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{{Azienda
|nome=Enel S.p.A.
|logo=Enel Logo.svg
|tipo=Società per azioni
|borse={{BorsaItaliana|IT0003128367|ENEL}}
|data_fondazione = 27 novembre - 6 dicembre 1962
|forza_cat_anno = 1962
|luogo_fondazione=[[Roma]]
|data_chiusura =
|nazione = ITA
|sede= [[Roma]]
|fondatori=[[Governo italiano]]
|filiali=
|gruppo=[[Gruppo Enel]]
|slogan=
|persone_chiave= 
* [[Maria Patrizia Grieco]], [[Presidente]]
* [[Francesco Starace]], [[Amministratore delegato]] e Direttore Generale
|industria=produzione, distribuzione e vendita di energia, servizi
|prodotti=
[[Elettricità]]
* [[Gas naturale]]
|fatturato = {{profit}}80,535 miliardi [[€]]<ref name="enel.com">[http://www.enel.com/it-IT/doc/report2013/bilancio_consolidato_enel_spa_2013_it.pdf Bilancio consolidato ENEL S.p.A 2013]</ref>
|anno_fatturato=2013
|risultato operativo= {{profit}}17,011 miliardi [[Euro|€]] </ref name="www.enel.com">
|anno_risultato operativo=2013
|utile netto= {{profit}}3,235 miliardi [[Euro|€]] </ref name="www.enel.com">
|anno_utile netto=2013 </ref name="www.enel.com">
|dipendenti= 71.394 </ref name="www.enel.com">
|anno_dipendenti= 2013
|sito= www.enel.com
}}
'''Enel''', acronimo di Ente nazionale per l'energia elettrica ('''ENEL'''), è un'[[azienda multinazionale]] produttrice e distributrice di [[energia elettrica]] e di [[gas]].
Enel è istituita come [[ente pubblico]] a fine 1962 e trasformata in [[società per azioni]] nel 1992.<ref name="sito_radio_radicale">{{cita web|url=http://www.radioradicale.it/storia-di-enel-dal-1962-ai-nostri-giorni|accesso=29 gennaio 2015|data=29 settembre 2006|autore=Roberta Jannuzzi|sito=Radio Radicale|titolo= Storia di Enel dal 1962 ai nostri giorni}}</ref> Nel 1999 in seguito alla liberalizzazione del mercato dell'[[energia elettrica]] in Italia, Enel viene privatizzata.<ref>{{cita web|url=http://www.camera.it/cartellecomuni/leg14/RapportoAttivitaCommissioni/testi/05/05_cap10_sch04.htm|sito=Camera dei deputati|titolo=Dismissione partecipazioni dello Stato|accesso=29 gennaio 2015}}</ref> A gennaio 2015 lo [[stato italiano]] mantiene il 31,24% del [[capitale]] della società.<ref>{{cita web|url=http://www.panorama.it/economia/aziende/privatizzazione-enel-eni/|sito=Panorama|titolo= La privatizzazione di Enel ed Eni|data=28 agosto 2014|accesso=29 gennaio 2015|autore=Andrea Telara}}</ref><ref>{{cita web|sito=Ministero dell'Economia e delle Finanze|titolo= Elenco delle Partecipazioni dirette del Ministero dell'Economia e delle Finanze|accesso=29 gennaio 2015|url=http://www.dt.mef.gov.it/it/partecipazioni/elenco_partecipazioni/}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/economia/corriereconomia/14_luglio_07/privatizzazioni-eni-ed-enel-aggregatori-stato-6567e844-05c5-11e4-9ae2-2d514cff7f8f.shtml|titolo= Privatizzazioni. Eni ed Enel, gli aggregatori di Stato|sito=Corriere della Sera|access=29 gennaio 2015|data=8 luglio 2014|autore= Alessandra Puato}}</ref>
Nel 2014 Enel ha più di 70.000 dipendenti<ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/23/datori-italiani-gruppo-agnelli-per-dipendenti-74-allestero/1167626/|sito=Il Fatto Quotidiano|accesso=29 gennaio 2015|data=23 ottobre 2014|titolo= Datori lavoro italiani, Agnelli primi per dipendenti. Ma il 74% è all’estero}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/10/23/-fca-cnh-torna-sopra-306-mila-addetti-dopo-24-anni-_b6701be3-8fdc-4026-9221-adaa7c557691.html|sito=Ansa|titolo= Fca-Cnh torna sopra 306 mila addetti dopo 24 anni|accesso=29 gennaio 2015|data= 23 ottobre 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://annualreport2013.enel.com/it/relazione-gestione/sintesi-risultati/dati-operativi|titolo= Dati operativi | ENEL Bilancio consolidato 2013|accesso=29 gennaio 2015|sito=Enel}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art//2014-04-15/starace-promosso-obiettivo-ridurre-debiti-063651.shtml?uuid=ABG564AB|titolo= Starace «promosso», obiettivo ridurre i debiti|sito=Il Sole 24 Ore|accesso=29 gennaio 2015|data=15 aprile 2014|autore=Laura Serafini}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.enel.com/it-IT/investors/main_data/results_division/|sito=Enel|titolo= Principali dati economico-finanziari per Divisione: 2013|accesso=29 gennaio 2015}}</ref>, è presente in 40 paesi<ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/#/2012/09/enel-nel-mondo/|sito=Enel.tv|titolo=Enel nel mondo|accesso=29 gennaio 2015|data=28 settembre 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2012/maggio/30/Quell_autosufficienza_cercata_Paesi_co_9_120530067.shtml|sito=Corriere della Sera|titolo= Quell'autosufficienza cercata in 40 Paesi|accesso=29 gennaio 2015|data= 30 maggio 2012|autore=Stefano Agnoli}}</ref> ed è la 56^ azienda al mondo per fatturato con 80.5 miliardi di euro<ref>{{cita web|url=http://fortune.com/global500/enel-56/|titolo=Global 500 2014|sito=Fortune|lingua=inglese|accesso=29 gennaio 2015|data=2014}}</ref> e una [[capitalizzazione]] di borsa di 31 miliardi di euro.<ref>{{cita web|url=http://finanza-mercati.ilsole24ore.com/quotazioni.php?QUOTE=!ENEL.MI|sito=Il Sole 24 Ore|titolo= Azioni Enel - Quotazioni ENEL e Titoli borsa|accesso=29 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.enel.com/it-IT/investors/stock_market/stock_rating/?WT.mc_id=2911|sito=Enel|titolo=Andamento del titolo|accesso=29 gennaio 2015}}</ref>
Il marchio di Enel, ideato da [[Bob Noorda]] e Maurizio Minoggio, nasce dalla combinazione del simbolo di un sole e di un albero i cui 9 rami o raggi rappresentano la molteplicità dei servizi offerti dall'azienda.<ref>{{cita web|url=http://www.museodelmarchioitaliano.it/marchi/enel.php|accesso=29 gennaio 2015|sito=Museo del Marchio Italiano|titolo=Marchio Enel - Storia ed Evoluzione}}</ref><ref name="Brand identity - YouTube">{{YouTube|titolo=Brand identity - Nuovo logo Enel 1998 - Enel Frammenti di storia|data=28 maggio 2010|accesso=29 gennaio 2015|id=rhoOmhytYTs}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/entities/presentazione-nuovo-logo-enel/|sito=Enel.tv|titolo=Presentazione Nuovo Logo Enel|accesso=29 gennaio 2015|data=1998}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.academia.edu/7151336/150_anni_di_sogni_e_segni|titolo=150 di sogni e segni|accesso=5 febbraio 2015|data=2011}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/bob-noorda_(Dizionario-Biografico)/|sito=Treccani|titolo=Bob Noorda|accesso=5 febbraio 2015|autore= Fiorella Bulegato}}</ref>
