Egitto: differenze tra le versioni
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Nel periodo egizio il termine più usato, soprattutto nelle titolature ufficiali, fu ''TȜwy'' (pronuncia convenzionale: ''Taui''), che significa ''Le Due Terre'', termine indicante l'unione del Basso e dell'Alto Egitto.
== Storia ==▼
{{vedi anche|Storia dell'Egitto}}▼
[[File:SphinxGiza.jpg|thumb|left|300px|La [[Grande Sfinge di Giza]] e la [[Piramide di Chefren]], simboli indiscussi dell'Egitto storico e attuale.]]▼
La ''storia'' dell'Egitto viene fatta iniziare con l'unione di [[Basso Egitto|Basso]] e [[Alto Egitto]] da parte di [[Narmer]], primo sovrano della [[I dinastia egizia|I dinastia]], intorno al [[3100 a.C.]] anche se questi eventi vennero preceduti da una fase urbana ''preparatoria'' durata alcuni secoli. Sappiamo da recenti scoperte archeologiche che la civiltà egizia esisteva già da almeno un millennio prima.▼
Attraverso momenti ''imperiali'' e altri di profonda anarchia l'Egitto mantenne la sua indipendenza fino alla metà del [[I millennio a.C.]] quando cadde sotto il controllo [[Persiani|persiano]].▼
Conquistato da [[Alessandro Magno]] nel [[IV secolo a.C.]], rimase sotto il controllo dei suoi successori, i [[Dinastia tolemaica|Tolomei]], fino alla conquista [[repubblica romana|romana]] al [[30 a.C.]]▼
Alla divisione dell'[[Impero romano]] l'Egitto divenne parte dell'[[Impero romano d'Oriente]].▼
Nel [[VII secolo]] fu conquistato dagli [[Arabi]] che resero il paese una provincia ( ''wilāya'' ) del loro [[califfo|califfato]]. Una prima autonomia il paese la riguadagnò coi [[Storia dell'Egitto tulunide|Tulunidi]] e, dopo la riconquista [[Abbasidi|abbaside]], i cui califfi affidarono l'Egitto agli [[Storia dell'Egitto ikhshidide|Ikshididi]], il paese fu conquistato nel X secolo dai [[Fatimidi]], che erano [[Sciismo|sciiti]]-[[Ismailismo|ismailiti]].▼
[[Saladino]] e la dinastia da lui fondata degli [[Ayyubidi]] posero sotto il proprio controllo l'Egitto, la Siria e lo Yemen a partire dal XII secolo. Successivamente, fu la volta dei [[Mamelucchi]], [[Turchia|Turchi]] e [[Circassi]]. Infine fu il turno degli [[Ottomani]] che presero il potere nel [[XVI secolo]] ([[1517]]), al termine della Campagna militare voluta dal Sultano ottomano [[Selim I]] ''Yavuz'' che, tuttavia, mantenne come suoi "feudatari" gli sconfitti Mamelucchi.▼
Ai primi di luglio [[1798]] [[Campagna d'Egitto|l'Egitto fu invaso via mare]] da un corpo di spedizione francese forte di circa 40.000 uomini guidato da [[Napoleone Bonaparte]]. Lo scopo principale dell'invasione fu quello di minare il monopolio commerciale dell'[[Inghilterra]] nella regione ma, tra gli scopi secondari, c'era anche quello di agevolare la conduzione di studi storici, archeologici, geografici, linguistici che il nutrito gruppo di uomini di scienza e di lettere, che Napoleone era riuscito ad aggregare alla spedizione, svolse effettivamente in modo più che egregio. L'occupazione francese durò fino all'estate del [[1800]] (Napoleone era tornato in Francia già ad agosto del [[1799]]) quando le ultime truppe comandate dal generale Menou si arresero agli anglo-turchi.▼
Dai primi del [[XIX secolo]] l'Egitto fu tenuto con saldo e innovatore polso dall'albanese [[Mehmet Ali|Mehmet Ali Pascià]] (fondatore della dinastia albanese a guida di Egitto estinta con l'ultimo re [[Faruq I d'Egitto]] nel 1953) che avviò una dinastia vicereale ([[Khedivè|khediviale]]), formalmente vassalla della [[Sublime Porta]] ([[Istanbul]]) ma sostanzialmente del tutto autonoma: il [[Khedivato di Egitto]].▼
