Scienze cognitive: differenze tra le versioni
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Con il termine '''scienze cognitive''' si definisce l'insieme di discipline che hanno come oggetto di studio la [[cognizione]] di un sistema [[pensiero|pensante]], sia esso naturale o artificiale.
Esse comprendono diverse discipline che pur operando in campi differenti coniugano i risultati delle loro ricerche al fine comune di chiarire il funzionamento della [[mente]].
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==Multidisciplinarità==
Un'interessante esemplificazione grafica della complessità delle scienze cognitive si ha nel loro "esagramma":[[Image:Hexagramme cognitiviste 2.png|thumb|center|upright=1.5|Le discipline scientifiche che costituiscono le "scienze cognitive" ed i loro rapporti interdisciplinari. I tratti pieni rappresentano le discipline tra le quali esistevano già dei collegamenti scientifici prima della nascita delle scienze cognitive; quelli tratteggiati le discipline i cui relativi collegamenti si sono sviluppati come conseguenza]]
Le scienze cognitive in generale si occupano delle modalità di formazione del [[pensiero]], dell'[[emozione]], dell'[[immaginazione]], dell'[[intelletto|intellezione]] e della [[creatività]]. Quest'ultimo aspetto è messo in evidenza da Paolo Legrenzi, che guarda soprattutto alle capacità di un ''homo'' "faber" piuttosto che "cogitans". Egli scrive infatti: «Le ''Scienze cognitive'' sono il campo di studio di tutto ciò che ha a che fare con le capacità creative dell'uomo e con gli artefatti da lui creati.»<ref>P.Legrenzi, ''Prima lezione di scienze cognitive'', Laterza 2002
Si deve sottolineare che le ''scienze cognitive'', essendo multidisciplinari, sfruttano orientamenti di ricerca differenti, e che, in quanto tali, è difficile definirne a priori le discipline costituenti. Qualunque indirizzo di studio che ad esse possa connettersi, sia esso scientifico, psicologico o filosofico, può fornire utili contributi a questa multi-scienza ''in fieri''. Ogni disciplina che si occupi di [[neuroni]], di [[psiche]] o del pensiero, evoca processi mentali, quindi vi rientra di diritto. Pertanto, non si può escludere che in futuro l'ambito delle ''scienze cognitive'' possa ulteriormente allargarsi, comprendendo nuove discipline che direttamente o indirettamente le concernano.
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===Origini===
Qualcuno{{senza fonte}} vede le origini dell'indagine sul funzionamento della mente nella logica matematica, col suo intento di universalizzazione e schematizzazione del ragionamento; sono coloro che fanno risalire a [[David Hilbert]] e al suo [[Entscheidungsproblem]] il primo nucleo cognitivista. La necessità di dimostrare la coerenza della matematica al suo interno richiedeva un'universalità e un'analiticità del ragionamento che è stata vista come il movente principale dei successivi sviluppi. In realtà le scienze cognitive nascono come multidisciplinari verso l'inizio degli anni
Sotto il punto di vista logico-matematico oltre a [[Kurt Gödel]], anche [[Alan Mathison Turing]] ha dato una sua dimostrazione dell'indecidibilità della matematica, ma egli emerge soprattutto per la sua "macchina pensante". Essa è una [[macchina di Turing|macchina ideale]] che sarebbe in grado di eseguire qualunque [[algoritmo]] (in questa fase non ci si preoccupa del tempo necessario a farlo). Essa, nella sua variante più complessa (la [[macchina di Turing universale]]), riunisce più [[macchina di Turing|macchine di Turing]], somigliando così parecchio all'attuale [[computer]], che calcola appunto diversi algoritmi (si potrebbe associare ogni macchina di Turing ad un programma gestito da un odierno calcolatore). Turing dimostrò che '''non è possibile per una siffatta macchina calcolare la veridicità di ogni proposizione matematica'''. La macchina creata per questa dimostrazione ebbe però molti più utilizzi: oltre al contributo dato all'informatica, anche gli psicologi ed i filosofi iniziarono ad interessarsene, convinti che '''anche la mente potesse operare per algoritmi'''.
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===Il dominio del comportamentismo===
Vennero così letti in quest'ottica risultati come quelli ottenuti in Russia da [[Ivan Pavlov]], portando al legame tra [[comportamentismo]] in psicologia e [[riduzionismo]] in filosofia, legame che raggiungerà il suo apice con la popolarità di [[Burrhus Skinner]]. L'idea che la mente operi per algoritmi viene così ad intrecciarsi con la convinzione che quello che veniva definito [[stato mentale]] altro non fosse che il risultato di una certa conformazione elettrica nel cervello che portava ad un particolare comportamento (concezione ancora più radicale della [[teoria dell'identità]]). Ogni introspezione viene quindi [[Comportamentismo#
===Le critiche a Skinner e la nascita del funzionalismo===
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===Le forme a priori della mente===
Per giustificare questa concezione si [[postulato|postula]] l'esistenza di forme a priori simili a quelle [[kant
Come si può notare, le scienze cognitive devono molto all'opera del filosofo tedesco, ed infatti [[Jerry Fodor]] - le presenta come "un'indagine sperimentale sulle radici della Critica della Ragion Pura di Kant".
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L'iniziatore di una modellistica cognitiva delle funzioni mentali può essere considerato [[Ulric Neisser]], che partendo da premesse di tipo psicologico ha poi elaborato molti fondamenti delle moderne scienze cognitive contro il riduzionismo di alcuni indirizzi neurofisiologici nel suo celebre testo ''Cognitive Psychology''<ref>(Appleton-Century-Crofts, New York, 1967)</ref>. La sua innovatività consiste in una visione pluralistica delle funzioni mentali, che da un lato nega il dualismo, ma che dall'altro mostra l'inconsistenza dell'approccio riduzionistico.
All'inizio degli anni
== Ricercatori famosi nelle scienze cognitive ==
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* [[Jerry Fodor]]
* [[Douglas Hofstadter]]
* [[Philip Johnson-Laird
* [[Christopher Longuet-Higgins]]
* [[Marvin Minsky]]
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== Bibliografia ==
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* [[G.Edelman]], ''Sulla materia della mente'', Milano, Adelphi, 1993.
* [[Jerry Fodor|J.A.Fodor]], ''La mente modulare, Bologna, Il Mulino, 1988.
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