== Storia ==
=== 1898-1962: verso una politica nazionale dell'energia elettrica ===
[[File:Centrale elettrica EAV.JPG|thumb|right|La centrale idroelettrica di Rocchetta a Volturno|240x240px]]
La produzione di [[energia elettrica]] in Italia nel 1898 era di 100 milioni di [[Chilowattora|chilowattore]]<ref>{{cita web|url=http://www.gses.it/pub/silvi-isree9.php|sito=Gruppo per la storia dell'energia solare|accesso=30 gennaio 2015|titolo= Frammenti di storia dell’energia solare in Italia prima del 1955|autore= Cesare Silvi}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Storia d'Italia (1861-2001)|autore=Giuseppe Vottari|isbn=9788848315555|editore=Alpha Test|collana=Gli Spilli|p=73}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Nucleare E Solare Come Alternative Al Petrolio|autore=Augusto Garuccio|autore2=Giuseppe Guarino|autore3=Franco Selleri|editore=Edizioni Dedalo|anno=1993|p=47|isbn= 9788822037367}}</ref> e arrivò ad oltre 56 miliardi nel 1960.<ref>{{cita libro|titolo=L'Italia e l'energia. 150 anni di postvisioni energetiche|autore=Vestrucci|editore= FrancoAngeli|anno=2013|p=225|isbn= 9788820405618|capitolo=Appendice 3: L'energia elettrica in Italia}}</ref><ref>{{cita web|sito=Milano Città delle Scienze|titolo=Per una storia del sistema elettrico italiano|data=8 ottobre 2014|accesso=30 gennaio 2015|url=http://www.milanocittadellescienze.it/contents/cantieri/pdf/intervista_spegiorin.pdf}}</ref> La gran parte della produzione di energia elettrica sfruttò le caratteristiche del territorio, ovvero le risorse idrogeologiche<ref>{{cita web|url=http://www.museoenergia.it/museo.php?stanza=1&ppost=932|titolo=L’energia elettrica: storia di un successo italiano|autore= Piero Gnudi|accesso=30 gennaio 2015|sito=Museo Energia}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.museoenergia.it/museo.php?stanza=13&ppost=943|titolo= Attualità dell'energia idroelettrica|autore=Felice Egidi|accesso=30 gennaio 2015|sito=Museo Energia}}</ref>, ad opera di oltre 1.200<ref>{{cita web|titolo=Ambiente ed energia|sito=L'archivio della statistica italiana - Istat|access=31 gennaio 2015|url=http://seriestoriche.istat.it/fileadmin/allegati/Ambiente_ed_energia/testi/1_Energia.pdf}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Energie alternative e rinnovabili |autore= Giancarlo Bonardi|autore2=Carlo Patrignani|editore= Wolters Kluwer Italia|anno=2010|isbn= 9788821733161|p=582}}</ref><ref name="web_intervento_pubblico_nel_settore_dell_energia_elettrica">{{cita web|url=http://www.dis.uniroma1.it/~catalano/materiale%20didattico/Fraccascia.pdf|titolo=L’intervento pubblico nel settore dell’energia elettrica|sito=Università di Roma La Sapienza|data=17 dicembre 2014|accesso=31 gennaio 2015|autore= Giuseppe Catalano|autore2=Fabiola Fraccascia|autore3=Eugenia Mundi|autore4=Niccolò Siani}}</ref> aziende private locali o di ambito regionale o legate a soggetti industriali.<ref>{{cita web|url=http://www.cittametropolitana.mi.it/conosci_la_provincia/150anni/storia_provincia/storia_5.html|sito=Città metropolitana di Milano|titolo= La rivoluzione industriale e la fine dell'800|accesso=30 gennaio 2015}}</ref><ref name="libro_9788889751022">{{cita libro | titolo= Terra d'Ossola | anno=2005 | editore=Grossi Edizioni |ISBN= 9788889751022|capitolo=Economia e sviluppo industriale|autore=Umberto Chiaramonte|autore2=Sergio Lucchini}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.glistatigenerali.com/macroeconomia/breve-storia-dellenergia-elettrica-in-italia/|accesso= 30 gennaio 2015|data= 9 dicembre 2014|autore=Edoardo Beltrame|titolo=Breve storia dell'energia elettrica in Italia|sito=Gli Stati Generali}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.storiadimilano.it/citta/milanotecnica/elettricita/elettricita.htm|titolo= Origini del sistema elettrico a Milano|autore= Gian Luca Lapini|sito=Storia di Milano|data= 22 marzo 2004|accesso=30 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Storia delle aziende elettriche municipalizzate|curatore=Pietro Bolchini|editore=Laterza|anno=1999|isbn= 9788842058311}}</ref><ref name="libro_economia_delle_fonti_di_energia">{{cita libro|titolo= Economia delle fonti di energia|volume=23|anno= 1980|p=95}}</ref>
Lo stato sovvenzionò la realizzazione di [[Centrale elettrica|centrali elettriche]] e delle opere territoriali connesse al fine di incrementare la [[produzione di energia elettrica]] .<ref>{{cita libro|titolo=L'Industrializzazione in Italia: 1861-1900|autore= Giorgio Mori|editore= Società editrice il Mulino|anno=1977|curatore=Giorgio Mori}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Repertorio generale annuale della Giurisprudenza italiana|editore= Unione tipografico-editrice|anno=1960|p=60|volume=1}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Storia dell'industria elettrica in Italia|autore= Giorgio Mori|autore2=Giovanni Zanetti|editore=Laterza|anno=1994|isbn= 9788842045588}}</ref> Nell'ambito della [[Distribuzione di energia elettrica|distribuzione]] lo stato intervenne nel 1961 con l'unificazione delle tariffe su base nazionale per uguali classi di consumo (attraverso la [[cassa conguaglio per il settore elettrico]]<ref>{{cita libro|titolo= Storia delle aziende elettriche municipalizzate|curatore=Piero Bolchini|curatore2=Roberto Balzani|editore= Laterza|anno=1999|isbn= 9788842058311|p=137}}</ref><ref name="web_servizio_elettrico_dai_sistemi_regionali_alla_liberalizzazione">{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/il-servizio-elettrico-dai-sistemi-regionali-alla-liberalizzazione_(Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Tecnica)/|titolo= Il servizio elettrico dai sistemi regionali alla liberalizzazione|autore= Renato Giannetti|sito=Treccani|accesso=31 gennaio 2015}}</ref>) e imponendo alle aziende elettriche l'allacciamento a chiunque ne facesse richiesta.