Quattro giornate di Napoli: differenze tra le versioni
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Andavano intanto emergendo figure locali che assunsero il comando delle operazioni nei vari quartieri della città, come il [[Professore|Prof.]] [[Antonio Tarsia in Curia]] ([[Vomero]]), il [[Tenente Colonnello]] Ermete Bonomi (Materdei), il [[capitano]] Carmine Musella (Avvocata), Carlo Bianco, [[medico]] [[Aurelio Spoto]] (Capodimonte), il capitano Stefano Fadda ([[Chiaia]]), il capitano Francesco Cibarelli, Amedeo Manzo, Francesco Bilardo (Duomo), Gennaro Zenga (Corso Garibaldi), il [[Maggiore|Magg.]] Francesco Amicarelli (Piazza Mazzini), il Cap. Mario Orbitello ([[Montecalvario]]), il Magg. Salvatore Amato (Museo), il [[Tenente|Ten.]] Alberto Agresti (Via Caracciolo, Posillipo), Raffaele Viglione (Via Sant'Anastasio) e l'[[Impiegato|Imp.]] Tito Murolo (Vasto); mentre tra i giovani si distinse [[Adolfo Pansini]]<ref>[http://win.liceopansini.it/adolfopansiniinediti.htm [[Adolfo Pansini]] non aveva ancora diciassette anni quando iniziò la pubblicazione di un giornaletto antifascista, a cui collaborarono pochi coraggiosi amici. Scoperti dopo circa un anno, i ragazzi pagarono con otto mesi di carcere. Il 30 settembre Adolfo Pansini, arruolatosi al seguito del tenente Enzo Stimolo, partecipò all'assalto allo stadio vomerese (oggi "[[Stadio Arturo Collana|Arturo Collana]]"). Adolfo e un altro partigiano tagliarono i cavi telefonici che correvano lungo la masseria Pezzalonga per rimpedire alle truppe naziste di ricevere rinforzi. In seguito, insieme ad altri partigiani, riuscì a liberare i prigionieri nello stadio, sacrificando la propria vita.]</ref>, studente del liceo vomerese Sannazaro.
Nella Piazza Giuseppe Mazzini, presso l'edificio Scolastico "[[Vincenzo Cuoco]]", i tedeschi attaccarono in forze con i carri armati (i
Anche il quartiere operaio di [[Ponticelli (quartiere di Napoli)|Ponticelli]] subì un pesante cannoneggiamento, in seguito al quale le truppe tedesche procedettero ad eccidi indiscriminati della popolazione penetrando sin dentro le abitazioni civili. Altri combattimenti si ebbero nei pressi dell'[[Aeroporto di Napoli-Capodichino|aeroporto di Capodichino]] e di Piazza Ottocalli, dove morirono 3 avieri italiani.
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