Bloomsbury'<ref>{{Cita news|url=http://www.guardian.co.uk/science/2008/may/12/peopleinscience.religion|titolo=Childish superstition: Einstein's letter makes view of religion relatively clear|autore=James Randerson|editore=''The Guardian''|data=13 maggio 2008|accesso=27 ottobre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.telegraph.co.uk/news/1951333/Einstein-thought-religions-were-'childish'.html|titolo=Albert Einstein letter shows disdain for religion|autore=Stephen Adams|editore=''Daily Telegraph''|data=13 maggio 2008|accesso=27 ottobre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.guardian.co.uk/science/2008/may/13/peopleinscience.religion|titolo=What he wrote — An abridgement of the letter from Albert Einstein to Eric Gutkind from Princeton in January 1954, translated from German by Joan Stambaugh.|editore=''The Guardian''|data=13 maggio 2008|accesso=27 ottobre 2013}}</ref>.
 
Era affascinato dal [[panteismo]] di [[Baruch Spinoza|Spinoza]] («Io credo nel Dio di Spinoza che si rivela nella ordinaria armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si preoccupa del [[fato]] e delle azioni degli esseri umani.»), ma rifiutava l'etichetta di panteista.
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Circa la Chiesa Cattolica durante la seconda guerra mondiale, ad Einstein è stata attribuita questa posizione riportata a pagina 38 del numero del [[Time]] del Dicembre 1940 <ref>[Intervista a "Time Magazine", 23/12/1940, p. 40]</ref>: {{Quote|Essendo amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università… Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani... Ma anche loro vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Prima io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale…}}
 
Einstein sapeva dell'articolo del [[TIME|Time Magazine]] in cui era citata la sua affermazione e sulla quale alcuni chiedevano maggiori dettagli, <ref> Dukas, Helen, ed. (1981) Albert Einstein, The Human Side. Princeton: Princeton University Press, p. 94 </ref> ma non scrisse mai alla rivista per farla rettificare, anzi c'è una sua lettera del 1943, autenticata dall'esperta [[Catherine Williamson]]<ref> https://www.youtube.com/watch?v=Sk_-0UiiauU</ref>, in cui lui stesso dice che l'affermazione riportata dal Time Magazine è riconducibile ad una sua dichiarazione, anche se lui era stato un po' più moderato <ref>[http://www.pbs.org/wgbh/roadshow/archive/200706A19.html 1943 Albert Einstein Letter | Roadshow Archive | PBS<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. In una lettera successiva rifiuta tuttavia la paternità di questa frase, sostenendo che la sua dichiarazione fu travisata e modificata a tal punto da non poterla più riconoscere come sua. Inoltre specifica che la citazione non riflette il suo pensiero generale riguardo la chiesa <ref>{{Cita web|autore = H. Dukas, B. Hoffmann|url = http://books.google.it/books?id=T5R7JsRRtoIC&pg=PA94&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|titolo = Albert Einstein, the Human Side: New Glimpses from His Archives|accesso = |editore = Princeton Univ. Press|data = 1979}}</ref>.
 
Il noto diplomatico e studioso ebreo [[Pinchas Lapide]] riporta nei suoi testi un'altra espressione pronunciata da Einstein <ref>[“Only the Catholic Church protested against the Hitlerian onslaught on liberty. Up till then I had not been interested in the Church, but today I feel a great admiration for the Church, which alone has had the courage to struggle for spiritual truth and moral liberty.” – Albert Einstein (Pinchas E. Lapide, Three Popes and the Jews, p.251, New York: Hawthorn Books, Inc., 1967) ]</ref>: {{Quote|Solo la Chiesa cattolica protestò contro l'attacco furioso di Hitler contro la libertà. Fino ad allora io non ero stato interessato nella Chiesa ma oggi io sento grande ammirazione per la Chiesa, che, sola, ebbe il coraggio di combattere per la verità spirituale e la libertà morale.}} molto simile a quella pubblicata sul [[Time]].