<ref name="libro_9788889751022" /><ref name="libro_economia_delle_fonti_di_energia" /><ref>{{cita libro|titolo= Intervento pubblico e crescita economica: un equilibrio da ricostruire|autore=Giancarlo Morcaldo|editore= FrancoAngeli|anno=2007|isbn= 9788846489746|pp=156-157}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Il Mezzogiorno di De Gasperi e Sturzo (1944-1959)|autore=Sergio Zoppi|editore= Rubbettino Editore|anno=2003|isbn= 9788849807059|p=76}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Piacenza economica|capitolo=L'unificazione delle tariffe dell'energia elettrica|anno=1962|pp=3-5|volume=1}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Notiziario|volume=24|editore=Confederazione generale dell'industria italiana|anno=1967|p=1621}}</ref><ref name="libro_9788849808964">{{cita libro|titolo= Tommaso Zerbi e i federalismi|capitolo=Per l'irizzazione dell'energia elettrica|autore=Giovanni di Capua|editore= Rubbettino Editore|anno=2004|isbn= 9788849808964}}</ref><ref name="libro_economia_internazionale_delle_fonti_di_energia">{{cita libro|titolo= Economia internazionale delle fonti di energia|volume=6|editore= Istituto di economia delle fonte di energia, Università commerciale L. Bocconi|anno=1962}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Storia dell'industria elettrica in Italia (1882-1962)|autore=Lauro Orizio|autore2=Francesco Radice|editore= Nova tipo lito|anno=1964|p=308}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ccse.cc/Documents/Documenti/CIP%20941-61.pdf|titolo=Provvedimento del comitato interministeriale dei prezzi|data=29 agosto 1961|accesso=31 gennaio 2015|sito=Cassa conguaglio per il settore elettrico}}</ref>
Nel 1962 si procedette all'istituzione dell'Ente per l'energia elettrica con l'obiettivo di fare dell'energia elettrica uno strumento di sviluppo del paese e di definire una politica nazionale dell'energia elettrica, anche sulla base delle esperienze di altri paesi quali [[Francia]] e [[Gran Bretagna]].<ref name="libro_9788849808964" /><ref name="libro_economia_internazionale_delle_fonti_di_energia" /><ref>{{cita libro|titolo= Storia del capitalismo italiano dal dopoguerra a oggi|curatore= Fabrizio Barca|editore= Donzelli Editore|anno=1997|capitolo=Le grandi imprese private: famiglie e coalizioni|autore=Franco Amatori|autore2=Francesco Brioschi}}</ref><ref name="libro_9788842035114">{{cita libro|titolo=La Nazionalizzazione dell'energia elettrica: l'esperienza italiana e di altri paesi europei : atti del convegno internazionale di studi del 9-10 novembre 1988 per il XXV anniversario dell'istituzione dell'Enel|editore= Laterza|anno=1989|p=264|curatore= Piero Bolchini|isbn= 9788842035114}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Libertà e giustizia per il Mezzogiorno|editore=G. Macchiaroli|anno=1955}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Il Consiglio di Stato: organo ufficiale del Centro italiano di studi amministrativi|volume=2|editore=Italedi|anno=1962}}</ref>
=== 1962: istituzione dell'Ente per l'energia elettrica ===
[[File:Enel logo 1963.png|thumb|marchio Enel (1963-1982)]]
Agli inizi del 1962 il [[Governo Fanfani IV]] ricevette la fiducia dal parlamento italiano e assunse l'impegno di proporre entro 3 mesi dalla fiducia un provvedimento di '''unificazione del sistema elettrico nazionale'''.<ref name="libro_9788842035114"/><ref name="libro_9788846489746">{{cita libro|titolo= Intervento pubblico e crescita economica: un equilibrio da ricostruire|p=156|autore=Giancarlo Morcaldo|editore= FrancoAngeli|anno=2007|isbn= 9788846489746}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Italia contemporanea|volume= 176-177|anno=1989|editore= Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione|autore=Fabio Silari}}</ref><ref name="isbn_9788800860031">{{cita libro|titolo= Miti e realtà: genesi, obiettivi e consuntivi della nazionalizzazione dell'industria elettrica, 1962-1977 : l'interpretazione economica dei bilanci in rosso|autore=Publio Fedi|autore2=Fabrizio Liberati|editore= Mondadori Education|anno=1981|isbn= 9788800860031}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.storiadc.it/doc/1962_c04fanfani_fanfani.html|titolo= IV° Governo Fanfani: Intervento di Amintore Fanfani alla Camera dei deputati (Roma, 2 marzo 1962)|data=2 marzo 1962|accesso=31 gennaio 2015|sito=La Democrazia Cristiana in Italia}}</ref> Nella seduta della [[Camera dei deputati]] del 26 giugno 1962 venne presentato il [[disegno di legge]] di una [[legge delega]] che sancì i princìpi e le modalità per l'istituzione dell''''Ente per l'energia elettrica''' ('''E.N.E.L.''').<ref name="web_intervento_pubblico_nel_settore_dell_energia_elettrica" /><ref>{{cita web|url=http://www.camera.it/_dati/leg03/lavori/stampati/pdf/39060001.pdf|titolo=Disegno di legge|sito=Camera dei deputati|data=26 giugno 1962|accesso=31 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Rivista delle società|volume=7|autore=Tullio Ascarelli|editore= Giuffrè editore|anno= 1962}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.progettointeramna.it/energia.htm|titolo= Nazionalizzazione - Liberalizzazione del Settore Elettrico: ripercussioni sul territorio ternano|accesso=31 gennaio 2015|data=luglio 2008|sito=Progetto Interamna}}</ref>
