Orbecche: differenze tra le versioni

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Fu prodotta a [[Ferrara]] nel [[1541]], con [[musica|musiche]] composte per l’occasione da [[Alfonso della Viola]] e scenografie realizzate dal [[pittore]] [[Girolamo Carpi da Ferrara]] (alla prima messa in scena, in casa dell'autore, era presente il duca [[Ercole II d'Este]])<ref>[http://icon.di.unipi.it/ricerca/html/Orbecche.html Dall<nowiki>'</nowiki>''argomento''] della tragedia.</ref>. Fu poi stampata nel [[1543]] con alcune aggiunte destinate alla lettura.
Giraldi Cinzio si attenne rigidamente alle prescrizioni contenute nella ''[[Poetica]]'' di [[Aristotele]] per ciò che riguarda la forma in cinque [[atto (teatro)|atti]], i criteri di “unità” di tempo e spazio, i momenti canonici della trama e l’[[ambientazione]] storico geografica.
 
Le tematiche umane sono invece ispirate soprattutto a [[Seneca]]. In primo luogo la vendetta, lo studio dei sentimenti più “oscuri” quali la furia psicologica e l'odio, la violenza rappresentata nei particolari. La rappresentazione include scene di estrema crudeltà fisica. Un tema portante dell'opera è la riflessione politica sulla [[tirannide]] e sul potere in generale: il rapporto tra la “civiltà” e la [[barbarie]] su cui essa si fonda<ref>Fabio Bertini, "''Havere a la giustitia sodisfatto": tragedie giudiziarie di Giovan Battista Giraldi Cinzio nel ventennio conciliare'' Società Editrice Fiorentina, Firenze, 2008 (Quaderni Aldo Palazzeschi /Centro di studi Aldo Palazzeschi, Università degli studi di Firenze, Facoltà di lettere e filosofia) ISBN 978-88-6032-065-0</ref>. Sono ispirate a Seneca anche: la cifra stilistica che mira a produrre il sentimento dell'[[orrore]], la tendenza a trattare esplicitamente sulla scena questioni filosofiche, e il senso di pessimismo [[stoico|stoicistico]] che pervade l’opera.