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Nasce a Bologna nel 1902 dove muore nel 1984. Si laurea all’Accademia di Belle Arti nel 1924 e tre anni dopo, nel 1927 già organizza la sua prima mostra personale. L’anno successivo è alla Biennale con Il giudizio di Paride (alla rassegna parteciperà in più edizioni, nel ’38 con una sala personale e ricevendo premi negli anni Cinquanta). Con Bagnanti nel 1929 vince il premio Baruzzi e partecipa alla mostra internazionale di Barcellona, che lo consacra sulla scena artistica. Pittore di sensuali nudi femminili, maternità e paesaggi, ma anche di figure simboliche come gli angeli, Saetti rifiuta i linguaggi delle avanguardie e si attesta su un realismo espressionista sorretto da un severo rigore compositivo. Nel 1930 viene chiamato a Venezia come insegnante dell’Accademia, di cui assume la carica di direttore dal 1950 al 1956. Dal ‘31 (e fino al ‘72) è presente nelle diverse edizioni della Quadriennale romana. Saetti è soprattutto un “maestro frescante”, tecnica che perfeziona dopo il 1935, in seguito a una visita a Pompei. Tra i suoi affreschi più conosciuti, la Sacra Famiglia (1958, Università di Padova), Colloquio con l’angelo (1974, affresco su tela nella Galleria d’Arte Moderna di Bologna). Propriamente parietale, è la tecnica scelta per cicli di edifici sacri (San Martino di Lupari, Sant’Eugenio a Roma, Santa Maria delle Grazie a Bologna), ma pure per la pittura da cavalletto, per le tele su cui l’affresco viene applicato (ad esempio Madre veneziana, del 1937, Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna) e, come effetto estetico, nelle litografie, la cui carta preparata riproduce la ruvida superficie murale. Ormai specialista del settore, è chiamato dal governo del Giappone a intervenire sull’argomento nella Conferenza svoltasi all’Università di Tokyo nel 1970. Nel 1971 viene pubblicata la sua monografia scritta da Giuseppe Marchiori. Si cimenta anche nel campo della grafica (disegni, incisioni, litografie), decorazioni su vetro e mosaici (1961, Angeli nella chiesa di San Giovanni Battista dell’Autostrada del Sole. Dopo la sua morte, Palazzo Strozzi di Firenze organizza un’ampia antologica. Le sue opere figurano nei principali musei italiani (tra cui il Museo del Novecento di Firenze ed il MAMbo di Bologna) ed esteri (Amsterdam, Madrid, Varsavia, Zagabria, Zurigo, Tokyo) e sono oggetto di importanti mostre: vanno segnalate le antologiche organizzate nel 1974 e nel 1981 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Bologna (dedicata alla produzione grafica) e l’esposizione di opere musive di grandi dimensioni a Prato, in Palazzo Pretorio (1981). Nel 2002, in occasione del centenario della nascita, la galleria 56 di Bologna gli tributa un omaggio. Tra la fine del 2004 ed i primi mesi del 2005 a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano (TV), ha avuto luogo la mostra antologica “Bruno Saetti 1902-1984. Tra intimismo e sublimazione” , a cura di Rossana Bossaglia.
 
==Biografia==
Eseguì gli studi, che terminò nel [[1924]], presso l'[[Accademia di belle arti di Bologna]]. Nel [[1927]] espose, per la prima volta, in una mostra personale organizzatagli dalla Società Promotrice per le Belle Arti "Francesco Francia"<ref>[www.assofrancia.it]</ref>. Nel [[1928]] fu ammesso alla [[Biennale di Venezia]] con Il giudizio di Paride, a cui partecipò in seguito per ben 14 edizioni (alla rassegna parteciperà nel '38 con una sala personale e ricevendo premi negli anni Cinquanta). Nel 1929 fu vincitore con Bagnanti del premio Baruzzi ed espose alla Mostra Internazionale di Barcellona che lo consacra sulla scena artistica. Nel [[1930]] divenne insegnante presso l'[[Accademia di Belle Arti di Venezia]] e ne assunse l'incarico di direttore dal [[1950]] al [[1956]]. Nel 1931 partecipò, per la prima volta, alla [[Quadriennale di Roma]] e continuò le sue partecipazioni fino al 1972.
 
