Francesco Caracciolo (santo): differenze tra le versioni

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Poiché nella compagnia dei Bianchi operava anche un suo omonimo, gli fu recapitata erroneamente una lettera di [[Giovanni Agostino Adorno]] e [[Fabrizio Caracciolo (abate)|Fabrizio Caracciolo]] contenente l'invito a unirsi a loro per dare inizio a una nuova congregazione religiosa: lo scambio di persona venne ritenuto un segno della Provvidenza e Ascanio venne comunque ammesso nel numero dei futuri fondatori dell'istituto.<ref name=dip/>
 
I tre si ritirarono nell'[[collina dei Camaldoli|eremo dei Camaldoli]] di San Salvatore di Napoli, dove stesero la regola della futura congregazione dei [[Chierici Regolari Minori]], poi i due Caracciolo si recarono a [[Roma]], dove [[papa Sisto V]] concesse loro la sua approvazione con la [[bolla papale|bolla]] ''Sacrae religionis'' del [[1º luglio]] [[1588]]: ciò che maggiormente caratterizzava la regola era la scelta da parte dei suoi membri di non ambire a dignità ecclesiastiche, sia all'interno dell'ordine che nella Chiesa (nel [[1592]] [[papa Clemente VIII]] concesse ai religiosi di assumere tale impegno medintemediante un quarto [[voto (religione)|voto]]).<ref>G. La Rosa, DIP, vol. II (1975), coll. 925-927.</ref>
 
Il [[9 aprile]] [[1589]] Ascanio emise la sua solenne professione dei voti nella cappella della compagnia dei Bianchi e assunse il nome religioso di [[Francesco (nome)|Francesco]]. Morto l'Adorno, che fino ad allora era stato la guida del gruppo, Francesco Caracciolo venne eletto [[moderatore supremo|superiore generale]] dell'ordine: Francesco diede un notevole impulso alla diffusione dei suoi religiosi sia in Italia (ottenne delle chiese a Roma) che all'estero (nel [[1594]] fondò le prime case [[Spagna]]).<ref name=bss>G. Coniglio, BSS, vol. V (1965), col. 1199.</ref>