Canzone: differenze tra le versioni

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eliminazione di frase non attinente e parecchio forzata, in quanto i due interpreti citati, soprattutto Povia, non meritano certo la citazione in un testo sulla musica italiana
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Basti citare alcuni brani che hanno varcato i confini nazionali, come [[Te voglio bene assaje]] di [[Donizetti]], [[Fenesta ca lucive]] attribuita tra gli altri anche a [[Vincenzo Bellini]], [[Santa Lucia (canzone)|Santa Lucia]] di [[Teodoro Cottrau]], agevolati dal felice connubio tra compositori di alta maestria e poeti raffinati e incisivi.<ref name="CI2">Paolo Ruggieri, ''Canzoni Italiane'', Fabbri Editori, 1994, Vol.I, pag.13-24</ref>
 
Raramente altre canzoni regionali sono riuscite a varcare i limiti dialettalidelle [[Lingue parlate in Italia|lingue locali]], così come appare arduo rintracciare un comune denominatore ed uno stile univoco per la canzone italiana, diversamente dal caso francese, dove le radici del [[vaudeville]] derivarono dalla ''chanson'' del Cinquecento, come evidenziato dallo stile, dalla tradizione del giornale-cantato.<ref name="M"/>
Sempre nell'Ottocento in [[Germania]] si verificò un altro grande connubio fra musica e poesia, denominato [[Lied]], che ebbe in [[Franz Schubert]] uno dei massimi esponenti.<br />
[[File:Pete Seeger NYWTS.jpg|thumb|Il cantante folk [[Pete Seeger]].]]
Se l'origine della canzone è strettamente legato a quello della musica popolare, potendo generalizzare, in ogni nazione si rintracciano tre filoni importanti:<ref name="U"/> il primo è quello folk che recupera arie, canti antichissimi e locali che provengono sia dai campi sia dal mare e dai monti ed in Italia si suddivisero a seconda della provenienza geografica, in ballate narrative nel nord, costituite da un substrato [[celtico]], mancante invece nel Meridione, al di sotto delle antiche strofe latine, e in [[strambotto|strambotti]] nel sud; il secondo è quello della canzone per la danza, che prevede una prevalenza della musica sui testi, il terzo è quello poetico che cerca di esprimere sentimenti e ideali da diffondere, da cui nascono sia le canzoni generalmente tipiche del nord con argomenti storici, politici, militareschi, familiari e occasionalmente sentimentali, in cui assume maggiore priorità il contenuto sulla forma, tranne che per le musiche da ballo, sia quelle tipiche del sud sognanti, ammiccanti, edulcorate, distraenti con argomenti sentimentali ma anche paesaggistici e familiari, talvolta strappalacrime come la lunga sequenza di canzoni dedicate agli emigranti.<ref name="CI">V.Savona e M.Straniero, ''Canzoni Italiane'', Fabbri Editori, 1994 Vol.2, pag.133-156</ref>
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”'''Impressioni di settembre'''” è passata alla storia del pop per il suo stupendo inciso strumentale che la fa da protagonista rispetto ad una strofa-ouverture e ad un bridge-preludio, entrambi cantati introspettivamente in atmosfera sospesa che esplode nel magico orizzonte del sintetizzatore lanciato verso l’infinito.
 
== In ItalianoItalia ==
===Le origini===
Prima dell'[[Unità d'Italia|Unità]] la [[canzone popolare]] in [[Italia]] era quasi esclusivamente innelle dialetto, nei varivarie [[dialettiLingue italianiparlate in Italia|dialettilingue della penisola]], che d'altra parte rappresentavano gli unici idiomi conosciuti dalla maggioranza della penisolapopolazione.<br />Le canzoni in [[lingua italiana|italiano]] erano poche: nel [[Settecento]] qualche canto religioso (''[[Tu scendi dalle stelle]]'', [[1754]]); a metà dell'[[Ottocento]] i canti politici del [[Risorgimento]] (gli [[Canto degli Italiani|inni di Mameli]] e [[Inno di Garibaldi|di Garibaldi]], ''Addio, mia bella, addio'' e qualcun altro)<ref name="ReferenceA">L. Colombati (a cura di ), ''La canzone italiana 1861-2011'', Mondadori, 2011</ref>.<br />Alla stessa epoca risale la prima canzone "leggera", [[Santa Lucia (canzone)|Santa Lucia]] di [[Teodoro Cottrau]] del [[1849]], da molti considerata la prima canzone italiana. Si trattava, in ogni modo, di un caso isolato e nemmeno di un'opera originale, in quanto era la traduzione italiana di una [[barcarola]] napoletana.
 