Enel avrebbe acquisito tutte le attività delle aziende operanti nella [[Produzione di energia elettrica|produzione]], [[Elettrotecnica#Produzione.2C trasmissione e distribuzione di energia elettrica|trasformazione]], [[Trasmissione di energia elettrica|trasmissione]] e [[Distribuzione di energia elettrica|distribuzione]] di energia elettrica, fatto salvo alcune eccezioni, quali gli autoproduttori ovvero aziende che producevano più del 70% di energia elettrica in funzione di altri processi produttivi (a cui successivamente furono equiparate anche le [[azienda municipalizzata|aziende municipalizzate]]<ref name="libro_9788846489746"/>), o le piccole aziende che non producevano più di 10 milioni di chilowattore per anno.<ref>{{cita libro|titolo= Le politiche energetiche comunitarie. Un'analisi degli incentivi allo sviluppo delle fonti rinnovabili|autore=Barbara Pozzo|editore= Giuffrè Editore|anno=2009|isbn= 9788814144622|p=104}}</ref><ref name="libro_9788813274382">{{cita libro|titolo= Manuale breve di diritto dell'Energia|autore=Eugenio Grippo|autore2=Filippo Manca|editore= Wolters Kluwer Italia|anno=2008|isbn= 9788813274382|pp=33,64}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Codice dell'ambiente|autore= Stefano Nespor|autore2=Ada Lucia De Cesaris|editore= Giuffrè Editore|anno=2009|isbn= 9788814137976|pp=1166-1174}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Energia e territori di montagna. La produzione idroelettrica e il ruolo dei Consorzi dei BIM. Problemi e prospettive| editore = FrancoAngeli|anno=2014|isbn= 9788891709165|p=47|autore= Geremia Gios|autore2=Ilaria Goio|autore3= Pietro Nervi}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Acea di Roma 1909-2000: da azienda municipale a gruppo multiservizi|autore=Stefano Battilossi|editore= FrancoAngeli|anno=2001|isbn=9788846429520|p=260}}</ref>
A compensazione delle acquisizioni, vennero definite le modalità di valutazione del valore delle aziende e venne istituito un [[Espropriazione per pubblica utilità#La nazionalizzazione|indennizzo]] da corrispondere in 10 anni ai creditori al tasso di interesse del 5.5%.<ref name="libro_9788813274382" /><ref>{{cita libro|titolo= Le società quotate alla Borsa valori di Milano dal 1861 al 2000: profili storici e titoli azionari|autore=Giuseppe De Luca|editore= Libri Scheiwiller|anno=2002}}</ref> Il 1962 venne considerato un [[Gestione, amministrazione, esercizio#Esercizio|esercizio]] di transizione in cui tutti gli oneri ed i proventi delle aziende acquisite sarebbero stati trasferiti ad Enel, mentre il 1963 segnò il primo anno di esercizio dell'azienda.<ref>{{cita libro|titolo= Studi in memoria di Salvatore Satta|volume=2|autore=Salvatore Satta|editore= CEDAM|anno=1982|p=1512}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Il Consiglio di Stato: organo ufficiale del Centro italiano di studi amministrativi|volume=2|editore= Italedi|anno=1966|p=412}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Sentenze e ordinanze della Corte costituzionale|volume=5|editore= Giuffrè|anno=1966}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Giurisprudenza costituzionale|volume=2|editore= Giuffrè|anno=1966}}</ref>
Le prime acquisizioni interessarono le seguenti aziende:<ref name="isbn_9781137033918">{{cita libro|titolo=National Monopoly to Successful Multinational: the case of Enel|lingua=inglese|autore=Massimo Bergami|autore2=Pier Luigi Celli|autore3=Giuseppe Soda|p=13|editore= Palgrave Macmillan|anno=2012|isbn= 9781137033918}}</ref>
* [[Società Idroelettrica Piemontese|SIP]] (Piemonte)<ref>{{cita libro|titolo= Giurisprudenza costituzionale|editore= Giuffrè|anno=1963}}</ref>
* Edison Volta (Lombardia)<ref>{{cita libro|titolo= L'intervento esterno nello sviluppo industriale del Mezzogiorno: analisi della situazione attuale e delle tendenze recenti|p=122|autore=Raffaele Cercola|editore= Guida Editori|anno= 1984| isbn=9788870428612}}</ref>
* [[Società Adriatica di Elettricità|SADE]] (Veneto)<ref>{{cita libro|titolo= Commissione parlamentare d'inchiesta sul disastro del Vajont: inventario e documenti|p=23|anno=2003|editore= Rubbettino Editore|isbn= 9788849806557}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/archiviostorico/vajont/inventario_vajont.pdf|sito=Senato della Repubblica|titolo=Inventario della commissione d'inchiesta sul disastro del Vajont|accesso=1 febbraio 2015}}</ref>
* SELT-Valdarno (Toscana)
* SRE (Lazio)
* [[Società Meridionale di Elettricità|SME]] (Campania)
* SGES (Sicilia)
* [[Carbosarda (società)|Carbosarda]] (Sardegna)
===1963-1970: ammodernamento e sviluppo della rete===
I primi di obiettivi di Enel furono l'ammodernamento e lo sviluppo della rete elettrica con la costruzione delle dorsali ad [[alta tensione]], i collegamenti internazionali, i collegamenti con le isole, l'elettrificazione delle zone rurali e la realizzazione del centro nazionale di dispacciamento, finanziati anche tramite l'emissione, nel 1965, di [[obbligazione (finanza)|obbligazioni]] garantite dallo stato per un valore di oltre 200 miliardi di lire.<ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg04/lavori/stampati/pdf/013_001184_F001.pdf|sito=Camera dei deputati|data=9 settembre 1966|accesso=2 febbraio 2015|titolo=Relazione della Corte dei Conti}}</ref><ref name="sito_economia_tesi_online">{{cita web|url=http://economia.tesionline.it/economia/article.jsp?id=1023|titolo= Enel|sito=Tesi Online Economia|accesso=1 febbraio 2015|autore= Ilenia Giuga}}</ref> Nel 1967 la sorveglianza di Enel passò dal Comitato dei Ministri al [[comitato interministeriale per la programmazione economica]] (CIPE) sempre di concerto con il [[Ministero dell'Industria]].<ref name="libro_9788813274382" /><ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stampati/pdf/015_037001_F004.pdf}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Dal monopolio alla concorrenza. La liberalizzazione incompiuta di alcuni settori|autore= Maria Martellini|pp=61-62|editore=FrancoAngeli|anno= 2007|isbn= 9788846494436}}</ref> In questo periodo inoltre la [[produzione di energia elettrica in Italia|produzione di energia]] termoelettrica superò per la prima volta quella idroelettrica.<ref>{{cita libro|titolo= ABC dell'elettrotecnica e della illuminazione|autore=Luigi Morati|editore=Hoepli|anno=1999|isbn= 9788820325817}}</ref><ref name="isbn_9788832362145">{{cita libro|titolo= Storia della tecnica elettrica|editore=Cisalpino|anno=2009|isbn= 9788832362145|autore=Virginio Cantoni|autore2=Silvestri Andrea|p=201}}</ref>
==== Centro nazionale di dispacciamento ====
{{vedi anche|Dispacciamento}}
