Caccia in Italia: differenze tra le versioni
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Alcune specie protette ed alcune specie cacciabili di uccelli sono molto rassomiglianti per morfologia e piumaggio e non sempre nella situazione di caccia il discernimento è inequivocabile e questo può portare ad abbattimenti accidentali di [[Specie a rischio|specie in pericolo]] di [[estinzione]]<ref name= statobiodiversita />.
Inoltre alcune specie, come fino a tempi recenti la [[Alectoris graeca|coturnice]] ed il [[Tetrao urogallus|gallo cedrone]], sono cacciabili, in virtù di tecniche di caccia tradizionali, nonostante la consistenza delle loro popolazioni sia scarsa e che siano specie in declino e, quindi, che questa pratica sia poco o per nulla sostenibile<ref name= ornitologiaitaliana /><ref name= statobiodiversita />.
Recenti studi editti da ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ente governativo deputato allo scopo, tramite l'analisi dei carnieri di caccia, dei censimenti alle specie in questione e le nuove regolamentazioni adottate a protezione delle specie, uniti alla minor pressione venatoria, hanno fatto ripartire la presenza e la consistenza numerica delle specie nei loro arenili storici. Inoltre si è reso palese che la maggiore causa del declino della tipica alpina stanziale sia dovuta all'abbandono della montagna e alle predazione di mammiferi e uccelli opportunisti, che predano le uova e/o le classi giovani, unita ad un minor tasso di successo riproduttivo<ref> studi ISPRA</ref><ref name= "Manuale per il Cacciatore di Montagna" />
<ref>Linee guida per la gestione della tipica alpina - Regione Piemonte </ref>
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