Nel [[1881]], sfruttando l'estrema debolezza del dominio turco e le inettitudini finanziarie di [[Isma'il Pascià]], giustificando il tutto con la necessità di proteggere gli investimenti europei nella zona del [[Canale di Suez]], il [[Regno Unito]] e la [[Francia]] obbligarono l'Egitto a nominare due loro esperti alla guida dei dicasteri delle Finanze e dei Lavori Pubblici. Poco dopo [[Londra]] occupò l'Egitto e il 18 dicembre [[1882]] ne proclamò formalmente l'autonomia dall'[[Impero ottomano]], instaurando, peraltro, un suo "protettorato di fatto". Nel 1899, il [[Regno Unito]] impose all'Egitto il condominio sul [[Sudan]], che, fino ad allora faceva parte del territorio egiziano. Nel 1914, allo scoppio della [[Prima guerra mondiale]], il Khedivè ʿAbbās II si schierò al fianco dell'[[Impero Ottomano]] e fu prontamente deposto dai britannici che proclamarono [[Sultano]] dell'Egitto e del Sudan suo zio, Husayn Kāmil. Questi decretò la fine della sovranità turca e la trasformazione del Paese in un protettorato britannico anche a livello giuridico. Dopo lunghe lotte il protettorato ebbe termine il 28 febbraio [[1922]], anche se - malgrado lunghe e dure lotte, in cui rifulse l'attività patriottica di [[Sa'd Zaghlul]] e del partito del [[Wafd]] - la piena indipendenza dell'Egitto venne proclamata soltanto il 14 settembre [[1936]], perdurando tuttavia di fatto l'occupazione militare britannica per le basi militari che il Regno Unito mantenne nel Paese e il pieno controllo, assieme alla [[Francia]], del [[Canale di Suez]].▼
[[File:View from Cairo Tower 31march2007.jpg|thumb|left|upright=1.4|[[Il Cairo]], una vistosa insegna pubblicitaria nell'Egitto moderno evoca i fasti antichi del [[Nilo]], altro simbolo dell'Egitto.]]▼
Questo stato di cose proseguì fino al [[1952]] quando il 23 luglio un colpo di Stato dei [[Liberi Ufficiali]] del generale [[Muhammad Naguib]] e del colonnello [[Gamal Abd el-Nasser|Gamāl ʿAbd al-Nāṣer]] (Nasser) proclamò la repubblica, deponendo la dinastia fondata da Mehmet Ali e imponendo pochi anni dopo il definitivo ritiro delle truppe britanniche dalla zona del Canale e dalle basi militari che ancora gestiva. Nel 1956 cessò il condominio anglo-egiziano sul Sudan, che conseguì la piena indipendenza.▼
Il 23 giugno 1956 Gamāl ʿAbd al-Nāṣer viene eletto Presidente della Repubblica, e il 26 luglio decreta la nazionalizzazione del Canale di Suez, ponendo termine al controllo franco-britannico, e bloccando, di fatto, questa importante via di comunicazione. La situazione precipita nel mese di ottobre; a seguito di attacchi terroristici nelle zone di confine, infatti, il 20 ottobre, [[Israele]] invade il [[Penisola del Sinai|Sinai]], e punta sul Canale di Suez; il 29 ottobre [[1956]], truppe britanniche e francesi occupano la zona del Canale, il 31 ottobre bombardano Il Cairo e il 5 novembre occupano Porto Said. Il 6 novembre l'[[Unione Sovietica]] intima a [[Israele]], Francia e Regno Unito, di interrompere le ostilità verso l'Egitto, minacciando un intervento diretto nel conflitto, e anche gli Stati Uniti premono sugli alleati per porre fine al conflitto.▼
Il [[cessate il fuoco]] entra in vigore l'8 novembre, e il 15 dello stesso mese truppe di pace dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] giungono nella zona. L'intero Egitto fu così affidato alla nuova classe dirigente espressa dai "Liberi Ufficiali".▼