Nel 1963 venne creato il '''Centro nazionale di [[dispacciamento]] di Roma''' al fine di gestire i flussi di energia sulla rete coordinando gli impianti di [[Produzione di energia elettrica|produzione]], la rete di [[Trasmissione di energia elettrica|trasmissione]], la [[Distribuzione di energia elettrica|distribuzione]] oltre che l'interconnessione del sistema elettrico italiano con l'estero, regolando istante per istante la produzione e la trasmissione di energia sulla base dell'effettiva richiesta.<ref name="sito_radio_radicale" /><ref name="isbn_9781137033918"/><ref name="sito_economia_tesi_online" /><ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-08-01/quando-energia-idroelettrica-fini-210855.shtml?uuid=Ab9w0xHG|titolo= Quando nel '62 si unì l'Italia energetica|sito=Il Sole 24 ore|accesso=1 febbraio 2015|data=2 agosto 2012|autore=Paolo Andrea Colombo}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/12/cos-il-dispacciamento.html|sito=La Repubblica|titolo=Cos'è il dispacciamento|data=12 novembre 1994|accesso=1 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/dispacciamento.aspx|titolo=Dispacciamento|sito=Terna|accesso=1 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Les transports d'énergie: techniques nouvelles et conséquences économiques. Travaux du Colloque européen d'économie de l'énergie. Grenoble, 6-8 mai 1965|lingua=francese|editore= Mouton & Company|anno=1969|p=95}}</ref>
==== Elettrificazione rurale ====
Nell'ambito dell''''elettrificazione rurale''' i nuclei abitati non collegati alla rete elettrica passarono dall'1,27% del 1960 allo 0,46% del 1964, con oltre 320.000 nuovi abitanti collegati. Nel quinquiennio 1966-1970 furono avviati ulteriori investimenti per l'elettrificazione rurale, a carico per l'80% dello stato e per il 20% dell'Enel, complementati da tariffe agevolate come stimolo allo sviluppo agricolo.<ref>{{cita libro|titolo= Design per l'energia: strumenti e linguaggi per una produzione diffusa|autore=Luca Mazzari|editore= Alinea Editrice|anno=2011|isbn= 9788860556370|p=72}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.cnel.it/53?shadow_documenti=17510|sito=CNEL|titolo= Diffusione della elettrificazione rurale|data=26 gennaio 1967|accesso=1 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=L'energia ed i poteri. Il mercato libero dell'energia elettrica tra realtà ed apparenze|autore=Alfonso Percuoco|editore= FrancoAngeli|anno=2004|isbn= 9788846455000|p=58}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.researchgate.net/publication/252931569_Cassa_per_il_Mezzogiorno._Il_caso_dell'Abruzzo/file/5046351f5754b42630.pdf|titolo=Cassa per il Mezzogiorno - Il caso dell'Abruzzo|accesso=1 febbraio 2015|p=44|autore=Emanuele Felice}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Indagine sulla situazione della elettrificazione rurale in Italia|anno=1966|editore=Enel}}</ref>
==== Rete ad alta tensione e collegamenti con le isole ====
Nel 1968 iniziarono i lavori (terminati nella prima metà degli anni '70) di realizzazione della linea a 380 Kv di collegamento tra Firenze e Roma che unì il sistema elettrico ad [[alta tensione]] del Nord con quello del Centro Sud.<ref>{{cita libro|titolo= Enciclopedia di Roma: dalla origini all'anno Duemila|autore=Caterina Napoleone|editore=Franco Maria Ricci|anno= Franco Maria Ricci|isbn= 9788821609466|p=387}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Vita italiana|volume=25|editore= Presidenza del Consiglio dei ministri|p=430}}</ref> Vennero realizzate inoltre i collegamenti internazionali ad alta tensione con la [[Francia]] (linea 380 kV Venaus-Villarodin, 1969) e con la [[Svizzera]].<ref name="isbn_9788800860031" /><ref>{{cita web|url=http://www.terna.it/LinkClick.aspx?fileticket=hnWA2E5xq7Y%3D&tabid=6503|sito=Terna|titolo=Tutti i numeri dell’interconnessione Italia-Francia|accesso=2 febbraio 2015}}</ref>
Negli stessi anni vennero attivati i collegamenti elettrici con l'utilizzo di cavi sottomarini tra la penisola e l'[[Isola d'Elba]] (1966)<ref name="libro_l_universo">{{cita libro|titolo=L'Universo|volume=50|editore= Istituto geografico militare|curatore=Silvio Govi}}{{cita web|url=http://www.enel.tv/#/entities/due-cavi-per-lelba/|titolo=Due cavi per l'Elba|sito=Enel.tv|accesso=2 febbraio 2015|data=1967}}</ref>, l'[[Isola d'Ischia]] (1967)<ref name="libro_l_universo" /><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/entities/ischia-70-metri-sotto/|titolo=Ischia 70 metri sotto|accesso=2 febbraio 2015}}</ref> e la [[Sardegna]], attraverso la [[Corsica]] (1967).<ref name="isbn_9788832362145" /><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/#/entities/interconnessione-sardegna-continente/|titolo=Interconnessione Sardegna - Continente|sito=Enel.tv|data=1967|accesso=5 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/#/entities/la-sardegna/|titolo=La Sardegna|sito=Enel.tv|data=1982|accesso=5 febbraio 2015}}</ref>
==== Il disastro del Vajont ====
{{vedi anche| Disastro del Vajont}}
L'Enel fu coinvolta nel [[disastro del Vajont]], accaduto il 9 ottobre [[1963]] al [[bacino idroelettrico|bacino]] del [[Diga del Vajont|Vajont]], [[invaso]] artificiale sfruttato per produrre una grande quantità di [[energia idroelettrica]], sulle cui acque cadde una frana di 260 milioni di metri cubi. L'impianto era stato realizzato dalla [[Società Adriatica di Elettricità|Sade]] e il 14 marzo 1963 era stato appena conferito nell'ambito del processo di nazionalizzazione alla neonata Enel. L'impatto della frana nel lago provocò delle ondate, entro e fuori la [[valle del Vajont]], che lambirono i paesi di [[Erto e Casso]] e che scavalcarono la diga, distruggendo i paesi a valle di [[Longarone]], Pirago, Rivalta, Villanova e Faè. Questo disastro causò circa duemila vittime. L'Enel fu imputata al processo come società responsabile del disastro, aggravata dalla prevedibilità dell'evento. Nel 1964, anche la [[Montedison]] fu coinvolta nel processo, avendo acquisito la [[Società Adriatica di Elettricità|SADE]], costruttore dell'impianto.
