Jacques Derrida: differenze tra le versioni
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Per lo stile di scrittura, particolarmente complesso ed ellittico, da più parti il suo pensiero è stato ritenuto più vicino a una forma letteraria che a una rigorosa elaborazione filosofica. Le reazioni dei critici più autorevoli sono spesso state riprese dallo stesso Derrida in opere successive e fatte oggetto di analisi.
In Italia il suo pensiero fu diffuso da [[Gianfranco Dalmasso]] professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’[[Università degli Studi di Bergamo]], oltre che da Maurizio Ferraris e Carlo Sini.
==Ontologia e Différance==
Nella riflessione ontologica, Derrida fonda la maggior parte dei suoi concetti più importanti. Estremizzando le istanze timidamente mosse da Heidegger sulla difficoltà dell'Essere, Derrida riconosce l'indefinibilità dell'identità dell'Essere giacché esso conserva in sé medesimo una differenza. Tale differenza, différance nel linguaggio derridiano, è il tratto costitutivo di ogni spazio dell'esistenza, tutto ciò che è, è sempre decentrato rispetto a se stesso e, pertanto, indicibile dal linguaggio. L'impotenza del linguaggio di fronte all'essere deve però confrontarsi con l'esistenza stessa di un linguaggio. Tale linguaggio, che si muove sulle tracce (trace) dell'Essere, rimanda dunque a qualcosa di originario, decentra in qualche modo l'originarietà fondativa della domanda sull'Essere. Non poggiando su una datità della parola, del Verbo, né tantomeno su fondatezze metafisiche, il linguaggio è per propria natura solo traccia, ovvero scrittura (écriture). L'origine del discorso è sempre l'archiscrittura, la scrittura del mondo, dei simboli, dell'antropologia; la presenza esomatica che sola e insufficientemente testimonia l'esistenza di alcunché nel mondo.
=== Il rapporto con la fenomenologia ===
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