Alberto Picco di Ulrico: differenze tra le versioni

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Nella notte fra il 15 ed il 16 giugno del [[1915]] con cinque uomini si pose all'avanguardia di un gruppo di 130 alpini al comando del capitano [[Vincenzo Arbarello]] che avevano il compito di conquistare la cima del [[Monte Nero (Alpi Giulie)|Monte Nero]]<ref>Tale operazione era stata approvata il 6 giugno dal generale [[Donato Etna]].</ref> sulla riva sinistra dell'[[Isonzo]], sopra [[Caporetto]].
 
Il previsto attacco doveva svolgersi di notte, in svoltosi in condizioni di visibilità quasi assente per la notte senza luna e la nebbia<ref name=S1p49/> Poco prima dell'alba gli italiani attaccarono<ref name=B2p20><ref name=B1p96>{{Cita|Bianchi 2012|p. 20|Bianchi2021Bianchi2012}}</ref> l'avamposto presidiato dal Nagyvárader Infanterieregiment 4<ref name=S1p49/> del [[Magyar királyi honvédség (1867-1918)|Regio esercito ungherese]]<ref name=S1p49/> appena giuntovi dai [[Carpazi]],<ref name=S1p49/> dovendo necessariamente scoprirsi nell'ultima fase dell'avanzata e presentandosi al fuoco nemico a distanza ravvicinata.<ref name=S1p49/> Una volta scoperti gli alpini si lanciarono in un violento attacco alla baionetta che scompaginò i difensori che si ritirarono in disordine verso il vallone di Planjna Polju, cadendo sotto il fuoco della 35ª Compagnia del Battaglione "Susa" al comando del capitano [[Vittorio Varese]].
 
Rimasto ferito una prima volta al piede, egli proseguì nell'azione finche non fu ferito una seconda volta al ventre. Tale ferita si rivelò mortale, e poco prima di spirare chiese di vedere il capitano Albarello. Una volta che questi giunse sul posto egli lo abbracciò dicendo ''Viva l'Italia e avanti Savoia! Muoio contento di avere servito bene il mio Paese.'' Il Re [[Vittorio Emanuele III]] gli conferì, ''motu proprio'', la Medaglia d'argento al valor militare.<ref>Il Capitano Arbarello lo aveva proposto per la concessione della Medaglia d'oro al valor militare, ma questa non gli fu concessa.</ref>