Il successivo mancato finanziamento del progetto dell'Alta Diga di [[Assuan|Aswān]] da parte della Banca Mondiale fu una delle cause dell'avvicinamento dell'Egitto, governato da [[Gamal Abd el-Nasser|Gamāl ʿAbd al-Nāṣer]], all'[[Unione Sovietica|URSS]]. Nel 1967 scoppia la "[[Guerra dei sei giorni]]" (vedi [[Conflitti arabo-israeliani]]), e il 28 settembre [[1970]] muore Nasser. Gli succede il vice presidente, [[Anwar Sadat|Anwar al-Sādāt]], che, nel [[1973]] sferra una nuova offensiva verso Israele, e che sarà ucciso il 6 ottobre del [[1981]] in un attentato [[Fondamentalismo islamico|fondamentalista]]. Gli succede [[Hosni Mubarak|Ḥosnī Mubārak]]. Dopo un trentennio di presidenza, continuamente reiterata grazie a opportune modifiche costituzionali, [[Sommosse popolari in Egitto del 2011|18 giorni di imponenti proteste]], accompagnate dall'uccisione di oltre 800 egiziani, costringono Ḥosnī Mubārak alle dimissioni l'11 febbraio 2011. Il potere passa al [[Consiglio supremo delle forze armate]] guidato dal [[Feldmaresciallo]] (''Mushir'') [[Mohammed Hoseyn Tantawi]] che assicura un processo di modifica costituzionale, lo svolgimento a fine novembre del 2011 di elezioni legislative e, per il 2012, elezioni presidenziali. In un clima di crescente instabilità, le elezioni presidenziali del 2012 danno la vittoria a [[Mohamed Morsi]], candidato dei [[Fratelli Musulmani]], che viene insediato come presidente il 30 giugno [[2012]]; Morsi, tuttavia, si dimostra incapace di far fronte alla disastrosa situazione economica pacifica e e si rende colpevole della strisciante islamizzazione del Paese verso la ''shari'a''.▼
{{vedi anche|Conflitti arabo-israeliani}}▼
Il 3 luglio [[2013]], sulle ali della massiccia protesta popolare incarnata in particolare dal movimento [[Tamarrud]], un [[Golpe egiziano del 2013|colpo di Stato militare]] guidato dal comandante in capo delle [[Forze armate egiziane]], [[generale|gen.]] [[Abd al-Fattah al-Sisi|ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī]], destituisce [[Morsi]], sospende la costituzione e porta lo stato verso [[Elezioni presidenziali in Egitto del 2014|nuove elezioni]], vinte plebiscitariamente dallo stesso [[al-Sisi]] il 28 maggio [[2014]].▼
== Geografia ==
{{vedi anche|Geografia dell'Egitto}}
===Morfologia===
{{...}}
=== Idrografia ===
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* circa 150.000 [[iraq|iracheni]], giunti a partire dai primi anni 90;
* oltre 200.000 rifugiati [[sudan]]esi, giunti negli ultimi anni.
{{vedi anche|Religioni in Egitto|Chiesa cattolica in Egitto}}▼
Quasi il 90% della popolazione è di fede [[musulmana]]; del rimanente, il 10% sono [[Copti|cristiani copti]]; esistono piccolissime minoranze di [[ebraismo|ebrei]] (resto di un'antichissima comunità fiorente fino alla metà del [[XX secolo]]) e di [[bahaismo|bahá'í]]. Nel paese si registrano fenomeni di [[intolleranza religiosa]], con discriminazioni e attacchi contro le minoranze, di cui sono vittima in particolare i cristiani copti<ref>Amnesty International, "Egyptian army must answer for deadly toll at Coptic protest", [http://www.amnesty.org/es/node/27353], "Egypt: Amnesty International condemns deadly attack on church in Alexandria, calls for improved protection ahead of Coptic Christmas", [http://www.amnesty.org/en/library/asset/MDE12/002/2011/en/f1276d11-4a8e-401e-9056-4f2f84cd7b89/mde120022011en.html]</ref>.▼
=== Lingue ===
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Il [[Lingua francese|francese]] e l'[[Lingua inglese|inglese]] sono due lingue tutt'ora diffuse in Egitto nel mondo della cultura e nei commerci. L'Egitto è membro dell'[[Francofonia|Organizzazione internazionale della Francofonia]].
