Spedizione ateniese in Sicilia: differenze tra le versioni
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[[File:ECLISSI03032007.jpg|thumb|upright=1.6|left|Le fasi di un'eclisse di Luna. Dopo aver osservato il fenomeno, Nicia si lasciò influenzare da timori superstiziosi, commettendo di fatto il grave errore di rinviare il ritiro delle truppe verso Catania.]]
Poi, però, Nicia decise, a causa delle sempre più forti difficoltà di rifornimento, di disporre la ritirata proprio quando, il 27 agosto del [[413 a.C.]] alle 10 di sera circa,<ref name=Fre325/> si verificò un'[[eclissi di luna]] che suscitò il panico tra le truppe. Nicia, che aveva ritenuto l'eclissi come segno premonitore di eventi infausti, ascoltando il consiglio dei suoi indovini, in particolare forse di Stilbides,<ref>{{cita|Luciano Canfora, 1987|''Introduzione'', p. 63}}.</ref> decise di proseguire la ritirata verso Catania dopo la pausa decretata dagli indovini,<ref group="Nota">Resta un dubbio su cosa effettivamente decretarono gli indovini. Le fonti principali (Tucidide e Plutarco) divergono: il primo (VII, 50) scrive che gli indovini prescrissero di aspettare «tre volte nove giorni», mentre Plutarco (''Nicia'', 23) scrive che gli indovini ne prescrissero tre, ma Nicia si impuntò affinché ne si aspettassero ventisette. Altri come Diodoro (XIII, 12) menzionano sempre, forse sulla scia di [[Filisto]], i tre giorni e la seguente decisione procrastinatrice di Nicia. Una semplice soluzione può essere quella proposta da Grote (''op. cit.'', VII, p. 433) che considera vera la versione di Tucidide, dato che Nicia non
Sarebbe un errore considerare il fenomeno dell'eclissi come sconosciuto per i Greci, anzi essi erano a conoscenza della sua periodicità di trenta o ventinove giorni e pure della sua origine: l'eclissi era infatti determinata dal moto della luna. Ciò che destava stupore e meraviglia per gli antichi non è la manifestazione del fenomeno, come già detto, quanto il mistero che sta alla base della repentina perdita di luminosità della luna piena.<ref name=Plu23/> È da ricordare che gli antichi avevano una conoscenza limitata dell'astronomia e dei meccanismi che regolano il moto dei pianeti, oltretutto le rappresentazione geocentrica della Terra non favoriva di certo la spiegazione dei fenomeni ma anzi lasciava adito a dubbi e interrogativi, spesso risolti nella confidenza con la divinità. L'eclissi di luna, coi mezzi a disposizione degli antichi, risultava «cosa non facile a capirsi e anzi era giudicata un fenomeno strano, un segno inviato dalla divinità a preannunciare eventi importanti».<ref name=Plu23>{{Cita|Plutarco|''Nicia'', 23|Plutarco}}.</ref> L'assunzione del sistema geocentrico rendeva appunto l'eclissi una «cosa non facile a capirsi», dato che proprio con questa rappresentazione era più semplice pensare che «la luna potesse frapporsi fra sole e terra che ammettere che la terra poteva frapporsi fra luna e sole», cosa che genera l'eclissi.<ref>{{cita|Luciano Canfora, 1987|p. 170 e nota 119}}.</ref>
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