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Nel 1683 fece domanda per il posto di ''Sous-maître de la chapelle royale'' ("Sotto-maestro della [[chapelle royale]]"), ma senza successo; nel 1686 divenne però organista e maestro di canto alla [[Maison Royale de Saint-Louis]] a [[Saint-Cyr-l'École|Saint-Cyr]], un istituto che si prendeva cura delle figlie dei nobili caduti in disgrazia, un collegio, fondato da Luigi XIV e [[Madame de Maintenon]] (1635–1719). Qui collaborò, insieme a [[Jean-Baptiste Moreau]] (1656–1733), anche come [[clavicembalista]] alle rappresentazioni dell<nowiki>'</nowiki>''[[Ester (Racine)|Ester]]'' e dell<nowiki>'</nowiki>''[[Atalia (Racine)|Atalia]]'' di [[Jean Racine]] (1639–1699). Questa occupazione passò poi nel 1704 a [[Louis-Nicolas Clérambault]] (1676–1749). Oltre a ciò, Nivers fece domanda nel 1698 per il posto di ''Maître de musique'' alla [[Sainte-Chapelle]], ma alla fine fu nominato il suo concorrente [[Marc-Antoine Charpentier]] (1634–1704). Come organista a Saint Sulpice fu sostituito a partire dal 1702 dal nipote Jean-Baptiste Totin; anche questo incarico passerà in seguito a Clérambault. Sebbene molto preso dagli incarichi presso la corte, Nivers rimase sempre strettamente legato alla comunità di Saint Sulpice, nelle cui vicinanze (rue Férou) abitò inoltre fino alla morte. Qui ebbe buoni contatti con numerosi ordini religiosi, fra cui quello delle ''Religieuses du Saint-Sacrament'', nella cui chiesa sarà poi sepolto. Fra i suoi averi lascerà fondi terrieri e una vasta biblioteca di {{tutto attaccato|200 000}} volumi.
==Valore dell'opera==
Nivers fa parte dei più significativi organisti del suo tempo. Nella tradizione di [[Louis Couperin]] (circa 1626–1661) creò nei suoi tre ''Livre d'orgue'' dei modelli di pezzi standardizzati con specifiche indicazioni di registrazione, le quali sfruttano tutte le possibilità dell'organaria francese dell'epoca (circa cento pezzi nel primo volume, riuniti in cicli di otto/dieci pezzi); queste composizioni appartengono alle più antiche stampe di musica organistica in Francia dai tempi di [[Jean Titelouze]] (1563–1633). Fra i tipi di pezzi citati troviamo ''Prélude, Plein jeu, Grand jeux, Fugue grave, Fugue gaye, Duo'' e i [[versetto (musica)|versetti]] ''à deux chœrs'', i più tardi precursori dei ''Dialogues''. Solo le composizioni più tarde di Lebègue, che più si avvicinava allo stile di [[Jean-Baptiste Lully]] (1632–1687), hanno allargato il numero di questi tipi di pezzi (ad esempio ''Récit en taille''). Nel secondo volume si trovano messe per organo con pezzi dell'[[Ordinario (messa)|ordinario]] e inni secondo le prescrizioni del ''Caeremoniale Parisiense''. La terza raccolta contiene pezzi liberi funzionali, di nuovo legati in modo ciclico, sempre nell'ordine dei toni ecclesiastici. I modelli presentati da Lebègue e Nivers hanno costituito la base dello stile concertante fino al XVIII secolo inoltrato ([[François Couperin]], [[Nicolas de Grigny]]).
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