<ref>{{cita web
|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/06/24/vajont-il-risarcimento-montedison.html
|titolo=Vajont, il risarcimento Montedison
|data=24 giugno 1999
|accesso=29 novembre 2014
|editore=La Repubblica }}</ref> Le due società furono condannate a risarcire i danni alle comunità coinvolte nella catastrofe.
=== 1970-1980: crisi energetica e ricerca di nuove fonti ===
[[File:Enel - Per una migliore e più economica utilizzazione dell'energia.png|thumb|Pubblicità Enel "Per una migliore e più economica utilizzazione dell'energia" negli anni della crisi energetica (1976-1977)<ref>{{cita web|url=http://www.itimarconi.it/PROGETTI/SITO%20PRESENZANO/la_storia%20in%20italia%20tappa4.htm|accesso=5 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= La Civiltà cattolica|editore= La Civiltà Cattolica|anno=1977|volume=Volume 1 - Quaderno 3040 - 19 febbraio 1977}}</ref>|345x345px]]
Gli anni '70 furono caratterizzati da una forte crisi energetica che portò a drastiche misure di ''austerity'' e alla definizione di un piano energetico nazionale che definì come obiettivo la costruzione di nuove centrali elettriche e la ricerca di nuove fonti energetiche.
==== La crisi energetica ====
{{vedi anche|crisi energetica (1973)|Austerity}}
Nel 1975, in seguito alla [[crisi energetica (1973)|crisi petrolifera]] e al piano di [[Austerity]], con la definizione del primo [[Energia nucleare in Italia#Il primo Piano Energetico Nazionale del 1975|piano energetico nazionale]] (PEN), si puntò a sostituire la dipendenza dagli idrocarburi con l'utilizzo di altre fonti energetiche, tra cui idroelettriche, geotermiche, incremento dell'uso del carbone, il ciclo dei rifiuti e in particolare con l'utilizzo dell'[[energia nucleare]].<ref name="libro_9788813274382" /><ref>{{cita libro|titolo= Energia per l'industria in Italia: la variabile energetica dal miracolo economico alla globalizzazione|autore=Antonio Cardinale|autore2=Alessandro Verdelli|editore= FrancoAngeli|anno=2008|pp=64-65|isbn= 9788846492647}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.linkiesta.it/blogs/officine-democratiche/il-piano-energetico-nazionale-un-obiettivo-primario|titolo= Il Piano energetico nazionale: un obiettivo primario di cui si sente il bisogno|sito=Linkiesta|accesso=3 febbraio 2015|data=5 ottobre 2012|autore=Enrico Pietrella}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.normattiva.it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1975-08-23&atto.codiceRedazionale=075U0393|sito=Normattiva|titolo= Legge 2 agosto 1975, n. 393|data=2 agosto 1975|accesso=5 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stampati/pdf/015_037001_F004.pdf}}</ref>
==== Nuovi impianti ====
{{vedi anche|centrale elettronucleare Caorso|centrale termoelettrica di Porto Tolle|centrale idroelettrica di San Fiorano|centrale idroelettrica Luigi Einaudi}}
Nel corso del decennio furono realizzati diversi impianti:<ref>{{cita web|url=http://www.idrotecnicaitaliana.it/EXTRA/n.%206-2011%20Ruggeri%20et%20al.%20br.pdf|titolo=Lo sviluppo dell'energia idroelettrica in Italia|autore=Giovanni Ruggeri|autore2=Sergio Adami|data=giugno 2011|accesso=6 febbraio 2015|sito=Idrotecnica Italiana}}</ref>
* Agli inizi degli anni '70 fu avviata la costruzione della [[centrale elettronucleare Caorso]], la prima grande centrale nucleare in Italia (840-860 MW), successivamente allacciata alla rete elettrica nel 1978 ed avviata 1981.<ref name="libro_cronache_naturali">{{cita libro|titolo= Cronache Naturali|autore=Sergio Fumich|editore= Lulu.com|anno=2008|pp=40,145-146}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Nuclear power in an age of uncertainty|lingua=inglese|p=192|editore= DIANE Publishing|isbn= 9781428923775|anno=1984}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|titolo= La guida del Sole 24 Ore al management dell'energia. Mercato e catena del valore, modelli di business, sistemi di gestione e normative|editore=Gruppo 24 Ore|anno=2011|autore=Nino Lo Bianco|autore2=C. M. Capè|autore3=Fabio Sampek|p=274}}</ref><ref name="web_sogin_centrale_di_caorso">{{cita web|url=http://www.sogin.it/it/chi-siamo/decommissioning-degli-impianti-nucleari/dove-siamo/centrale-di-caorso-piacenza.html|titolo= Centrale di Caorso|accesso=8 febbraio 2015|sito=Sogin}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/#/entities/caorso-iv-nucleare/|sito=Enel.tv|titolo=Caorso IV nucleare|anno=1978|accesso=8 febbraio 2015}}</ref>
* Tra il 1972 e il 1978 venne realizzata la centrale idroelettrica del Taloro, in provincia di [[Nuoro]] ([[Sardegna]]).<ref>{{cita web|url=http://www.ingdemurtas.it/energia/centrali/taloro/|titolo= Centrale idroelettrica del Taloro|sito=Ing. De Murtas|accesso=6 febbraio 2015}}</ref>
* Nel 1973 entrò in servizio la [[centrale idroelettrica di San Fiorano]] ([[Lombardia]]).
