Omicidio di Marta Russo: differenze tra le versioni
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La Alletto denunciò poi per [[diffamazione]] il parlamentare [[Marco Taradash]] e ottenne il suo [[rinvio a giudizio]]<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/13/Oggi_vinto_dopo_co_10_9902134020.shtml|titolo=Gabriella Alletto ottiene il rinvio a giudizio di Taradash|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Brogi Paolo|data=13 febbraio 1999|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>. Il deputato aveva denunciato una "montatura giudiziaria" e affermato che «a me sembrano testimonianze costruite a tavolino in cambio delle quali almeno due hanno avuto la garanzia dell'impunità».<ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/02/12/Cronaca/ALLETTO-TARADASH-RINVIATO-A-GIUDIZIO_163700.php ''Alletto: Taradash rinviato a giudizio'']</ref>
Il dibattimento di primo grado si concluse con la condanna di Giovanni Scattone per [[omicidio colposo]] con aggravante della [[colpa cosciente]] (escludendo quindi il [[dolo (diritto)|dolo]]<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/09/Marta_Russo_scontro_sulla_sentenza_co_0_0102097036.shtml|titolo= Marta Russo, scontro sulla sentenza|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=9 febbraio 2001|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>) a 7 anni, e di Salvatore Ferraro per [[favoreggiamento]] a 4, e con la legittimazione dell'operato dei pubblici ministeri nel corso dell'interrogatorio della Alletto.
Dopo la sentenza, Scattone e Ferraro, nel frattempo scarcerati verso la fine del [[1999]] e posti agli arresti domiciliari, furono illecitamente invitati in esclusiva a [[Porta a Porta]] dietro compenso di 130 milioni di lire ciascuno. [[Agostino Saccà]], al tempo direttore di [[RaiUno]], fu indagato in concorso con altri per «mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice»<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/dicembre/12/Sacca_direttore_Rai_indagato_per_co_0_99121210318.shtml|titolo=Saccà, direttore di RaiUno indagato per i milioni dati a Scattone e Ferraro|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=12 dicembre 1999|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>.
Nel processo di appello fu confermata la sentenza di primo grado, con un lieve aumento della pena
Il 6 dicembre 2001, la Corte di Cassazione, su richiesta anche del Procuratore Generale, annullò la sentenza di appello.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/ottobre/19/Delitto_Marta_Russo_stato_diavolo_co_0_0210191023.shtml|titolo=Delitto Marta Russo «È stato il diavolo a premere il grilletto»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=19 ottobre 2002|accesso=23 febbraio 2013}}</ref> Il secondo processo di appello confermò le condanne, ma con pene più miti: sei anni per Scattone, quattro per Ferraro, due per Liparota.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/05/Condanna_piu_severa_Scattone_co_10_030505020.shtml|titolo=«Condanna più severa a Scattone»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=5 maggio 2003|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>
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