Paolo Lanfranchi da Pistoia: differenze tra le versioni
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Figura di spicco nella cultura civica nella [[Pistoia]] del [[XIII secolo|'200]], i suoi [[sonetto|sonetti]] sono rinomati per la loro originalità.
== Biografia ==
Paolo è attestato per la prima volta negli archivi
# un prestito al consumo
# un contratto in cui beni mobili sono così presi in prestito
# Nel diritto civile romano è un prestito di beni fungibili da essere restituiti in proprietà equivalenti nella stessa quantità e qualità.</ref> contratto tra due uomini di Pistoia, Gerardino Bruno e Pucino Pepi. Nel 1291 torna a Pistoia, dove viene incriminato e giudicato colpevole per avere colpito sulla testa, ''cum una spada malvagia vetita pro forma statutorum'' ("con una spada malintenzionatamente"), un certo Orellio Megliori, provocandogli una cospicua perdita di sangue (''ex dicta percussione multus sanguis extivit'').<ref name=bertoni118/> Mandato in esilio, lo si ritrova di nuovo a Bologna nel 1295. È certo comunque che se, come qualche storico presume, Paolo trascorse un po' di tempo alla corte d'[[Corona d'Aragona|Aragona]] in [[Spagna]], ciò si sarebbe verificato tra il 1283 e il 1291, o più probabilmente tra il 1283–1285<!-- se non del tutto//-->.<ref name=bertoni119>Bertoni, 119.</ref>
== Poesia italiana ==
Della sua produzione poetica italiana ci restano sette sonetti. I primi quattro sono stati visti come un sogno interrotto, mentre gli ultimi tre sono una risposta contemplativa.<ref name=kleinhenz192>Kleinhenz, 192.</ref> Il tema che sta alla base dell'opera di Paolo è la questione "come può l'uomo conciliare l'amore per la donna con l'amore verso Dio?" o, più in generale, l'amore terreno con l'amore delle cose celesti.<ref name=kleinhenz194>Kleinhenz, 194.</ref> La soluzione di Paolo tende verso la divisione completa tra Terra e Cielo, senza nessuna possibilità di riconciliazione. In quanto amante, egli ignora la Ragione perseguendo i suoi desideri subconsci, ma il suo "sogno ad occhi aperti" viene interrotto dalle campane del [[mattutino]], realizzando così che non si può sfuggire alle domande religiose che ci passano per la mente.<ref name=kleinhenz194/> Questo lo induce a diventare un [[Catarismo|patarino]], vale a dire, un eretico. Alla fine, Paolo attribuisce la sua infelice condizione alla lotta tra Dio e la Natura che si instaura nell'uomo fin dalla nascita. I suoi due ultimi componimenti impiegano l'analogia della [[ruota della fortuna]] (''rota fortunae'') e potrebbero essere stati coadiuvati da una rappresentazione visiva, come si è sospettato altrove, con esibizioni di [[menestrello|
Paolo viene di solito collocato o all'interno della scuola di [[Guittone d'Arezzo]], tra i ''guittoniani'', o in una via di mezzo tra questi e il ''[[Dolce Stil Novo]]''.<ref name=kleinhenz197>Kleinhenz, 197.</ref> Il suo linguaggio e il suo stile, comunque, sono in modo inequivocabile non-guittoniani, avendo più cose in comune con la [[scuola siciliana]], specialmente per quanto concerne l'espressione della nuda emotività.<ref name=kleinhenz197/> I sette sonetti italiani di Paolo sono elencati di seguito, in base al titolo acquisito dal primo verso:
# ''L'altr'er, dormendo, a mi se venne Amore
# ''Dime, Amore, vorestù tornare
# ''L'altr'er, pensando, mi emaçinay
# ''Un nobel e çentil ymaçinare
# ''Ogni meo fatto per contrario façço
# ''De la rota son posti exempli asay
# ''Quatro homi sum dipincti ne la rota
== Poesia occitana ==
Il solo componimento in lingua occitana di Paolo è un sonetto di nessun valore artistico, ma di interesse storico. È stato con sicurezza datato al 1284 ed è conservato soltanto in un manoscritto trobadorico ''P'', un [[canzoniere]] italiano del 1310, ora XLI.42 nella [[Biblioteca Laurenziana]] di [[Firenze]].<ref name=bertoni119/> Esso inizia con il verso ''Valenz Senher, rei dels Aragones'' ed è dedicata a [[Pietro III d'Aragona]]. Paolo probabilmente non ci ha lasciato nessun altro componimento occitano, ma la poesia è storicamente interessante per le sue informazioni in merito alla considerazione che gli italiani del settentrione avevano della [[Vespri siciliani|guerra dei vespri siciliani]], il conflitto tra [[angioini]] e [[Casa di Barcellona|aragonesi]] per accaparrarsi la [[Regno di Sicilia|Sicilia]].<ref name=bertoni119/> A quel tempo, Pietro III e la causa aragonese era popolare nell'Italia settentrionale e il sonetto di Paolo è una celebrazione della sua vittoria sugli angioini e i [[capetingi]] della [[crociata aragonese]]:
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Diverse ''[[cobla]]s'' anonime, che appaiono verso la fine del MS ''P'', sono state attribuite a Paolo dagli autori del XIX secolo. Una ''cobla'', ''Mand qe iur e non periur'' era indirizzata ''al iuge de Galur'', vale a dire al [[giudice di Gallura]], allora [[Nino Visconti]].<ref name=bertoni120>Bertoni, 120.</ref> Anche la ''cobla'' successiva nel canzoniere è indirizzata a Nino, ma non è stata assegnata a Paolo da nessuno studioso. L'altra ''cobla'' anonima talvolta ascritta a Paolo è indirizzata al "[[Guy de Montfort|Conte di Montfort]]".<ref name=bertoni120/> L'autore anonimo di entrambe queste ''coblas'' si auto-definisce [[menestrello|joglar]].
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Bertoni|nome=Giulio|titolo=I Trovatori d'Italia: Biografie, testi, tradizioni, note|città=Roma|editore=Società Multigrafica Editrice Somu|anno=1915}}
* {{It}} Kleinhenz, Christopher. [http://links.jstor.org/sici?sici=0021-3020%28197222%2949%3A2%3C187%3ATIDOPL%3E2.0.CO%3B2-J "The Interrupted Dream of Paolo Lanfranchi da Pistoia."] ''Italica'', '''49''':2 (estate 1972), pp. 187–201.
== Voci correlate ==
* [[Lista di trovatori e trobairitz]]
{{trovatori italiani}}
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