* Nel 1977 fu avviata la centrale termoelettrica [[Torre del Sale]] in località [[Piombino]] ([[Toscana]]).<ref>{{cita libro| Atti della Società toscana di scienze naturali, residente in Pisa: Memorie|volume=86|editore= Società toscana di scienze naturali|anno=1980}}</ref>
* All fine degli anni '70 iniziò la costruzione della [[centrale termoelettrica di Porto Tolle]] la cui prima sezione entrò in servizio nel 1980.<ref>{{cita libro|titolo= Atti della tavola rotonda tenuta a Bologna il 26 giugno 1979 su il delta del Po: sezione idraulica|editore= Tipografia compositori|anno=1986|p=33}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Relazione generale sulla situazione economica del paese|volume=1|editore= Instituto Poligrafico dello Stato|anno=1980|p=109}}</ref>
* Tra il 1971 e il 1977 fu avviata la sperimentazione di impianti di trasmissione a 1000 kV a [[Suvereto]] ([[Toscana]]).<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/energia-elettrica_res-67a29516-87e9-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=Energia elettrica|autore=Gianfranco Castelli|autore2=Angelo Camplani|autore3=Raffaele Albano|accesso=6 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|titolo= La fisica dell'ultimo trentennio: prolusione tenuta per l'inaugurazione dell'anno accademico 1976-1977, nella cerimonia solenne del 12 novembre 1976, onorata dalla presenza del Presidente della Repubblica|autore=Emilio Segrè|editore= Accademia Nazionale dei Lincei|anno=1977|p=5}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|titolo= L'Energia elettrica|volume=54|editore=Centro elettrotecnico sperimentale italiano "Giacinto Motta"|anno=1977}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ieeexplore.ieee.org/stamp/stamp.jsp?arnumber=5511944|titolo=The 1000 kV Project|autore=L. Paris|lingua=inglese|}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/entities/progetto-1000-kv-la-linea-aerea/|sito=Enel.tv|titolo=Progetto 1000 kV - La linea aerea|accesso=6 febbraio 2015|data=1978}}</ref>
* Tra il 1973 e il 1977 furono perforati i pozzi per la produzione di energia geotermica a [[Torre Alfina]] in provincia di [[Viterbo]] ([[Lazio]]).<ref>{{cita web|url=http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/stat/pozzigeo.pdf|titolo=Pozzi Geotermici perforati in Italia|editore=Ministero dello Sviluppo Economico|accesso=6 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.researchgate.net/publication/259094195_Structural_compartmentalisation_of_a_geothermal_system_the_Torre_Alfina_field_%28central_Italy%29|titolo= Structural compartmentalisation of a geothermal system, the Torre Alfina field (central Italy)|autore=Gianluca Vignaroli|autore2=Annamaria Pinton|autore3=Arnaldo A. De Benedetti|autore4=Guido Giordano|autore5=Federico Rossetti|autore6=Michele Soligo|autore7=Michele Soligo|accesso=6 febbraio 2015|data=5 giugno 2014}}</ref>
* Nel 1974 vennero completati i lavori della dorsale elettrica adriatica ad alta tensione.<ref>{{cita pubblicazione|titolo=L'Energia elettrica|volume=52|editore=Centro elettrotecnico sperimentale italiano "Giacinto Motta"|anno=1975}}</ref><ref>{{cita web|url=http://eprints.luiss.it/1116/1/20120924-romano.pdf|titolo=Tesi di dottorato di Alberto Romano|autore=Alberto Romano|accesso=6 febbraio 2015|data=30 giugno 2012|sito=LUISS}}</ref><ref>{{cita web|titolo=Quinquenni storici figli della luce - 1973/1977|url=http://www.enel.tv/#/entities/quinquenni-storici-figli-della-luce-19731977/|accesso=6 febbraio 2015|sito=Enel.tv}}</ref>
* Furono svolti i lavori di costruzione della diga dell'Alto Gesso, completata nel 1982, parte della [[centrale idroelettrica Luigi Einaudi]] "Entracque".<ref>{{cita web|url=http://www.entracque.org/divertimenti/energia.aspx|sito=Entracque|titolo= Centro Luigi Einaudi - ENEL|accesso=5 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/entities/uomini-dellalto-gesso/|sito=Enel.tv|titolo=Uomini dell'Alto Gesso|accesso=5 febbraio 2015|data=1977}}</ref>
===1980-1990===
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* la [[centrale elettronucleare Garigliano|centrale elettronucleare di Garigliano]] ([[Campania]]) era già chiusa dal 1978.
