Turritopsis: differenze tra le versioni
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'''''Turritopsis''''' <span style="font-variant: small-caps">[[John McCrady|McCrady]], [[1857]]</span> è un [[genere (tassonomia)|genere]] di [[Hydrozoa|idrozoi]] della [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] [[Oceaniidae]]<ref name=WoRMS>{{WoRMS | summ=117056| titolo=Turritopsis McCrady, 1857}}</ref> Nel genere ''Turritopsis'' si trovano gli unici [[animali]] conosciuti in grado di tornare completamente ad una fase [[Colonia (zoologia)|coloniale]] sessualmente immatura, dopo aver raggiunto la [[maturità sessuale]] come individui solitari<ref>{{en}}{{cita pubblicazione|autore=Giorgio Bavestrello|coautori=Christian Sommer, Michele Sarà|anno=1992|titolo=«Bi-directional conversion in Turritopsis nutricula (Hydrozoa)»|rivista=''Scientia Marina''|volume=56|numero=2-3|pagine=137-140|url=http://www.icm.csic.es/scimar/index.php/secId/6/IdArt/2594/|}}</ref><ref name=biologicalbulletin>{{cita pubblicazione |autore=S. Piraino |autore2=F. Boero |autore3=B. Aeschbach |autore4=V. Schmid |anno=1996 |titolo=Reversing the life cycle: medusae transforming into polyps and cell transdifferentiation in Turritopsis nutricula (Cnidaria, Hydrozoa) |rivista=Biological Bulletin |vol=190 |numero=3 |pp=302-312 |url=http://www.biolbull.org/cgi/content/abstract/190/3/302}}</ref>.
== Descrizione ==
Le colonie di idroidi sono dritte e con ramificazioni. Nelle meduse adulte, i tentacoli sono in numero elevato e distribuiti regolarmente attorno alla bocca, la quale ha 4 labbra ed è circondata da numerosi raggruppamenti circolari di [[nematocisti]]<ref>{{Cita|P. Schuchert|p.322.}}</ref>.
Gli esemplari più grossi di ''Turritopsis'' somigliano a quelli del genus [[Oceania (zoologia)|''Oceania'']]: entrambi hanno grandi cellule sul bordo dei canali radiali che poi formano un margine ai bordi del manubrio. Nelle ''Oceania'', i gruppi di nematocisti attorno alla bocca hanno un piccolo gambo, il quale è assente nelle ''Turritopsis''.
==Distribuzione e habitat==
Si ritiene che il genere ''Turritopsis'' sia originario del [[Oceano Pacifico|Pacifico]], ma si è diffuso in tutto il mondo attraverso migrazioni trans-artiche e si è distinto in numerose popolazioni che sono a volte difficili da identificare morfologicamente<ref name=systematics>{{cita pubblicazione|accesso=16 giugno 2015|lingua=en|autore=M. P. Miglietta|coautori=S. Piraino, S. Kubota, P. Schuchert|anno=2006|titolo=Species in the genus Turritopsis (Cnidaria, Hydrozoa): a molecular evaluation|rivista=Journal of Zoological Systematics and Evolutionary Research|volume=45|numero=1|pagine=11-19|url=http://www3.interscience.wiley.com/journal/118496897/abstract|abstract=X}}</ref>. Le distinzioni morfologiche e geografiche separano la ''T. dohrnii'', prettamente [[Mediterraneo|mediterranea]], dalle specie [[Oceano Atlantico|atlantiche]] ''T. nutricula'' (Atlantico occidentale e Caraibi) e ''T. polycirrha'' (Atlantico orientale) e pacifiche ''T. rubra'' (Nuova Zelanda e Tasmania) e ''T. pacifica''<ref name=systematics/><ref>{{cita pubblicazione|lingua = en|autore = P. Schuchert|anno = 2004|titolo = Revision of the European athecate hydroids and their medusae (Hydrozoa, Cnidaria): families Oceanidae and Pachycordylidae|rivista = Revue Suisse de Zoologie|volume = 111
Tuttavia, la distinzione in specie è stata verificata da uno studio di comparazione di sequenze di [[DNA mitocondriale]] nel 2006<ref name=systematics />. Questi animali sono presenti dalle zone temperate fino alle regioni tropicali, in tutti gli oceani<ref name=timesonline>{{cita news|autore=Lech Mintowt-Czyz|lingua=en|url=http://www.timesonline.co.uk/tol/news/science/article5594539.ece|titolo=Turritopsis nutricula: the world’s only “immortal” creature|pubblicazione=Times Online|giorno=26|mese=1|anno=2009}}</ref><ref name=telegraph>{{cita news|lingua = en |url=http://www.telegraph.co.uk/earth/wildlife/4357829/Immortal-jellyfish-swarming-across-the-world.html|titolo=“Immortal” jellyfish swarming across the world|pubblicazione=The Telegraph|giorno=27|mese=1|anno=2009}}</ref> Si crede che questi idrozoi si siano diffusi in tutto il mondo per mezzo delle navi che scaricano le acque di zavorra nei porti<ref name=timesonline/>.
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