Pier Soderini: differenze tra le versioni
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Firenze
|GiornoMeseNascita = 18 maggio
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 13 giugno
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Piero era membro di un'antica famiglia fiorentina che aveva dato numerosi politici alla città, fu priore nel [[1481]]. Uomo fidato di [[Piero il Fatuo]] [[de' Medici]], per lui svolse la delicata quanto infruttuosa ambasceria al re [[Carlo VIII di Francia]], che, per via degli umilianti accordi che i fiorentini furono costretti ad accettare valse la cacciata di Piero e della sua famiglia ([[1494]]) e l'instaurazione del regime teocratico di [[Girolamo Savonarola]].
Con l'instabilità del nuovo regime repubblicano, venne deciso di estendere il mandato di Piero, in quel momento gonfaloniere di giustizia, a vita ([[1502]]), tentando un esperimento di [[Doge (Venezia)|dogato]] come a [[Venezia]] o a [[Genova]]. Il Soderini veniva infatti giudicato come uomo probo e imparziale che non avrebbe agito nel suo interesse (come i [[Medici]]), ma in quello collettivo. Alcune sue riforme furono senz'altro importanti, come quella dell'[[erario]] con l'introduzione della ''Decima'', e quella dell'ordinamento giudiziario, con la sostituzione di un ''tribunale della Ruota'' alle varie magistrature del [[podestà]] del [[capitano del popolo]].
Il temerario papa Della Rovere si alleò allora con vari signori italiani, compresi i Medici, e inviò in [[Toscana]] un contingente spagnolo di armati guidati dal viceré di [[Napoli]] [[Raimondo de Cardona (generale)|Raimondo de Cardona]], che, in una prova di forza, mise a segno il [[Sacco di Prato]] nell'agosto [[1512]], spaventando a morte Firenze, che aprì con solerzia le sue porte trattando la resa con gli invasori. Il 31 agosto il Soderini fuggiva dalla città, mentre il giorno dopo vi facevano ritorno i Medici. L'ex gonfaloniere trovò riparo a [[Roma]], dove trovò comprensione e appoggio dall'ex-nemico [[papa Leone X]] Medici, morendo nella città pontificia poco dopo la scomparsa del suo protettore, nel [[1522]]. Un suo parente fu [[Giovan Vettorio Soderini]], importante come [[agronomo]].▼
▲Il temerario papa Della Rovere si alleò allora con vari signori italiani, compresi i Medici, e inviò in [[Toscana]] un contingente spagnolo di armati guidati dal viceré di [[Napoli]] [[Raimondo de Cardona (generale)|Raimondo de Cardona]], che, in una prova di forza, mise a segno il [[Sacco di Prato]] nell'agosto [[1512]], spaventando a morte Firenze, che aprì con solerzia le sue porte trattando la resa con gli invasori.
==La decorazione del Salone dei Cinquecento==
Fu il gonfaloniere a vita Pier Soderini per primo a preoccuparsi della decorazione del [[Salone dei Cinquecento]] in [[palazzo Vecchio]], riuscendo ad accordarsi con i due più grandi artisti fiorentini dell'epoca, [[Leonardo da Vinci]] e [[Michelangelo Buonarroti]], per la realizzazione di due grandi affreschi (circa 17x7 metri) per decorare le pareti della sala, con scene di battaglia che celebrassero le vittorie della Repubblica ([[1503]]). Leonardo iniziò a realizzare ''[[Battaglia di Anghiari (Leonardo)|La battaglia di Anghiari]]'', secondo [[Vasari]] sulla parete destra, mentre a Michelangelo venne destinata la parete sinistra per la realizzazione de ''[[Battaglia di Cascina (Michelangelo)|La battaglia di Cascina]]''.
I due geni del [[Rinascimento]] ebbero così modo di lavorare per un certo periodo faccia a faccia, ma nessuna delle loro opere fu mai completata: Leonardo sperimentò la tecnica dell'[[encausto]], che si rivelò disastrosa, sciupando irrimediabilmente l'opera, mentre Michelangelo si fermò al solo cartone, prima di partire per [[Roma]] chiamato da [[Giulio II]]. Entrambe le opere originali sono andate perdute, ma ci sono pervenute delle copie e dei disegni preparatori.
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