Fraternità: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 5:
Il lemma che invece esprime il sentimento d'amore tra fratelli è quello di "fratellanza" che nell'uso estensivo è sinonimo di "fraternità" ad es. fratellanza universale. <ref>[[Grande dizionario italiano dell'uso]] a cura di [[Tullio De Mauro]] alla voce corrispondente.</ref>
 
La fraternità (dal [[lingua latina|latino]] ''fraternitas'') dunque è quella che si manifesta soprattutto tra coloro che non sono fratelli <ref>Ove non indicato diversamente, le informazioni contenute nella voce hanno come fonte Roberto Cipriani, ''Enciclopedia dei ragazzi'' Treccani (2005) alla voce corrispondente</ref> e che pure si sentono come se lo fossero, legati da questo sentimento che esprimono con azioni generose e di aiuto disinteressato e di una concreta solidarietà che presuppone la parità di individui che si considerano sullo stesso piano. La fraternità cioè non è quella del paternalismo di chi cioè si considera in posizione superiore e privilegiata e che si rivolge benevolmente a chi è in condizioni di inferiorità <ref>Antonio Maria Baggio, ''Il principio dimenticato: la fraternità nella riflessione politologica contemporanea'', Città Nuova, 2007 p.213</ref>
 
==Caratteri religiosi e laici della fraternità==
==Origini religiose e laiche==
In quelle religioni dove i credenti si considerano figli di Dio, e quindi fratelli tra loro, l'amore fraterno si traduce in associazioni come le confraternite formate soprattutto da laici che s'impegnano in opere di carità e soccorso, nella sepoltura dei morti, nella beneficenza per i poveri e gli emarginati. Queste associazioni si svilupparono specialmente nel cattolicesimo dopo il Concilio di Trento ma già da prima in ogni congregazione religiosa i membri si consideravano tra loro fratelli denominati con l'appellativo di "frati" (dal latino ''frater'', ''fratris'', in italiano fratello). <ref> Il termine arcaico ed aulico che si rinviene nell'uso poetico e soprattutto diffuso negli [[ordini religiosi]] nati nel [[Basso Medioevo]]: in particolare, il termine si afferma nell'accezione religiosa con la nascita degli [[ordini mendicanti]] che, a partire dal [[XIII secolo]], si aggiungono agli ordini [[monachesimo|monastici]] e [[canonici regolari|canonicali]].</ref>
 
La fraternità acquista rilievo politico con lo slogan della Rivoluzione francese del 1789 "Liberté, Egalité, Fraternité" che però trova difficoltà a tradursi in dispositivi giuridici concreti almeno fino al 1848 <ref>F. Pizzolato, ''Appunti sul principio di fraternità nell'ordinamento giuridico italiano'' in ''Rivista internazionale dei diritti dell'uomo'', 2001 pp,745-806</ref> e che perdendo il suo intrinseco carattere universalistico tendeva ad assumere sfumature nazionalistiche, per cui i fratelli erano solo coloro che appartenevano alla stessa nazione, e classiste, di coloro, cioè, che facevano parte della stessa classe sociale. A questo punto alla fine è lo Stato che si fa interprete del principio di fraternità trasfigurandolo in quello di "solidarietà" intervenendo ad eliminare le diseguaglianze sociali e a farsi carico dl destino della nazione.<ref>Antonio Maria Baggio, ''Il principio dimenticato: la fraternità nella riflessione politologica contemporanea'', Città Nuova, 2007 p.212</ref>
 
Con il marxismo il principio di fraternità si concretizza ulteriormente in quello di solidarietà all'interno di quelle classi che condividono le difficoltà e gli strumenti di lotta per superarli