Virgilio Tramontin: differenze tra le versioni
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|LuogoMorte = San Vito al Tagliamento
|GiornoMeseMorte = 4 marzo
|AnnoMorte =
|Epoca=1900
|Attività = incisore
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== Biografia ==
Nasce a [[San Vito al Tagliamento]] (Pn) il 19 maggio 1908. Dopo gli studi tecnici, frequenta dal 1931 l'[[Accademia di belle arti]] di Venezia, seguendo i corsi di pittura di [[Virgilio Guidi]] e i corsi di incisione di Emanuele Brugnoli e [[Giovanni Giuliani]]. Nel frattempo frequenta lo studio veneziano del maestro di [[Dardago]], Umberto Martina. Ottenuto il diploma accademico nel 1934, comincia ad esporre a Udine e a Venezia, invitato a più riprese alla [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia]] (la Biennale) dove, nel 1942, tiene una mostra personale.
Per oltre dieci anni svolge attività di insegnamento all'Accademia di belle arti, chiamato da Giuliani nel 1941 a occupare il
Nel 2009 sue opere vengono esposte, con altri quattordici artisti veneti, alla mostra ''Grafica a Nord Est. Incisori veneto friulani'', in occasione della "rassegna dei massimi incisori operanti nel [[Triveneto]] negli ultimi decenni", tenutasi a [[Pordenone]] e organizzata in collaborazione con l'Unione degli incisori Veneto-friulani<ref>{{cita web | url=http://www.exibart.com/profilo/eventiv2.asp?idelemento=66669 | titolo= "Grafica a Nord Est. Incisori veneto friulani", Scheda della mostra |autore= |editore= Exibart | accesso=5 novembre 2014}}</ref>.
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== Caratteristiche della produzione artistica ==
In tutta la sua carriera artistica l'interesse dominante di Virgilio Tramontin è la rappresentazione della natura e del paesaggio (vanno ricordate in particolare le sue amate montagne e gli alberi), ma anche le vedute, nel solco della grande tradizione veneziana, le nature morte e i ritratti.
Per quanto riguarda i paesaggi, il critico Arturo Manzano parla di "una visione naturalistica, sempre aderente al dato del vero, [...] un colloquio dell' artista con la natura che resta intimo, che si svolge con accenti pacati e attenuati, un colloquio riservato e quasi timido"
Giorgio Trentin aggiunge che "l'albero è l'autentico protagonista, il personaggio veramente umano del mondo di Tramontin"
Il critico che ha inteso nel modo più profondo l'opera di Tramontin è [[Giancarlo Pauletto]]. Egli, nel 1983, scrive: "appare chiaro che all'artista quel che interessa non è il brano naturalistico nella sua fisicità, nel suo 'colore' [...]; invece quello che attrae Tramontin nel paesaggio è il suo farsi voce dell'interiorità, voce dell'aspirazione ad una quiete, che [...] è, anche in senso laico, religiosità, e raggiunta saggezza umana"
La tecnica incisoria prediletta dall'artista è l'acquaforte, a volte ritoccata al bulino o alla puntasecca perché "tracciare un segno con la punta sul morbido e sottile velo di vernice scura che ricopre il rame è uno dei più agevoli modi di disegnare, e la libertà suprema di scorrere in tutti i sensi senza inciampi è una suggestione che rapisce facilmente l'artista" (Virgilio Tramontin, inedito)<ref> Iginio Petrussa, ''La traccia e il
== Mostre postume (lista parziale) ==
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