Fraternità: differenze tra le versioni
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La fraternità acquista rilievo politico con lo slogan della Rivoluzione francese del 1789 "Liberté, Egalité, Fraternité" che però trova difficoltà a tradursi in dispositivi giuridici concreti almeno fino al 1848 <ref>F. Pizzolato, ''Appunti sul principio di fraternità nell'ordinamento giuridico italiano'' in ''Rivista internazionale dei diritti dell'uomo'', 2001 pp,745-806</ref> e che perdendo il suo intrinseco carattere [[universalismo|universalistico]] tendeva ad assumere sfumature [[nazionalismo|nazionalistiche]], per cui i fratelli erano solo coloro che appartenevano alla stessa [[nazione]], e [[classe sociale|classiste]], di coloro, cioè, che facevano parte della stessa classe sociale. A questo punto alla fine è lo Stato che si fa interprete del principio di fraternità trasfigurandolo in quello di "[[solidarietà]]" intervenendo ad eliminare le diseguaglianze sociali e a farsi carico dl destino della nazione <ref>Antonio Maria Baggio, ''Op.cit.'' p.212</ref>.
Con il [[marxismo]] il principio di fraternità si concretizza ulteriormente in quello di solidarietà all'interno di quelle classi che condividono le difficoltà e gli strumenti di lotta per superarle
{{Quote|Questa fraternità passiva, questo patire insieme, questa rassegnata, solidale, secolare pazienza è il profondo sentimento comune dei contadini, legame non religioso, ma naturale. <ref>Carlo Levi, ''Cristo si è fermato a Eboli''</ref>}}
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==Fraternità universale==
La fraternità universale, sancita dalla "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo", fa appello alla condizione
==Note==
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