Chiesa cattolica in Corea: differenze tra le versioni
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Secondo i dati ufficiali, i [[cattolici]] nordcoreani sono circa 4.000, oltre a circa 12.000 [[protestanti]]. I dati però si riferiscono agli iscritti all'«Associazione dei cattolici nordcoreani», organizzazione creata dal governo, quindi controllata dal regime. Le chiese autorizzate sono solamente tre in tutto il Paese, concentrate nella capitale [[Pyongyang]]: due sono protestanti (le chiese di Bongsu e di Chilgol) e una cattolica (la chiesa di Changchung, per molti una "vetrina" a uso del regime)<ref>Secondo Frédéric Dalban, nelle chiese aperte al culto vengono celebrate messe-farsa, con comparse che fingono di pregare. ''[[Avvenire]]'', 17 gennaio 2010.</ref>. Ad oggi l'[[annuario pontificio]] continua ad indicare come [[vescovo]] di [[Pyongyang]], monsignor [[Francis Hong Yong-ho]], che avrebbe ormai superato il secolo di vita, ma del quale non si hanno più notizie.
La società nordcoreana è stata suddivisa in tre classi, ciascuna delle quali è composta da 17 categorie. Alla prima classe appartengono i privilegiati (essi possono ambire ai posti di governo o al grado di ufficiale dell'esercito); alla seconda la classe media (che può arrivare, nella vita civile, al grado di funzionario mentre nella vita militare si ferma al grado di soldato); fanno parte della terza classe tutti coloro che sono sospettati di ribellione e di opposizione allo Stato<ref>{{cita libro | nome= Blaine| cognome= Harden| titolo= Fuga dal Campo 14| anno= 2014| editore= Codice| città= Torino| p=63}} </ref>. I legami di sangue sono fondamentali per l'appartenenza ad una classe. Di conseguena non è previsto che un individuo salga da una classe all'altra. <br/>
Nella Repubblica popolare democratica la società è stata classificata in 51 categorie. I cristiani appartengono alla 37ma; se cattolici alla 39ma<ref name="Bono">{{cita news|autore=Anna Bono|url=http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-dannati-nellinferno-della-corea-del-nord-11170.htm|titolo=I dannati nell'inferno della Corea del Nord |pubblicazione=[[La nuova bussola quotidiana]]|data=9 dicembre 2014|accesso=25/03/2015}} </ref>. La comunità cristiana è sottoposta ad una dura repressione da parte delle autorità. Un cattolico fedele al papa è doppiamente malvisto: accusato di slealtà verso il regime (solo l'«Associazione dei cattolici nordcoreani» è riconosciuta) e sospettato di rapporti con la [[Cina]]. In Corea del Nord la repressione della libertà religiosa è totale. Anche praticare la fede in privato, a livello personale, è reato. Le pene vanno dalla detenzione in un campo di lavoro, per un periodo di tempo o a vita, alla morte tramite pubblica esecuzione. Nel Paese comunista, essere "scoperti" mentre si partecipa ad una [[Santa Messa|messa]] in un luogo non autorizzato può comportare pene detentive e, nei casi peggiori, la tortura e anche la [[pena capitale]]. Il solo fatto di possedere una [[Bibbia]] è considerato un reato che può portare alla condanna a morte. Il 16 giugno [[2009]] una cristiana di 33 anni, Ri Hyon-ok, è stata condannata a morte e giustiziata per aver "messo in circolazione delle Bibbie".▼
Il legame di sangue ha un'altra conseguenza importante: in Corea del Nord è legale che una persona sia messa in carcere per il suo legame di sangue con un condannato. Quindi se il membro di una famiglia è condannato, finiscono in carcere anche i suoi parenti stretti<ref>R. Blaine, ''op.cit.'', p. 26.</ref>.
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Anche i familiari di un condannato possono essere arrestati a loro volta. Infatti, oltre ai campi di lavoro, esistono in Corea del Nord i campi di "rieducazione", appositamente costruiti per rinchiudere i familiari dei condannati<ref name="Bono"/>.
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