Viterbo: differenze tra le versioni
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Ulteriore elemento che accrebbe il prestigio e l'importanza politica di Viterbo, fu la sua elevazione a cattedra vescovile nel [[1192]] ai danni di [[Tuscania]], la cui precedente predominanza nella Tuscia romana venne così meno.
All'inizio del [[XIII secolo]] la città fu finalmente inserita nell'orbita papale ed iniziò in tal modo un periodo di grande splendore, soprattutto con il disegno di [[papa Innocenzo III]], che tentò di costituire uno stato territoriale: Viterbo nel [[1207]] ospitò il Parlamento degli stati della Chiesa. Tuttavia, per la presenza nella città di importanti famiglie insofferenti del predominio papale, venne invocata la protezione di [[Federico II di Svevia|Federico II]]: si aprì così, fino al [[1250]] circa, un periodo di lotte interne tra [[guelfi]] (la famiglia dei Gatti), e [[ghibellini]] (i Tignosi), con un'iniziale prevalenza di questi ultimi. Si inserì in questo contesto di aspre lotte civili e religiose la vita della più illustre figlia di Viterbo: [[Santa Rosa da Viterbo]], che visse tra il 1233 e il 1251. Si ricordano non solo suoi miracoli in vita e ''post mortem'', ma anche, benché fosse giovanissima morendo ad appena 18 anni, la sua coraggiosa predicazione contro gli eretici e i ghibellini, che animò i viterbesi a resistere contro l'assalto dell'esercito di Federico II. Negli stessi anni la città vide le iniziative politiche e militari del cardinale viterbese [[Raniero Capocci]], storico ed acerrimo nemico dell'imperatore<ref>L'importante azione del Capocci in quei decenni è ampiamente descritta sia da C. Pinzi,''Storia della Città di Viterbo'', op. cit. ,
</ref>.
Il fallito assedio di Federico II nel [[1243]] con la grande vittoria dei viterbesi, guidati proprio da [[Raniero Capocci]], sull'esercito imperiale e il conseguente successo dei [[guelfi]], sancì, per la seconda metà del [[XIII secolo]] ed anche per i secoli futuri, la definitiva politica filo-papale: la ricca famiglia dei Gatti monopolizzò le cariche municipali e i pontefici scelsero Viterbo come sede papale. L'episodio discriminante, che attirò addirittura l'attenzione mondiale su Viterbo, fu l'[[elezione papale del 1268-1271]], che portò [[Gregorio X]] al soglio pontificio: i cardinali che dovevano eleggere il successore di [[papa Clemente IV|Clemente IV]] si riunivano inutilmente da quasi 20 mesi, quando il popolo viterbese sdegnato da tanto indugio, sotto la guida del Capitano del popolo Raniero Gatti, giunse alla drastica decisione di chiudere a chiave i cardinali nella sala dell'elezione (''clausi cum clave''), nutrirli a pane e acqua, e scoperchiare il tetto lasciandoli esposti alle intemperie, finché non avessero eletto il nuovo Papa; alla fine i cardinali - pressati anche dalle continue rampogne di [[Bonaventura da Bagnoregio]] - scelsero il piacentino Tedaldo Visconti,
I papi non verranno più a risiedere in
L'[[Cattività avignonese|esilio avignonese]] dei papi contribuì alla decadenza della città e al riaprirsi delle lotte interne. L'effimera ricostituzione del [[Patrimonio di
Nei primi decenni del [[XVI secolo]] Viterbo ospitò nuovamente, e spesso, papi, da [[papa Giulio II|Giulio II]] a [[papa Leone X|Leone X]], grazie - come sopra accennato - all'opera straordinaria del cardinale agostiniano [[Egidio da Viterbo]].
A metà del [[XVI secolo|Cinquecento]] la città conobbe un nuovo, ancorché breve, periodo di fervore culturale e spirituale per la presenza del cardinale [[Reginald Pole]], che riuniva a Viterbo il suo celebre circolo, di cui faceva parte, tra gli altri, la marchesa [[Vittoria Colonna]] ed alle cui riunioni intervenne spesso [[Michelangelo]].
Dal XIII al XVI secolo, Viterbo è stata sede di una comunità [[Comunità Ebraica di Viterbo|ebraica]], fino al decreto di espulsione del [[1569]]<ref>Bolla ''[[Hebraeorum gens]]'' di [[papa Pio V]].</ref>.
=== Età moderna ===
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