Basilica di Santa Maria della Natività e San Ciro: differenze tra le versioni

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Alla fine dei lavori la chiesa all'interno si presentava con tre svelte ed eleganti navate, tra due file di colonne ad archi, ricche di festoni a stucco. Complessivamente si erano stabiliti sette altari, tutti realizzati con preziosi marmi policromi. Tra essi rifulgeva quello maggiore ornato lateralmente da due stupendi putti in "cornu epistulae" di marmo fino bianco; dietro quest'ultimo fu nuovamente sistemata la pala del Giordano. La cupola, posta alla fine della nave maggiore e dotata di otto finestroni, donava nuova luce a tutta l'area del presbiterio.
La chiesa fu rifatta per ordine sovrano dall'aprile del 1853 all'aprile del 1858. Responsabile dell'andamento dei lavori l'ingegnere Stefano Coscia con la supervisione del Comm. Francesco Del Giudice e del sindaco Fortunato Grimaldi, essendo la chiesa di "jus patronato". <ref>Il diritto patronale municipale del tempio fu riconfermato da Ferdinando II con Sovrana Risoluzione n. 598 del 5 novembre 1855.</ref> I numerosi restauri cancellarono l'originaria decorazione vaccarina sostituiti da stucchi più moderino che procurarono così un notevole danno artistico. <ref>Rimase integro solo l'Oratorio della Congregazione del SS. Sacramento, posto a mano sinistra entrando, dove ancora oggi possiamo ammirare gli originali stucchi disegnati da Domenico Antonio Vaccaro e da suo figlio Ludovico.</ref> Fu rinnovato il pavimento, la zoccolatura, e numerosi marmi per una spesa totale di Ducati 17.139. La chiesa fu benedetta nuovamente il 16 maggio del 1858 dal Cardinale Sisto Riario Sforza. <ref>Cfr.: V. Jori, ''Portici e la sua storia'', Portici 1882, p. 121.</ref>
Con i lavori di restauro e decorazione esterna ed interna di tutta la basilica, effettuati tra il 1923 ed il 1928 con l'intervento dell'ingegnere Gaetano Cappa, la chiesa subì un ulteriore trasformazione sia interna sia esterna. La nuova decorazione interna, che è quella che possiamo osservare ancora oggi, non ha particolare valore artistico. Il grave errore fatto nel 1858 invece si ripeté per la facciata poiché all'epoca si volle fare assumere all'edificio l'aspetto del "tempio" ed il bel prospetto vaccariano fu totalmente deturpato con l'applicazione di: tre altorilievi ritraenti scene bibliche di cui uno occupò completamente il timpano triangolare posto sulla sommità dell'edificio; timpani e modanature sui portali d'ingresso; 4 angeli; due colonne ioniche poste ai lati del portale centrale; zoccolature in marmo; una coppia di leoni bronzei posti sulla sommità della scalinata, uno per lato.<ref>Queste due sculture furono disegnate dallo scultore locale Ettore Sannino.</ref>
Nella trasformazione esterna avvenuta nel 1972, si diede luogo all'abbattimento delle celle campanarie. Queste due strutture sono state ricostruite nel 1997 anno che ha visto anche il rifacimento totale della facciata con la scomparsa degli altorilievi dal timpano triangolare e della meridiana dal campanile destro sostituita da un secondo orologio.
Con l'ultimo restauro della facciata, completato il 5 maggio del 2012, sul campanile destro è stata ridipinta la meridiana.