Castello Borgia (Trasimeno): differenze tra le versioni
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L'ultimo esponente dei Borgia Sulpizi Mandolini fu Tiberio che lasciò nella cappella del castello un [[ex voto]] per ringraziare la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] di averlo salvato da un sicuro annegamento nel lago. La rocca fu dunque ceduta ai [[Firenze|fiorentini]] Massini Niccolai che decisero di ampliarla seguendo il gusto medievale toscano. Nel [[1933]] Filippo Massini vendette la proprietà con l'azienda agricola al [[Roma|romano]] Giorgio Palombaro, al quale fu restituita dopo la [[seconda guerra mondiale]], poiché era stata confiscata dai [[Nazismo|nazisti]], poi dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]].<ref>Amoni, p. 182</ref>
Il luogo di sepoltura dei Borgia Sulpizi era nella cripta del [[santuario della Madonna di Mongiovino]], presso [[Panicale]], unitamente ad alcuni membri dell'insigne famiglia perugina [[Arcipreti della Penna]].<ref>Canuti, p. 8</ref>
Lo stemma dei Borgia Sulpizi era così illustrato:
{{quote|''Un ponte bianco in campo rosso e sotto l'acqua azzurra con serpi bianche, per cimiero una corona d'oro.''}}
Lo scrittore anglo-toscano Giorgio Harold Stuart, per un certo periodo amministratore dei Palombaro, racconta una singolare vicenda di tipo esoterico-soprannaturale da lui vissuta nel castello e nel monastero [[Congregazione olivetana|olivetano]] dell'isola Polvese.<ref>Stuart, pp. 15-110</ref>
== Note ==
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