Nasce a Bologna nel 1902 dove muore nel 1984. Si laurea all’Accademia di Belle Arti nel 1924 e tre anni dopo, nel 1927 già organizza la sua prima mostra personale. L’anno successivo è alla Biennale con Il giudizio di Paride (alla rassegna parteciperà in più edizioni, nel ’38 con una sala personale e ricevendo premi negli anni Cinquanta). Con Bagnanti nel 1929 vince il premio Baruzzi e partecipa alla mostra internazionale di Barcellona, che lo consacra sulla scena artistica. Pittore di sensuali nudi femminili, maternità e paesaggi, ma anche di figure simboliche come gli angeli, Saetti rifiuta i linguaggi delle avanguardie e si attesta su un realismo espressionista sorretto da un severo rigore compositivo. Nel 1930 viene chiamato a Venezia come insegnante dell’Accademia, di cui assume la carica di direttore dal 1950 al 1956. Dal ‘31 (e fino al ‘72) è presente nelle diverse edizioni della Quadriennale romana. Saetti è soprattutto un “maestro frescante”, tecnica che perfeziona dopo il 1935, in seguito a una visita a Pompei. Tra i suoi affreschi più conosciuti, la Sacra Famiglia (1958, Università di Padova), Colloquio con l’angelo (1974, affresco su tela nella Galleria d’Arte Moderna di Bologna). Propriamente parietale, è la tecnica scelta per cicli di edifici sacri (San Martino di Lupari, Sant’Eugenio a Roma, Santa Maria delle Grazie a Bologna), ma pure per la pittura da cavalletto, per le tele su cui l’affresco viene applicato (ad esempio Madre veneziana, del 1937, Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna) e, come effetto estetico, nelle litografie, la cui carta preparata riproduce la ruvida superficie murale. Ormai specialista del settore, è chiamato dal governo del Giappone a intervenire sull’argomento nella Conferenza svoltasi all’Università di Tokyo nel 1970. Nel 1971 viene pubblicata la sua monografia scritta da Giuseppe Marchiori. Si cimenta anche nel campo della grafica (disegni, incisioni, litografie), decorazioni su vetro e mosaici (1961, Angeli nella chiesa di San Giovanni Battista dell’Autostrada del Sole. Dopo la sua morte, Palazzo Strozzi di Firenze organizza un’ampia antologica. Le sue opere figurano nei principali musei italiani (tra cui il Museo del Novecento di Firenze ed il MAMbo di Bologna) ed esteri (Amsterdam, Madrid, Varsavia, Zagabria, Zurigo, Tokyo) e sono oggetto di importanti mostre: vanno segnalate le antologiche organizzate nel 1974 e nel 1981 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Bologna (dedicata alla produzione grafica) e l’esposizione di opere musive di grandi dimensioni a Prato, in Palazzo Pretorio (1981). Nel 2002, in occasione del centenario della nascita, la galleria 56 di Bologna gli tributa un omaggio. Tra la fine del 2004 ed i primi mesi del 2005 a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano (TV), ha avuto luogo la mostra antologica “Bruno Saetti 1902-1984. Tra intimismo e sublimazione” , a cura di Rossana Bossaglia.
Eseguì gli studi, che terminò nel [[1924]], presso l'[[Accademia di belle arti di Bologna]].
 
Nel [[1927]] espose, per la prima volta, in una mostra personale organizzatagli dalla Società Promotrice per le Belle Arti "Francesco Francia"(www.assofrancia.it).
 
Nel [[1928]] fu ammesso alla [[Biennale di Venezia]], a cui partecipò in seguito per ben 14 edizioni.. Nel 1929 fu vincitore del premio Baruzzi ed espose alla Mostra Internazionale di Barcellona.
 
Nel [[1930]] divenne insegnante presso l’[[Accademia di Belle Arti di Venezia]] e ne assunse l’incarico di direttore dal [[1950]] al [[1956]].
 
Nel 1931 partecipò, per la prima volta, alla [[Quadriennale di Roma]] e continuò le sue partecipazioni fino al 1972.
 
Prese parte a grandi rassegne internazionali organizzate dalla Biennale di Venezia, che ebbero luogo a [[Praga]], [[Varsavia]], [[Cracovia]], [[Budapest]], [[Vienna]], [[Sofia]], [[Bucarest]].