Particolato: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica |
m integrazioni brute da Inceneritore |
||
Riga 98:
Il pulviscolo ha effetti nella propagazione e nell'assorbimento delle radiazioni, sulla visibilità atmosferica e nei processi di condensazione del [[vapore acqueo]] (favorendo [[smog]] e [[nebbia|nebbie]]).<br>
L'aumento dell'inquinamento ha causato negli ultimi anni la formazione di un fenomeno noto come [[oscuramento globale]], che consiste in una graduale riduzione dell'intensità dell'irraggiamento diretto sulla superficie terrestre (a causa della maggior diffusione della luce dovuta ad una maggior quantità di aerosol atmosferico), risultante in un lieve raffreddamento della superficie terrestre. Tale fenomeno, che varia a seconda delle aree coinvolte, è stato osservato a partire degli anni '50 ed ha fino ad ora compensato (e dunque attenuato) parzialmente gli effetti del [[riscaldamento globale]]. La riduzione dell'emissione di particolato in atmosfera in aree come l'Europa sta riducendo il fenomeno di oscuramento globale, aggravando gli effetti del [[riscaldamento globale]].
==Sorgenti di particolato==
L'[[Organizzazione Mondiale della Sanità|OMS]] ha ufficialmente affermato che è evidente e forte la correlazione fra esposizione alle polveri sottili e insorgenza di malattie cardiovascolari: all'aumentare della finezza delle poveri maggiore è il danno arrecato. Pertanto, sono stati quantificati i livelli di concentrazione massimi "consigliati" per [[PM10|PM<sub>10</sub>]] e, vista la loro importanza, anche di PM<sub>2,5</sub>. Questi valori sono di 20 e 10 microgrammi/m³ rispettivamente. <ref>[http://www.who.int/phe/air/aqg2006execsum.pdf OMS: Linee guida 2006 sulla qualità dell'aria per particolato, ozono, biossido di azoto e anidride solforosa].</ref>
Le direttive europee (e la legge italiana) fissano dei limiti di concentrazione nell'aria per le polveri specificando il valore massimo della media giornaliera nelle aree urbane di PM<sub>10</sub> in 50 microgrammi/m³ (1999/30/EC e 96/62/EC).
Viceversa, poiché nessun filtro esistente è in grado di bloccare polveri inferiori al PM<sub>2,5</sub>, per ora non sono stati posti vincoli normativi, nonostante la loro forte nocività.
Ultimamente l'attenzione si sta spostando anche su particolato ancora più fine (di dimensioni nanometriche) per il quale alcuni studi – per la verità principalmente legati a nanopolveri metalliche prodotte da ordigni militari – ipotizzano l'insorgenza del problema delle cosiddette [[nanopatologie]]. Al momento non c'è alcuna prova di un rapporto diretto tra esposizione a fumi di inceneritore e nanopatologie.
È innegabile che gli inceneritori contribuiscano all'emissione antropica di polveri fini e ultrafini in aree urbane, motivo per cui tali emissioni sono sotto osservazione.
In particolare, lo [[SCENHIR]]<ref> ([[Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks]])</ref>, comitato scientifico UE che si occupa fra le altre cose anche di patologie dovute alle polveri sottili, considera i motori a gasolio i massimi responsabili della produzione di PM<sub>2,5</sub>: tutte le altre fonti sarebbero trascurabili, e gli inceneritori attualmente ne produrrebbero al massimo il 2% in quanto (evidentemente) meno diffusi dei motori diesel <ref name=toz/>.
Secondo uno studio sul campo dell'[[Università di Brescia]] finanziato dai gestori dell'inceneritore della città <ref>Citato in Antonio Bonomo (vice presidente ASM), [http://www.federambiente.it/moduli/Slides%20Bonomo%20Roma%2012.12.06.pdf "Spunti, miti e realtà per una concreta gestione integrata dei rifiuti"], diapositive 21-23.</ref>, l'inceneritore avrebbe un'incidenza praticamente nulla sulla produzione complessiva di polveri nell'area bresciana, mentre si stima una sensibile riduzione del particolato dovuta al teleriscaldamento che ha ridotto l'impatto delle emissioni domestiche, con un terzo del calore cittadino fornito dall'inceneritore <ref>[http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/ato_r/pdf/studio_termovalorizzatore.pdf Studio sul futuro inceneritore torinese del Gerbido], p. 39.</ref>.
== Note ==
|