Fusione perfetta del 1847: differenze tra le versioni

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Con la "Fusione Perfetta" il Regno di Sardegna, divenuto con il passaggio della corona ai [[Casa Savoia|Savoia]] nel 1720 uno "Stato composto" (cioè formato dall'unione di più Stati i quali mantenevano la loro qualità di Stati), divenne "unitario", con un solo popolo, un solo potere pubblico, un unico territorio <ref>Francesco Cesare Casula, ''Breve Storia di Sardegna'', p. 244; ''op. cit.''</ref>, non più pluralista come quello precedente ma centralista sul modello francese, mantenendo la stessa denominazione.
 
Lo Stato unitario annesse poi quattordici anni più tardi - malgrado la perditacessione della [[contea di Nizza]] e del [[ducato di Savoia]] pretese dalla [[Secondo Impero francese|Francia]] in forza del [[Trattato di Plombières]] - la [[Lombardia|Lombardia austriaca]] e quindi (attraverso fatti d'armi sanciti ''a posteriori'' da plebisciti) il [[granducato di Toscana]], le [[Stato Pontificio|Romagne pontificie]], i [[Ducato di Parma|ducati di Parma]] e di [[Ducato di Modena|Modena]] e, dopo l'[[Spedizione dei Mille|impresa dei Mille]], il [[regno delle Due Sicilie]] e i territori papali delle [[Marche]] e dell'[[Umbria]].
 
Il 17 marzo [[1861]] il [[parlamento del Regno di Sardegna|parlamento Subalpino]], integrato con i rappresentanti dei territori annessi, adottò una [[Legge (diritto)|legge]] la quale stabiliva che: «...il [[re]] [[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele II]] assume per sé e per i suoi successori il [[Titolo (onomastica)|titolo]] di [[re d'Italia]]», <ref>F.C. Casula, ''Sintesi di Storia Sardo-Italiana'', p. 60.</ref> senza cambiare l'ordinale. Da quel momento, per intendere lo [[Stato]] nella sua interezza, si parlò quindi di [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].