Archimede Cirinnà: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Figlio di un [[capitano]] della marina civile, fece studi tecnici, che abbandonò nel [[1925]] per seguire la sua vocazione per la [[pittura]] e il [[disegno]]<ref name="origini">[http://www.montesiro.it/Cirinn%C3%A0%20Archimede.htm Dal sito Montesiro.it]</ref>. Ispirato al [[naturalismo (arte)|naturalismo]] pittorico italiano e francese, la sua attività artistica ebbe inizio nel [[1928]] come apprendista nella bottega dello scultore [[Salvatore Zagarella]]. Nel [[1933]] avviò la collaborazione con il pittore [[Giuseppe Barone (pittore)|Giuseppe Barone]].
 
Autore di numerose opere sacre, eseguite tra il [[1935]] e il [[1941]]<ref name="origini"/>, nel [[1939]] tenne la sua prima esposizione al Circolo degli Artisti di Catania, assieme ad [[Emilio Greco]], del quale fu amico. Ricercato dai [[nazisti]], visse dal [[1944]] al [[1950]] con la moglie e la figlia in [[Brianza]], dove nacque la sua secondogenita.
 
Ritornato a Catania, eseguì decorazioni in molte chiese della città e della [[Sicilia]], e successivamente visse dal [[1960]] al [[1967]] a [[Roma]], dove fu pittore per il [[Vaticano]].
 
Tra le sue opere pittoriche più importanti vi furono la parete absidale della [[Chiesa di Cristo Re (Catania)|Chiesa di Cristo a Catania]], le pareti del [[Santuario della Madonna della Consolazione (Paternò)|Santuario della Madonna della Consolazione di Paternò]], il soffitto del [[foyer]] del [[Teatro Massimo Vincenzo Bellini]] e quelli del periodo romano, come il ritratto ufficiale di [[papa Giovanni XXIII]].
 
Oltre che di quadri inerenti alla religione, fu autore anche di opere di [[Nudo artistico|nudo]] femminile.
 
Molte sue opere (quadri, disegni e sculture in bronzo, marmo, terracotta e ceramiche) sono esposte in una sala del [[Museo diocesano di Catania]], a lui intitolata dopo la sua morte avvenuta nel [[1990]]<ref>[http://www.museodiocesicatania.it/Museo/Sale/Sala_Polifunzionale.htm Dal sito del Museo diocesano di Catania]</ref>.