Ambrogio Belloni: differenze tra le versioni
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Sempre nel 1921 entra nel [[Comitato centrale]] del [[Partito Comunista d'Italia]], avvicinandosi alle tesi di [[Amadeo Bordiga]], ed è eletto deputato nazionale nello stesso anno. Il suo seggio alla [[Camera dei deputati]] gli sarà confermato anche nelle elezioni del [[1924]] anche se, per protestare contro il [[Partito Nazionale Fascista]] di [[Benito Mussolini]], ritenuto responsabile dell'assassinio di [[Giacomo Matteotti]], Belloni prende parte alla "[[Secessione aventiniana]]''".
Nel [[1926]] viene arrestato e condannato a cinque anni di confino dal regime fascista: <ref>Commissione di Alessandria, ordinanza del 25.11.1926 contro Ambrogio Belloni ("Organizzazione comunista"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983'' (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 12</ref> sconterà la pena prima in [[Molise]] e successivamente nelle [[Isole Eolie]]. <ref>Ordinanza n. 287 del 10.12.1928 contro Ambrogio Belloni
Dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]] torna alla politica candidandosi, senza successo, come deputato all'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|Assemblea Costituente]] nel [[1946]]. Due anni dopo però fu eletto nelle file del [[Partito Comunista Italiano]] come consigliere comunale di Alessandria. Muore nel [[1950]], quasi 90enne, a [[Villanova Monferrato]], dove si era recato per svolgere un comizio.
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