▲=== Religioni ===
▲{{vedi anche|Religioni in Egitto|Chiesa cattolica in Egitto}}
▲Quasi il 90% della popolazione è di fede [[musulmana]]; del rimanente, il 10% sono [[Copti|cristiani copti]]; esistono piccolissime minoranze di [[ebraismo|ebrei]] (resto di un'antichissima comunità fiorente fino alla metà del [[XX secolo]]) e di [[bahaismo|bahá'í]]. Nel paese si registrano fenomeni di [[intolleranza religiosa]], con discriminazioni e attacchi contro le minoranze, di cui sono vittima in particolare i cristiani copti<ref>Amnesty International, "Egyptian army must answer for deadly toll at Coptic protest", [http://www.amnesty.org/es/node/27353], "Egypt: Amnesty International condemns deadly attack on church in Alexandria, calls for improved protection ahead of Coptic Christmas", [http://www.amnesty.org/en/library/asset/MDE12/002/2011/en/f1276d11-4a8e-401e-9056-4f2f84cd7b89/mde120022011en.html]</ref>.
=== Identità ===
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* l'[[islamismo]] politico-religioso, sorto all'inizio del [[XX secolo]], specie con i [[Fratelli Musulmani]], e in continua crescita a livello popolare, ma sempre escluso dal potere politico.<ref>Adeed Dawisha, ''Arab Nationalism in the Twentieth Century'', Princeton, Princeton University Press, 2003, pp. 264-65, 267</ref>
▲== Storia ==
▲{{vedi anche|Storia dell'Egitto}}
▲[[File:SphinxGiza.jpg|thumb|left|300px|La [[Grande Sfinge di Giza]] e la [[Piramide di Chefren]], simboli indiscussi dell'Egitto storico e attuale.]]
▲La ''storia'' dell'Egitto viene fatta iniziare con l'unione di [[Basso Egitto|Basso]] e [[Alto Egitto]] da parte di [[Narmer]], primo sovrano della [[I dinastia egizia|I dinastia]], intorno al [[3100 a.C.]] anche se questi eventi vennero preceduti da una fase urbana ''preparatoria'' durata alcuni secoli. Sappiamo da recenti scoperte archeologiche che la civiltà egizia esisteva già da almeno un millennio prima.
▲Attraverso momenti ''imperiali'' e altri di profonda anarchia l'Egitto mantenne la sua indipendenza fino alla metà del [[I millennio a.C.]] quando cadde sotto il controllo [[Persiani|persiano]].
▲Conquistato da [[Alessandro Magno]] nel [[IV secolo a.C.]], rimase sotto il controllo dei suoi successori, i [[Dinastia tolemaica|Tolomei]], fino alla conquista [[repubblica romana|romana]] al [[30 a.C.]]
▲Alla divisione dell'[[Impero romano]] l'Egitto divenne parte dell'[[Impero romano d'Oriente]].
▲Nel [[VII secolo]] fu conquistato dagli [[Arabi]] che resero il paese una provincia ( ''wilāya'' ) del loro [[califfo|califfato]]. Una prima autonomia il paese la riguadagnò coi [[Storia dell'Egitto tulunide|Tulunidi]] e, dopo la riconquista [[Abbasidi|abbaside]], i cui califfi affidarono l'Egitto agli [[Storia dell'Egitto ikhshidide|Ikshididi]], il paese fu conquistato nel X secolo dai [[Fatimidi]], che erano [[Sciismo|sciiti]]-[[Ismailismo|ismailiti]].
▲[[Saladino]] e la dinastia da lui fondata degli [[Ayyubidi]] posero sotto il proprio controllo l'Egitto, la Siria e lo Yemen a partire dal XII secolo. Successivamente, fu la volta dei [[Mamelucchi]], [[Turchia|Turchi]] e [[Circassi]]. Infine fu il turno degli [[Ottomani]] che presero il potere nel [[XVI secolo]] ([[1517]]), al termine della Campagna militare voluta dal Sultano ottomano [[Selim I]] ''Yavuz'' che, tuttavia, mantenne come suoi "feudatari" gli sconfitti Mamelucchi.
▲Ai primi di luglio [[1798]] [[Campagna d'Egitto|l'Egitto fu invaso via mare]] da un corpo di spedizione francese forte di circa 40.000 uomini guidato da [[Napoleone Bonaparte]]. Lo scopo principale dell'invasione fu quello di minare il monopolio commerciale dell'[[Inghilterra]] nella regione ma, tra gli scopi secondari, c'era anche quello di agevolare la conduzione di studi storici, archeologici, geografici, linguistici che il nutrito gruppo di uomini di scienza e di lettere, che Napoleone era riuscito ad aggregare alla spedizione, svolse effettivamente in modo più che egregio. L'occupazione francese durò fino all'estate del [[1800]] (Napoleone era tornato in Francia già ad agosto del [[1799]]) quando le ultime truppe comandate dal generale Menou si arresero agli anglo-turchi.
