Corriere della Sera: differenze tra le versioni

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Ho cambiato la descrizione del giornalista Borelli, lodato come anti-fascista che , come indicato nella nota che ho allegato, era invece uno dei più grandi esponenti della stampa di regime
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Ad Ojetti seguì la debole direzione di [[Maffio Maffii]], durante la quale iniziò la [[fascismo|fascistizzazione]] del quotidiano milanese. Sotto l'imposizione del regime, il ''Corriere'' si conformò alle esigenze della dittatura: uso tassativo dell’agenzia ufficiale [[Agenzia Stefani|Stefani]] e delle disposizioni di [[Achille Starace]], il vice segretario del [[Partito Nazionale Fascista]]. Nel [[1928]] venne assunto il ventiduenne [[Dino Buzzati]]. Fece una lunga carriera al ''Corriere'' e nei settimanali del gruppo.
 
Alla fine del [[1928]] sbarcò a via Solferino un vero giornalista, [[Aldo Borelli]], proveniente dalla direzione de ''[[La Nazione]]'' di Firenze. Borelli, abilmenteseguì le direttive governative con particolare zelo, riuscìinvitando adredattori arginaree l'ingerenzacollaboratori del fascismogiornale sula scrivere articoli razzisti e antisemiti. Un altro emblematico esempio dell''Corriere'':atteggiamento lasciòantiebraico di Borelli è dato dalla censura che adimpose occuparsialle dellanotizie politicarelative fossealle lapersecuzioni redazioneinflitte romana,dai chenazisti ricevevaagli ebrei e pubblicavaai lepolacchi.<ref>{{Cita [[velinalibro|autore (giornalismo)= Pierluigi Allotti|veline]]titolo del= Giornalisti di regime. La stampa Italiana tra Fascismo e Antifascismo. (1922-1948)|anno = 2012|editore = Brossura|città = }}</ref> Confermò il capo redattore [[Oreste Rizzini]] e si concentrò sulla pagina culturale. Continuarono a collaborarvi le grandi firme dei tempi di Albertini: Bontempelli, Borgese, Croce, D'Annunzio, Ada Negri, Pirandello, Simoni e Pastonchi. Ad essi si aggiunsero: [[Corrado Alvaro]], [[Silvio D'Amico]], [[Giovanni Gentile]], [[Arnaldo Fraccaroli]], [[Giovanni Papini]] e [[Attilio Momigliano]]. Consulente di Borelli per le pagine culturali fu il critico [[Pietro Pancrazi]].
 
Nel [[1929]] il ''Corriere'' cominciò a pubblicare anche recensioni cinematografiche<ref>Orio Vergani, andò a vedere il primo film parlato.</ref>. La novità fu accolta inizialmente con sorpresa, poiché il cinema era ritenuto un argomento «non serio», ma i brillanti articoli di [[Filippo Sacchi]] fecero ricredere anche i più diffidenti. Nel [[1934]] il ''Corriere'' si dotò di una nuova [[rotativa]] Hoe<ref>Resterà in uso, con gli ammodernamenti, fino al 1991.</ref>. Nello stesso anno cominciò a produrre in proprio le fotografie da pubblicare sul giornale<ref>Dal 1935 si utilizzarono anche le [[telefoto]].</ref>. Nel [[1935]] anche Borelli, come Ojetti pochi anni prima, decise un aumento delle colonne della pagina, che passarono da 7 a 8. Alcuni numeri dell'azienda-Corriere: nel 1935 lavoravano per il giornale (e i suoi periodici illustrati) quasi 1&nbsp;5001500 persone, fra redattori, collaboratori, tipografi, impiegati<ref name="francoabruzzo.it">{{cita web
|autore= Sandro Rizzi
|url= http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5979