Cavalieri templari: differenze tra le versioni
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È tuttora aperto il dibattito sulla fondatezza delle accuse di [[eresia]] formulate agli appartenenti dell'Ordine. I templari furono accusati di rinnegare [[Cristo]], di sputare sulla [[Croce]], di praticare la [[sodomia]] e di adorare un [[idolatria|idolo]] barbuto, il [[Baphomet]] o ''Bafometto''. Il maestro [[Jacques de Molay]], che aveva ceduto inizialmente di fronte alla marea di accuse, si riebbe e rigettò le sue parziali ammissioni. Ma era tardi, il rogo accolse il maestro e i suoi dignitari e l'Ordine fu sciolto.
Studi recenti accreditano sempre più la teoria secondo la quale la vera causa della fine dei templari fu dettata dalla volontà di impossessarsi del loro patrimonio, tesi peraltro già sostenuta da [[Dante Alighieri]] nel canto XX del ''[[Purgatorio (Dante)|Purgatorio]]'',<ref>
che ciò nol sazia, ma sanza decreto
portar nel Tempio le cupide vele
La studiosa italiana [[Barbara Frale]]<ref>Barbara Frale. ''Il Papato e il processo ai Templari. L'inedita assoluzione di Chinon alla luce della diplomatica pontificia'', Viella, 2003</ref> ha rinvenuto agli inizi degli [[anni 2000|anni duemila]] negli [[Archivio Segreto Vaticano|Archivi vaticani]] un documento, noto come ''pergamena di Chinon'',<ref>La [http://asv.vatican.va/it/visit/doc/zoom03.html Pergamena di Chinon], assoluzione di papa Clemente V ai capi dell'ordine templare. Chinon, diocesi di Tours, 1308 agosto 17-20</ref> che dimostra come [[papa Clemente V]] intendesse perdonare i templari nel [[1314]] assolvendo il loro maestro e gli altri capi dell'ordine dall'accusa di eresia, e limitarsi a sospendere l'ordine piuttosto che sopprimerlo.<ref>[[L'Osservatore Romano]] in data 21 agosto [[2008]] pubblica un articolo della stessa Barbara Frale nel quale si sostiene che "le carte originali del processo ai Templari rinvenute nell'Archivio Segreto Vaticano dimostrano l'infondatezza delle accuse di eresia" http://www.segnideitempi.com/modules.php?name=News&file=article&sid=9548</ref> Il documento appartiene alla prima fase del processo, nella quale il pontefice ancora sperava di poter salvare l'ordine, seppure a costo di assoggettarlo ad una profonda riforma. L'inchiesta di Chinon, in ogni caso, ribadisce le pratiche indecenti e gli sputi sulla croce effettuate come rito d'[[iniziazione]] all'ingresso di un novizio nell'Ordine, pratiche di ancora dubbia origine e motivazione.
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