▲Dai primi del [[XIX secolo]] l'Egitto fu tenuto con saldo e innovatore polso dall'albanese [[Mehmet Ali|Mehmet Ali Pascià]] (fondatore della dinastia albanese a guida di Egitto estinta con l'ultimo re [[Faruq I d'Egitto]] nel 1953) che avviò una dinastia vicereale ([[Khedivè|khediviale]]), formalmente vassalla della [[Sublime Porta]] ([[Istanbul]]) ma sostanzialmente del tutto autonoma: il [[Khedivato di Egitto]].
▲Nel [[1881]], sfruttando l'estrema debolezza del dominio turco e le inettitudini finanziarie di [[Isma'il Pascià]], giustificando il tutto con la necessità di proteggere gli investimenti europei nella zona del [[Canale di Suez]], il [[Regno Unito]] e la [[Francia]] obbligarono l'Egitto a nominare due loro esperti alla guida dei dicasteri delle Finanze e dei Lavori Pubblici. Poco dopo [[Londra]] occupò l'Egitto e il 18 dicembre [[1882]] ne proclamò formalmente l'autonomia dall'[[Impero ottomano]], instaurando, peraltro, un suo "protettorato di fatto". Nel 1899, il [[Regno Unito]] impose all'Egitto il condominio sul [[Sudan]], che, fino ad allora faceva parte del territorio egiziano. Nel 1914, allo scoppio della [[Prima guerra mondiale]], il Khedivè ʿAbbās II si schierò al fianco dell'[[Impero Ottomano]] e fu prontamente deposto dai britannici che proclamarono [[Sultano]] dell'Egitto e del Sudan suo zio, Husayn Kāmil. Questi decretò la fine della sovranità turca e la trasformazione del Paese in un protettorato britannico anche a livello giuridico. Dopo lunghe lotte il protettorato ebbe termine il 28 febbraio [[1922]], anche se - malgrado lunghe e dure lotte, in cui rifulse l'attività patriottica di [[Sa'd Zaghlul]] e del partito del [[Wafd]] - la piena indipendenza dell'Egitto venne proclamata soltanto il 14 settembre [[1936]], perdurando tuttavia di fatto l'occupazione militare britannica per le basi militari che il Regno Unito mantenne nel Paese e il pieno controllo, assieme alla [[Francia]], del [[Canale di Suez]].
▲[[File:View from Cairo Tower 31march2007.jpg|thumb|left|upright=1.4|[[Il Cairo]], una vistosa insegna pubblicitaria nell'Egitto moderno evoca i fasti antichi del [[Nilo]], altro simbolo dell'Egitto.]]
▲Questo stato di cose proseguì fino al [[1952]] quando il 23 luglio un colpo di Stato dei [[Liberi Ufficiali]] del generale [[Muhammad Naguib]] e del colonnello [[Gamal Abd el-Nasser|Gamāl ʿAbd al-Nāṣer]] (Nasser) proclamò la repubblica, deponendo la dinastia fondata da Mehmet Ali e imponendo pochi anni dopo il definitivo ritiro delle truppe britanniche dalla zona del Canale e dalle basi militari che ancora gestiva. Nel 1956 cessò il condominio anglo-egiziano sul Sudan, che conseguì la piena indipendenza.
▲Il 23 giugno 1956 Gamāl ʿAbd al-Nāṣer viene eletto Presidente della Repubblica, e il 26 luglio decreta la nazionalizzazione del Canale di Suez, ponendo termine al controllo franco-britannico, e bloccando, di fatto, questa importante via di comunicazione. La situazione precipita nel mese di ottobre; a seguito di attacchi terroristici nelle zone di confine, infatti, il 20 ottobre, [[Israele]] invade il [[Penisola del Sinai|Sinai]], e punta sul Canale di Suez; il 29 ottobre [[1956]], truppe britanniche e francesi occupano la zona del Canale, il 31 ottobre bombardano Il Cairo e il 5 novembre occupano Porto Said. Il 6 novembre l'[[Unione Sovietica]] intima a [[Israele]], Francia e Regno Unito, di interrompere le ostilità verso l'Egitto, minacciando un intervento diretto nel conflitto, e anche gli Stati Uniti premono sugli alleati per porre fine al conflitto.
