Pierre Ravanas: differenze tra le versioni

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===Introduzione delle tecniche provenzali in Italia===
[[Immagine:Frantoi.jpg|left|thumb|upright=1.6| Rappresentazione di un frantoio classico: in luoghi dalle scarse condizioni igieniche, uomini e animali utilizzavano la forza muscolare per muovere grandi macine di pietra e torchi di legno.]]
 
L'olio d'oliva prodotto nel [[XVIII secolo|Settecento]] nel [[Sud Italia]] era di qualità scarsa: generalmente la raccolta del frutto avveniva dopo la sua caduta dall'albero per maturazione e quindi dopo l'inizio della fermentazione; le olive venivano prese dal suolo senza separarle dalle foglie; in attesa della molitura, venivano conservate in vasche dove continuavano la fermentazione. Spesso, i [[trappeto ipogeo|frantoi erano collocati in grotte]] e vi lavoravano uomini sottoposti a regime feudale e animali da soma in luoghi caratterizzati da pessime condizioni igieniche<ref>{{cita libro | cognome=Moschettini | nome=C. | titolo=Osservazioni intorno agli ostacoli dei trappeti feudali alla prosperità della olearea economia | editore= | città=Napoli | anno=1792 }}</ref>. Tradizionalmente, le olive venivano frantumate in grandi [[macinazione|macine]] costituite da una ruota di [[Roccia|pietra]] che girava in una vasca; successivamente, le olive tritate venivano pressate in torchi di legno. Questo processo richiedeva molto tempo e non riusciva ad ottenere risultati ottimali. Inoltre, la macina spesso non riusciva a lavorare le olive troppo dure; per questa ragione le si depositava in grandi vasche allo scopo di ammorbidirle<ref>{{cita libro | cognome= Grimaldi| nome=Domenico |wkautore = Domenico Grimaldi| titolo=Istruzioni sulla nuova manifattura dell'Olio introdotta nel Regno di Napoli | editore= | città=| anno= }}, pagg. 51-52</ref>.