Storie della fondazione di Roma: differenze tra le versioni

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[[File:Bologna-Palazzo-Magnani.jpg|left|thumb|[[Palazzo Magnani]], Bologna]]
Il fregio fu commissionato ai Carracci da Lorenzo Magnani per celebrare, secondo un'ipotesi ampiamente condivisa, la sua nomina a membro del [[Famiglie senatorie bolognesi|Senato bolognese]]<ref name= Brogi >Alessandro Brogi, in ''Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007'', Milano, 2006, p. 182.</ref>. I [[Magnani]] erano una ricca e nobile famiglia felsinea, le cui fortune si erano affievolite tempo prima con la cacciata dei [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]] da Bologna, cui essi erano legati<ref name= Drogin > David J. Drogin, in ''The Court Cities of Northern Italy'' (a cura di Charles M. Rosenberg), Cambridge, 2003, p. 196.</ref>.
 
La casata si impegnò, quindi, in un'opera di risalita sociale e politica legandosi al potere pontificio, azione che ebbe pieno successo e che fu consacrata, per l'appunto, con il conferimento, nel 1590, del seggio senatorio a Lorenzo Magnani, nonostante le forti resistenze del vecchio ceto magnatizio bolognese<ref> L’aristocrazia bolognese che in quel momento esprimeva i membri del Senato cittadino si oppose con veemenza all’ingresso di Lorenzo Magnani nel consesso, al punto che Sisto V, irritato per questo ostruzionismo, fece arrestare e rinchiudere nelle [[carceri di Tor di Nona]], a Roma, gli oppositori bolognesi più restii ad accettare questa sua decisione.</ref>.
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Lo stesso Palazzo Magnani, nel cui salone principale si trova il fregio dei Carracci, testimonia il nuovo splendore raggiunto dalla famiglia. Progettato da [[Domenico Tibaldi]], fratello del più noto [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrino]], Palazzo Magnani, infatti - i cui lavori vennero avviati nel 1577 - è una delle dimore signorili più grandi e sontuose del centro di Bologna<ref>Sul Palazzo, cfr. Sergio Bettini, ''Palazzo Magnani: il testamento architettonico di Domenico Tibaldi'', in ''Palazzo Magnani in Bologna'', Milano, 2009.</ref>.
 
Il conferimento di questa prestigiosa commissione ai Carracci è significativo indice dell'ascesa dei cugini all'interno del panorama artistico bolognese<ref name= Brogi />. Se all'incirca negli stessi anni di avvio della costruzione del palazzo, i Magnani, per la decorazione della loro cappella familiare nella [[basilica di San Giacomo Maggiore]], si erano rivolti ad un esponente della ''vecchia guardia'' manierista cittadina quale [[Orazio Samacchini]], per il fregio del salone, commissione per loro ancor più importante, non si avvalsero di maestri della stessa generazione del Samacchini, ancora attivi a Bologna, ma si affidarono ai ''nuovi'' Carracci.
 
La critica maggioritaria ritiene che il ''regista'' dell'impresa decorativa sia stato Annibale Carracci che in quegli anni, benché il più giovane del terzetto, si era già imposto come artista più dotato di suo fratello e suo cugino, pur pittori di gran valore a loro volta.