Valerian Andreevič Osinskij: differenze tra le versioni

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A undici o dodici anni, Valerian sentì dire che a casa di un vicino avevano fatto irruzione i banditi. Non visto e senza pensarci, prese il fucile del padre e si lanciò in aiuto dello sventurato.<ref>Stepniak-S. M. Kravčinskij, ''La Russia sotterranea'', op. cit., p. 84.</ref> Per fortuna la voce era falsa, ma il gesto rivela l'indole del futuro «guerriero».<ref>''Ibid'', p.106.</ref>
 
Valerian provò di possedere un raro coraggio anche nel rapporto che ebbe col padre. Dovette spesso intervenireintercedere in difesa dei fratelli e sorelle dalle angherie del genitore, e nel corso di queste diededando prova, lui che soffriva di un'«eccitazione quasi nervosa», di saper con pazienza e dolcezza toccare il cuore del padre e indurlo a cambiare il suo atteggiamento verso i congiunti. Un episodio può illustrare l'ascendente che Valerian riuscì ad avere su Andrej Osinski, in fondo una brava persona che s'era smarrita. Da anni l'ex maggiore-generale era in aperta ostilità con un vecchio vicino, ormai abbandonato a sé stesso e ridotto in miseria, e quando Valerian apprese che era in fin di vita, prese medicine e tutto l'occorrente utile e si recò dall'agonizzante, che accudì come meglio poteva finché non morì. Poi Valerian tornò a casa, sinceramente persuaso che suo padre si sarebbe infuriato non soltanto per il fatto di essere stato via qualche giorno, ma soprattutto perché aveva prestato soccorso a un nemico di famiglia. E invece l'uomo, colpito dall'atto caritatevole del figlio, lo ringraziò per la sua bontà.<ref>''Note biografiche su Valerian Osinskij'', in «Narodnaja volija», cit.</ref>
 
Verso i quattordici anni, Osinskij poté frequentare la biblioteca di un giudice istruttore residente nel suo stesso villaggio e scoprire gli scritti di [[Nikolaj Aleksandrovič Dobroljubov|Dobroljubov]], [[Nikolaj Gavrilovič Černyševskij|Černyševskij]], [[Dimitrij Ivanovič Pisarev|Pisarev]] e [[Ivan Sergeevič Turgenev|Turgenev]], che lo indussero a riflettere sui doveri dell'uomo verso la società e il popolo. Di conseguenza si fece in lui più acuto il desiderio di ricevere un'istruzione appropriata, cosa impossibile da concretizzarsi a Krasnosel'e, nella proprietà del padre, le cui condizioni di salute erano frattanto peggiorate. Pavel Andreevič si assunse il compito di dare al fratello minore l'educazione di cui sentiva il bisogno e lo iscrisse al liceo di Taganrog. All'età di diciannove anni, Valerian diede l'esame finale, ma non avendo superato la prova nelle lingue classiche, ricevette un certificato incompleto che gli consentiva di accedere solo a un istituto tecnico, e non all'università, com'era nelle sue intenzioni.