In partibus infidelium: differenze tra le versioni

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'''''In partibus infidelium''''' ("nelle terre dei non credenti") è un'espressione [[lingua latina|latina]] appartenente al linguaggio della [[Chiesa cattolica]].
 
All'origine dell'espressione sta la circostanza che i vescovi che lasciavano o erano costretti a lasciare la propria sede di fronte all'arrivoalla diconquista popolazioni non cattolichemusulmana venivano accolti da altre [[diocesi]] ma essi conservavano lo stesso il titolo che avevano in quella d'origine. Erano quindi vescovi ma di diocesi ormai ''in partibus infidelium''.
 
Con la conversione delle relative popolazioni all'islam, tali diocesi sono rimaste private di fedeli cattolici.
Nella prassi attuale della [[Chiesa cattolica]] ogni vescovo non è tale al fine di avere un titolo, ma in quanto è pastore di una [[diocesi]].
 
Nella prassi della [[Chiesa cattolica]] ad ogni vescovo deve essere assegnata una diocesi. Le sedi ''in partibus infidelium'' si assegnavano a vescovi che non erano i pastori diretti di una diocesi normale, ma erano invece:
In forza di tale prassi esistono vescovi che nella realtà non sono i pastori diretti di una diocesi. A tali vescovi si attribuisce quindi un [[titolo episcopale]], cioè una "diocesi fittizia", detta [[sede titolare]] che può essere:
* i [[Vescovo ausiliare|vescovi ausiliari]] di una diocesi normale; oppure
* scomparsa perché le relative popolazioni si sono staccate dalla Chiesa di [[Roma]] o si sono convertite ad altra religione;
* vescovi responsabili di territori di missione costituiti non ancora in diocesi ma invece in [[vicariato apostolico|vicariati apostolici] o [[esarcato apostolico|esarcati apostolici]; oppure
* non più esistente perché soppressa ed oggi compresa in altra diocesi.
* [[amministratore apostolico|amministratori apostolici]] insigniti del carattere episcopale ma non contemporaneamente vescovi di diocesi normali; oppure
 
* vescovi che svolgevano un'attività specializzati quali i [[nunzio apostolico|nunzi apostolici]] e i funzionari della [[Curia Romana]].
Di fatto ricevono titoli episcopali ''in partibus infidelium'':
* i [[Vescovo ausiliare|vescovi ausiliari]]
* i vescovi in territori di missione non ancora costituiti in diocesi
* tutti quei vescovi che non hanno ricevuto la cura pastorale di una porzione del [[popolo di Dio]] (ad esempio quelli che lavorano in [[Curia Romana|Vaticano]]).
 
Un esempio interessante di vescovo ''in partibus infidelium'' fu quello di [[Diocesi di Betlemme|Betlemme]]. Nel 1168 il crociato Guglielmo IV, [[conte di Nevers]] aveva promesso al vescovo di Betlemme che se la città fosse caduta in mano musulmana, l'avrebbe accolto, lui stesso o i suoi successori, nella cittadina di [[Clamecy (Nièvre)|Clamency]], in [[Borgogna]]. Dopo la presa di Betlemme da parte di Saladino, la volontà del defunto conte fu rispettata e nel 1223 il vescovo di Betlemme si insediò a Clamency. Clamency rimase sede permanente del vescovo ''in partibus infidelium'' per circa 600 anni, fino alla [[Rivoluzione francese]] nel 1789<ref>L. de Sivry, ''Dictionnaire de Géographie Ecclesiastique'', pagina 375, edizione del 1852. Archivi ecclesiastici delle lettere inviate dai vescovi ''in partibus infidelium'' di Betlemme ai vescovi di Auxerre.</ref>.
 
Con la lettera apostolica ''In suprema'' del 10 giugno 1882, il papa [[Leone XIII]] abbandonò l'espressione "vescovo ''in partibus infidelium''", sostituendola con "[[vescovo titolare]]", il termine attualmente adoperato.
 
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{en}} [http://www.newadvent.org/cathen/08025a.htm PerAuguste unaBoudinhon, storia"In Partibus Infidelium", in dell'espressione]'Catholic Encyclopedia'' (New York 1910}}
 
{{catholic encyclopedia|In Partibus Infidelium}}
{{Portale|Cattolicesimo|lingua latina}}