===1861-1915===
Ancora all'epoca dell'[[Unità d'Italia]] c'erano due generi di canto completamente distinti, da una parte l'[[opera]], che aveva ampia diffusione in tutti i ceti sociali, e dall'altra la canzone popolare innelle [[dialetto]]lingue locali. Le prime forme di canzone italiana discesero da questi due generi.<br />Dall'opera derivò la [[romanza]]<ref name="ReferenceA"/><ref name="ReferenceB">''La nuova enciclopedia della musica'', Garzanti, 1983</ref>, che è un'aria di tipo operistico, ma destinata ad essere eseguita da sola, spesso nei salotti eleganti. Il più tipico compositore di romanze fu [[Francesco Paolo Tosti]], ma la più famosa romanza rimane ''[[Mattinata (Leoncavallo)|Mattinata]]'' di [[Ruggero Leoncavallo]] del [[1904]], scritta per [[Enrico Caruso]]. Né può essere dimenticata ''Musica proibita'' di [[Stanislao Gastaldon]] del [[1881]].<br />Dalla canzone dialettaleregionale si sviluppò invece una produzione di canzoni popolari anonime in lingua italiana, fra le quali hanno un posto particolare quelle legate al tema dell'[[emigrazione]] (''Mamma mia, dammi cento lire'').<br />Nell'ultimo decennio dell'Ottocento aprirono a [[Napoli]], [[Roma]], [[Torino]], [[Milano]], sull'esempio [[Francia|francese]], i [[caffé-concerto]] o ''cafés chantants''<ref name="ReferenceA"/>, nei quali si cantavano soprattutto canzoni neinelle rispettivirispettive lingue e dialetti ([[Lingua napoletana|napoletano]], [[Lingua piemontese|piemontese]], [[Lingua lombarda|lombardo]] ecc.), spesso a doppio senso<ref name="ReferenceC">Gianni Borgna, ''Storia della canzone italiana'', 1985</ref>.
 
{{Multimedia|allineamento = destra|larghezza = 300|file = Vincenzo Di Chiara (1864—1937) - La spagnola (1906).ogg|titolo = Vincenzo Di Chiara (1864-1937)|descrizione = ''La spagnola''&nbsp;— Versione strumentale}}
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Ma soprattutto gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] furono il "periodo d'oro" della [[rivista musicale|rivista]] e poi della [[commedia musicale]].<br />Le musiche dei più famosi spettacoli di [[Garinei e Giovannini]] furono composte a turno da tre jazzisti (un fisarmonicista e due pianisti) anche se non si trattava di brani ''jazz'': [[Gorni Kramer]], che fu il più fecondo in questo ambito, [[Lelio Luttazzi]], e lo stesso Trovajoli che compose le musiche di ''[[Rugantino (commedia musicale)|Rugantino]]'', probabilmente il capolavoro del genere.<br />Molte canzoni della rivista erano cantate dal [[Quartetto Cetra]] (''Vecchia America'', ''In un palco della Scala'' e ''Un bacio a mezzanotte''), ricordato soprattutto per la garbata ironia e la particolare vena parodistica che successivamente trasferì in televisione.
 
Alla fine del decennio si sviluppò il cosiddetto filone "turistico" o delle "canzoni-cartolina", che raccontavano amori fra turisti stranieri e ragazze italiane, spesso sullo sfondo di paesaggi e monumenti nostrani. La lingua di queste canzoni tendeva al ''pastiche'' italiano-dialettolingua regionale-lingua straniera; mentre la musica era prevalentemente ''[[jazz]]''. Il più tipico interprete di questo filone fu [[Nicola Arigliano]], mentre fra gli autori si deve citare Lelio Luttazzi; il titolo più celebre rimane ''[[Arrivederci Roma (brano musicale)|Arrivederci Roma]]''.
 
===Il miracolo economico===