Quercus pyrenaica: differenze tra le versioni
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La quercia dei Pirenei ha sofferto più di chiunque altro rappresentante del suo genere l'epidemia di [[oidio]],<ref name=Abella>{{cita libro |La magia degli alberi |cognome=Abella |nome=Ignacio |titolo=La magia degli alberi |anno=2003 |editore=integral |città=Barcellona |isbn=84-7901-190-4}}</ref> che lo decimo ai principi del [[XX secolo]]. Le continue potature favorirono la propagazione del [[fungo]] e la degenerazione e debilitazione della specie. In alcune zone si incontrano individui deperienti o isolati; in altre resistono in gruppi di esemplari contorti, o vengono recuperati fra altre specie, accompagnandosi al [[Fagus sylvatica|faggio]] o al [[Quercus petraea|rovere]]. Sfortunatamente, anche molti pendii, prima popolati e ora dissodati o [[Deforestazione|deforestati]], soffrono di un'[[erosione]] irreversibile; perciò bisogna sottolineare l'importante ruolo che gioca il melojo fissando con le sue estese radici i terreni più sciolti e pompando nutrienti e basi dal [[sottosuolo]] per rilasciarli in superficie.
La
Con l'accorciamento autunnale del [[fotoperiodo]], le piante riassorbono i [[Nutrimento|nutrienti]] e l'[[acqua]] delle foglie, chiudono automaticamente i vasi conduttori e lasciano uniti i piccioli ai rami. Se il [[vento]] non lo impedisce, questa leggera legatura è sufficiente perché l'albero conservi le foglie secche fino all'arrivo della primavera. Il comportamento degli individui della stessa [[specie]] non è interamente identico. I germogli di ceppi, individui giovani, o rami inferiori dei tronchi adulti, conservano un maggior numero di foglie
In qualunque caso, la relazione fra la
== Usi ==
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