Programma Vostok: differenze tra le versioni

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Tale approvazione comunque non fu sufficiente. Singoli sistemi e strumenti, tra i quali in prima linea bisogna evidenziare il seggiolino eiettabile (di vitale importanza), non erano ancora funzionanti in maniera sufficientemente affidabile oppure erano ancora dotati di disfunzioni tali da mettere in serio pericolo l'incolumità dei cosmonauti. Infatti, un test del seggiolino eiettabile causò la morte del probante, fatto che mise in serio dubbio che il termine di dicembre potesse effettivamente essere rispettato.
 
Il fatto che comunque fu decisivo per l'ulteriore spostamento del termine fu notevolmente più grave. Il 24 ottobre un missile intercontinentale del tipo R-16, allora la nuovissima invenzione dell'impianto di produzione OKB Jangel, [[Catastrofe di Nedelin|esplose sulla rampa di lancio del [[cosmodromo di Bajkonur]]. L'inferno causò la morte di oltre 200 dipendenti, tra cui i maggiori esponenti e specialisti della tecnica spaziale, primo fra tutti il responsabile delle truppe di missili strategici, il maggiore generale Nedelin, uno dei maggiori sostenitori di tutto il programma spaziale. Non solo la sua morte, ma la perdita di tutto il personale creò un vuoto che dovette essere colmato il più in fretta possibile.
 
Per motivi di sicurezza venne dunque deciso di inserire due ulteriori missioni prive di equipaggio, entrambe programmate per dicembre. La prima delle due fu Korabl 3 (ancora erroneamente chiamata [[Sputnik 6]] da parte del mondo occidentale), lanciata il 1º dicembre. Durante questa missione vennero trasportati, fra l'altro, i due cani Pchelka e Mushka. Però il congegno propulsore TDU-1, nuovamente, non funzionò alla perfezione, pertanto, la traiettoria di rientro fu notevolmente troppo piana. Esistono due diverse versioni sul destino della capsula. La prima sostiene che la capsula atterrò dopo 17 orbite terrestri nelle acque dell'Oceano Pacifico, ma non venne mai recuperata a causa dell'incertezza sulla posizione esatta di tale ammaraggio. La seconda versione sostiene che la capsula fu distrutta da cariche esplosive onde evitare di cadere in mani straniere. Accertato rimane solo il fatto che i due cagnolini morirono e la capsula non fu mai recuperata. Inoltre tale missione fornì delle importanti certezze: in caso di una missione equipaggiata da cosmonauti, la capsula sarebbe stata in grado di atterrare anche senza l'ausilio del congegno propulsore, dato che volava su una traiettoria d'orbita ellittica e pertanto il suo rientro in atmosfera sarebbe avvenuto in maniera ''naturale'' dopo alcuni giorni di volo. Dall'altra parte ciò avrebbe significato l'incontrollabilità del luogo d'atterraggio. Infatti non venne mai preso in considerazione un atterraggio in mare dato che un rientro a terra all'estero (comunque in terra non comunista) sarebbe stato valutato come catastrofico dal punto di vista propagandistico. Si doveva quindi perfezionare il congegno propulsore TDU-1 onde superare tali difficoltà e, in particolar modo, per garantire assolutamente l'atterraggio sicuro e il veloce recupero del cosmonauta. Fu evidentemente chiaro che si dovessero attendere alcuni mesi del [[1961]] prima di poter lanciare il primo uomo nello spazio.
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L'inconveniente di questo lancio diede fondati motivi di preoccupazione, dato che il primo volo nello spazio di un essere umano doveva a ogni costo concludersi con successo. La morte di un cosmonauta sarebbe automaticamente stata la fine di tutti i successivi programmi spaziali sovietici, pertanto, per minimizzare i rischi, la capsula fu nuovamente modificata, cambiando ufficialmente denominazione: 3KA. Tra i vari interventi fu aumentato lo strato di cemento amianto dello scudo termico, inizialmente con uno spessore di 3 cm, portandolo a un totale di 13 cm. Inoltre venne ridotta la durata della prima missione, prevedendo una sola orbita (cioè un totale di circa 90 minuti) e non più 17 orbite - in pratica a una missione della durata di un giorno intero. Nel frattempo furono gli americani ad annunciare ufficialmente il loro primo volo suborbitale per il 28 aprile [[1961]]. Da tale annuncio fu il partito stesso a premere con assoluta insistenza sulla realizzazione dei progetti prima di tale termine.
 
Per eseguire alcuni test finali, vennero costruiti degli appositi manichini, chiamati ''Space Dummies'', cioè bambole della dimensione e del peso di un uomo, che avrebbero conferito al sistema Vostok il sigillo di ''Space Proof'' (provato/idoneo per lo spazio). Durante il volo di Korabl 4, eseguito il 9 marzo 1961 e che durò circa un'ora e mezzo e che in occidente venne denominato [[Sputnik 9]], tutto procedette come previsto e sia il cane Tschernuska come pure il manichino che si trovava a bordo della capsula usata per questa missione poterono essere recuperati incolumi dopo il loro atterraggio. Al lancio di Korabl 5 eseguito il 25 marzo e conosciuto in occidente come [[Sputnik 10]], assisterono i sei candidati per la prima missione presenti al [[cosmodromo di Bajkonur]]. In questa missione erano a bordo il cane Svjosdotschka e il manichino chiamato "Ivan Ivanovich n. 2". L'atterraggio avvenuto a circa 80 km da [[Ishevsk]] riuscì da manuale.
 
Con questi test finali i costruttori poterono dare il loro benestare al procedere del programma e già il successivo volo, programmato per l'inizio di aprile, sarebbe stato eseguito con equipaggio umano.