Max Scheler: differenze tra le versioni

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===Le nuove interpretazioni dell'antropologia filosofica===
 
Negli ultimi anni sono emerse alcune nuove interpretazioni dell'antropologia filosofica di Scheler oltre il consueto orizzonte dell'opposizione dualistica fra vita e spirito. J. Fischer, noto studioso di Plesser, in un poderoso volume ha messo in evidenza la necessità di superare il doppio pregiudizio interpretativo finora dominante sia nei confronti di Scheler (il dualismo fra spirito e vita) sia nei confronti di Gehlen (il riduttivismo naturalista) come presupposto per una rivalutazione complessiva dell'antropologia filosofica, che nel corso del XX secolo avrebbe ottenuto una legittimazione come sapere scientifico alternativo alla metafisica e al riduttivismo naturalista. L'antropologia filosofica in questo modo, da sottodisciplina filosofica, diventa una filosofia all'altezza dei tempi che, superando le premesse metafisiche, viene pienamente riconosciuta come scienza sociale non riduttivistica.<ref>J. Fischer, ''Philosophische Anthropologie'', Freiburg/München 2008</ref>. G. Cusinato parte invece dalla constatazione che l'antropologia filosofica, nelle originarie intenzioni di Scheler, mantiene la pretesa di promuovere un rinnovamento interno alla filosofia stessa: non punta a rendere "scientifica" la filosofia, ma mira a ritornare al significato originario della filosofia come formazione (Bildung) maieutica. La legittimazione della filosofia viene cercata attraverso una reinterpretazionecritica dellaalla filosofia accademica e una sua reinterpretazione come esercizio di trasformazione (''Umbildung'') del centro personale nel suo posizionarsi nel cosmo (''Weltoffenheit''). In tal modo si apre una convergenza ideale fra l'antropologia filosofica della ''Bildung'' di Scheler e la filosofia come esercizio spirituale di [[Pierre Hadot]]. In questa ottica una particolare rilevanza assume l'interpretazione della riduzione fenomenologica come ''cura sui non solipsistica'', nel senso di un esercizio di autotrascendimento (presa di distanza critica dal sé abitudinario) e trasformazione (''Umbildung'') dell'individuo e della società<ref name="ReferenceA" />. Al centro dell'antropologia filosofica di Scheler non ci sarebbe quindi la coppia metafisica ''Geist''-''Drang'', ma piuttosto il concretol'empirico processo di formazione della persona, intesa come totalità"Totalità incompiuta". La proposta è quella di passare da un'antropologia filosofica focalizzata unicamente sullo spirito (''Geist'') a un'antropologia filosofica della formazione (''Bildung'')<ref>G. Cusinato, ''La Totalità incompiuta'', Milano 2008. In questo senso si è mossa anche l'iniziativa editoriale che ha portato in Italia alla traduzione degli scritti di Scheler raccolti in: ''Formare l'uomo'', e del saggio ''Modelli e capi'', che quindi andrebbero letti, assieme a ''La posizione dell'uomo nel cosmo'', come testi fondamentali dell'antropologia filosofica.</ref>.
 
==Opere==