▲Il [[cessate il fuoco]] entra in vigore l'8 novembre, e il 15 dello stesso mese truppe di pace dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] giungono nella zona. L'intero Egitto fu così affidato alla nuova classe dirigente espressa dai "Liberi Ufficiali".
▲Il successivo mancato finanziamento del progetto dell'Alta Diga di [[Assuan|Aswān]] da parte della Banca Mondiale fu una delle cause dell'avvicinamento dell'Egitto, governato da [[Gamal Abd el-Nasser|Gamāl ʿAbd al-Nāṣer]], all'[[Unione Sovietica|URSS]]. Nel 1967 scoppia la "[[Guerra dei sei giorni]]" (vedi [[Conflitti arabo-israeliani]]), e il 28 settembre [[1970]] muore Nasser. Gli succede il vice presidente, [[Anwar Sadat|Anwar al-Sādāt]], che, nel [[1973]] sferra una nuova offensiva verso Israele, e che sarà ucciso il 6 ottobre del [[1981]] in un attentato [[Fondamentalismo islamico|fondamentalista]]. Gli succede [[Hosni Mubarak|Ḥosnī Mubārak]]. Dopo un trentennio di presidenza, continuamente reiterata grazie a opportune modifiche costituzionali, [[Sommosse popolari in Egitto del 2011|18 giorni di imponenti proteste]], accompagnate dall'uccisione di oltre 800 egiziani, costringono Ḥosnī Mubārak alle dimissioni l'11 febbraio 2011. Il potere passa al [[Consiglio supremo delle forze armate]] guidato dal [[Feldmaresciallo]] (''Mushir'') [[Mohammed Hoseyn Tantawi]] che assicura un processo di modifica costituzionale, lo svolgimento a fine novembre del 2011 di elezioni legislative e, per il 2012, elezioni presidenziali. In un clima di crescente instabilità, le elezioni presidenziali del 2012 danno la vittoria a [[Mohamed Morsi]], candidato dei [[Fratelli Musulmani]], che viene insediato come presidente il 30 giugno [[2012]]; Morsi, tuttavia, si dimostra incapace di far fronte alla disastrosa situazione economica pacifica e e si rende colpevole della strisciante islamizzazione del Paese verso la ''shari'a''.
▲{{vedi anche|Conflitti arabo-israeliani}}
▲Il 3 luglio [[2013]], sulle ali della massiccia protesta popolare incarnata in particolare dal movimento [[Tamarrud]], un [[Golpe egiziano del 2013|colpo di Stato militare]] guidato dal comandante in capo delle [[Forze armate egiziane]], [[generale|gen.]] [[Abd al-Fattah al-Sisi|ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī]], destituisce [[Morsi]], sospende la costituzione e porta lo stato verso [[Elezioni presidenziali in Egitto del 2014|nuove elezioni]], vinte plebiscitariamente dallo stesso [[al-Sisi]] il 28 maggio [[2014]].
== Ordinamento dello Stato ==
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| [[Luxor]]
|}
=== Rivendicazioni territoriali ===▼
L'Egitto vive col vicino Sudan una lunga rivendicazione territoriale sul [[Triangolo di Hala'ib]] da entrambi rivendicato e su [[Bir Tawil]], un quadrilatero di 2000 km² da entrambi rifiutato.▼
=== Città principali ===
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{{EndMultiCol}}
▲=== Rivendicazioni territoriali ===
▲L'Egitto vive col vicino Sudan una lunga rivendicazione territoriale sul [[Triangolo di Hala'ib]] da entrambi rivendicato e su [[Bir Tawil]], un quadrilatero di 2000 km² da entrambi rifiutato.
=== Istituzioni ===
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Infine, gran parte dei medici del settore pubblico lavorano anche privatamente (sono autorizzati a utilizzare le strutture pubbliche per le loro visite al di fuori dell'orario di lavoro ufficiale, e la mancanza di una chiara distinzione fra la pratica medica pubblica e quella privata è spesso fonte di scarsa disciplina nella categoria), guadagnando mediamente oltre l'80% del loro reddito dalla pratica privata.
====Forze armate====
{{...}}
== Politica ==
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Il Fool e il Falafel detta anche ''tamia'', sono i piatti tipici dell'Egitto.
===Festività===
{{...}}
=== Vita dell'Egitto antico ===
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