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Dopo gli studi all'Istituto tecnico a Modena, dove aveva scelto il corso di [[agronomia]] ed [[agrimensura]], si laureò in [[agraria]] a [[Milano]] nel [[1878]]. Vinse una borsa di studio di perfezionamento all'estero, che gli permise di seguire la rinomata Scuola di frutticoltura ed orticoltura (''Institut national agronomique'') di [[Versailles]] e, l'anno seguente, la Scuola nazionale di viticoltura (''École nationale d'Agriculture'') a [[Montpellier]], nella zona vinicola del sud della Francia, dove insegnavano due celebri viticultori francesi, i professori [[Pierre Viala]] e [[Gustave Foëx]]. Si diede quindi alla [[viticultura]] a partire dal [[1880]].
Per salvare i vigneti italiani dalla [[
Del suo lavoro scientifico e pratico restano testi pubblicati negli ''Annali della regia scuola di viticoltura di Alba'' (1889-1891)<ref>Ricorda di quegli anni la ''Gazzetta d'Alba'' (numero 26, di sabato 30 giugno 1883): ''«L’egregio prof. Cavazza, che con tanto studio e impegno dirige la scuola di viticoltura, dietro invito dell’Associazione agricola delle Langhe, teneva in [[Cortemilia]] una conferenza sulla filossera avanti ad un numeroso uditorio. Il prof. Cavazza espose con stile ed eleganza e con modo chiaro e semplice l’origine e le diverse fasi della filossera, indicò i mezzi di curarla, propugnando in ispecial modo l’impianto di viti americane. Finita la conferenza, a mezzo di lanterna americana a proiezione (di Benevolo), fece osservare a tutti gli accorsi le diverse fasi della filossera molto notevolmente ingrandite».''</ref>.
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