==
* 1991 Guerra del Golfo
* 1991 liberalizzazione del settore della produzione di energia elettrica
* 11 luglio 1992 Enel diventa società per azioni - concessione
* 1992 Enel prima società per fatturato
* 1992 collegamento Italia-Grecia
* quotazione in Borsa
* 1993 summit E7
* 1994-95 centrale solare fotovoltaica Serre Persano (3 MW) - la più grande in esercizio nel mondo
* 1995 completamento dell'acquisizione delle aziende elettriche secondo quanto stabilito nel 1962 (1.270 aziende)
* 1995 norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità + autorità
* 1998 Wind
* 1999 privatizzazione (31,74% sul mercato)
* 19 febbraio 1999 “Decreto Bersani”: liberalizzazione del mercato elettrico - conseguente separazione societaria per le attività di produzione, trasmissione, distribuzione e vendita - obbligo di cedere almeno 15.000 MW entro il 2002
* nasce Gestore della Rete di Trasmissione
* 1999 nascono Enel Produzione, Terna ed Enel Distribuzione
===2000-2010===
* 2000 accordo Ministero dell’Ambiente per la riduzione delle emissioni dei gas serra
* Enel holding, diventa gruppo
* 2000 acquisizione CHI Energy (mercato USA e Canada)
* 2000-2001 acquisto Infostrada da Vodafone
* fusione Wind-Infostrada (17 milioni di clienti di telefonia fissa, mobile e Internet)
* 2001 acquisizione 100% spagnola Viesgo
* 2001 linea alta tensione Brasile 1.000+ km
* 2002 cessione Interpower secondo quanto previsto da decreto Bersani (preceduta da Elettrogen ed Eurogen)
2009 centrale solare fotovoltaica più grande d'Europa e seconda al mondo<ref>{{cita libro|titolo=Sicilia, artefici del nostro destino|autore= Remo Pulcini|p=116|editore=Lulu.com|isbn= 9781470939762}}</ref>
2010 il combustibile della centrale Caorso è trasferito in Francia<ref>http://www.sogin.it/it/chi-siamo/decommissioning-degli-impianti-nucleari/dove-siamo/centrale-di-caorso-piacenza.html</ref>
===2010-oggi===
* 2010 Enel Green Power in borsa
== Elenco delle centrali elettriche in Italia ==
http://www.isprambiente.gov.it/it/certificazioni/emas/elenco-organizzazioni-registrate-emas/
===Stralci===
http://www.iea.org/publications/freepublications/publication/italy2009.pdf
71-81 3.561 km di linee 380 kV<ref>{{cita web|url=http://issuu.com/terna/docs/terna_150anni_rete_unisce_italia|titolo=150 anni - la rete che unisce l'Italia|accesso=2 febbraio 2015}}</ref>
'''ENEL''''' ''acronimo di Ente Nazionale per l'Energia Elettrica viene istituito con la l. 6 dicembre 1962, n. 1643<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1962-12-06;1643|titolo = LEGGE 6 dicembre 1962, n. 1643
Istituzione dell'Ente nazionale per l'energia elettrica e trasferimento ad esso delle imprese esercenti le industrie elettriche. (GU n.316 del 12-12-1962 )|accesso = gennaio 2015|editore = Normattiva|data = 12 dicembre 1962|lingua = Italiano}}</ref>, che stabilisce la nazionalizzazione dell'industria elettrica in Italia. Con il decreto del 1962 del governo Fanfani all'ENEL viene conferito il mandato di gestire il mercato dell'energia elettrica in Italia che era precedentemente controllato da una rete di 1270 piccole e medie aziende private, tra cui la SADE (Società Adriatica Di Elettricità), la Edison, la SIP (Società Idroelettrica Piemontese), la Centrale e LA SME (Società Meridionale di Elettricità).
== Per una tabellina che riassuma i passaggi di aziende dal '62 al '95 ==
Nel dicembre 1966 le aziende elettriche, o le relative attività elettriche, trasferite all'Enel erano 1.040.<ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg04/lavori/stampati/pdf/013_001277_F004.pdf|sito=Camera dei deputati|titolo=Relazione del consiglio di amministrazione|accesso=1 febbraio 2015}}</ref>
Nel dicembre 1967 le aziende elettriche, o le relative attività elettriche, trasferite all'Enel erano 1.074.<ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stampati/pdf/015_037001_F004.pdf|sito=Camera dei deputati|titolo=Relazione del consiglio di amministrazione|accesso=1 febbraio 2015}}</ref>
Nel dicembre 1971 le aziende elettriche, o le relative attività elettriche, trasferite all'Enel erano 1.126.<ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg06/lavori/stampati/pdf/06200078.pdf|sito=Camera dei deputati|titolo=Relazione del consiglio di amministrazione|accesso=1 febbraio 2015}}</ref>
== Rating ==
{| class="wikitable" style="text-align:center"
|-
! colspan="6" style=”background:White” | Rating Merito Creditizio
! colspan=”1” style=”background:White” | Rating di Sostenibilità
|-
! colspan="2" style="background:#FF8080" | [[Moody's]]<ref>{{cita web|url=https://www.moodys.com/credit-ratings/ENEL-SpA-credit-rating-600045247|accesso=30 gennaio 2015|sito=Moody's|titolo=ENEL S.p.A.}}</ref><ref name="enel_ratings">{{cita web|url=http://www.enel.com/it-IT/investors/bondholders/ratings/|sito=Enel|titolo=Ratings|accesso=30 gennaio 2015}}</ref>
! colspan="2" style="background:#F0FF80" | [[Standard & Poor's]]<ref>{{cita web|url=http://www.standardandpoors.com/en_US/web/guest/ratings/entity/-/org-details/sectorCode/UTIL/entityId/342300|sito=Standard and Poor's|accesso=30 gennaio 2015}}</ref><ref name="enel_ratings" />
! colspan="2" style="background:#8E80FF"| [[Fitch Ratings]]<ref>{{cita web|url=https://www.fitchratings.com/creditdesk/press_releases/detail.cfm?pr_id=826977|titolo= Fitch Affirms Enel SpA & Endesa SA at 'BBB+', Stable Outlook|lingua=inglese|sito=Fitch Ratings|accesso=30 gennaio 2015|data=15 aprile 2014}}</ref><ref name="enel_ratings" />
! colspan="2" style="background:#5AB251"| [[Standard Ethics]]<ref>{{cita web|url=http://www.standardethics.eu/home/admin/piani/38/documents/PressRelease_Rating_FTSEMIB_03jul14%20[def].pdf|data=3 luglio 2014|sito=Standard Ethics|accesso=30 gennaio 2015|titolo=Standard Ethics pubblica il ranking annuale delle quaranta maggiori società quotate italiane}}</ref>
|- style="font-weight:bold"
| style="background:#FFB2B2" |Lungo termine || style="background:#FFE5E5" |Breve termine || style="background:#F6FFB2" |Lungo termine || style="background:#FCFFE5" |Breve termine || style="background:#BBB2FF"|Lungo termine || style="background:#E8E5FF"|Breve termine|| style="background:#5DCC52"|Lungo termine
|-
| style="background:#FFB2B2" |Ba2 ||! style="background:#FFE5E5" | P2 || style="background:#F6FFB2"|BBB ||! style="background:#FCFFE5"|A-2 || style="background:#BBB2FF"|BBB+ || ! style="background:#E8E5FF"|F2 || style="background:#5DCC52"| EE+
|}
== Note ==
{{References|2}}
|