Romano (esarca): differenze tra le versioni
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La lettera si rivelò però inutile: infatti i Franchi non ritornarono più sul campo di battaglia e i Longobardi, sotto la guida del loro nuovo re [[Agilulfo]], poterono riprendere l'offensiva.
===Contrasti con
[[File:Gregorythegreat.jpg|left|thumb|Papa Gregorio
Nel 591, il [[ducato di Spoleto|duca di Spoleto]], [[Ariulfo]], appena asceso al ducato, iniziò a condurre una politica espansionistica a danni dei Bizantini, conquistando le città del [[Corridoio Bizantino|corridoio umbro]] che collegava Roma con Ravenna e assediando la ''Città Eterna'' stessa, da cui si ritirò solo dopo aver estorto alla città assediata un tributo; nel frattempo anche Napoli era minacciata dai Longobardi di Benevento. [[Papa Gregorio
Nel [[592]] Romano, venuto a conoscenza che Papa Gregorio era in trattative con il ducato di Spoleto per una pace separata, si mosse per rompere le trattative, un po' perché non tollerava l'insubordinazione del Pontefice, che stava trattando con il nemico senza alcuna autorizzazione imperiale, un po' perché concludere la pace in quel momento avrebbe riconosciuto il corridoio umbro in mani longobarde, cosa che l'esarca non intendeva che accadesse. Nel luglio 592, quindi, l'esarca, partendo da Ravenna, raggiunse via mare Roma e dalla Città Eterna partì alla riconquista delle città del Corridoio umbro: dopo una breve campagna, riuscì a riconquistarle.<ref>Paolo Diacono, ''[[Historia Langobardorum]]'', IV, 8.</ref> Questa campagna, come previsto, ruppe le trattative di pace che Papa Gregorio aveva avviato con i Longobardi, provocando un ulteriore peggioramento dei rapporti con il pontefice, che si lamentò in seguito del comportamento dell'esarca, che aveva impedito che si giungesse a una tregua "senza alcun costo" con i Longobardi. La campagna di Romano non generò però solo lo sdegno del pontefice, ma anche la reazione di re [[Agilulfo]], che da Pavia marciò in direzione di Perugia, dove giustiziò il duca longobardo traditore Maurisione, reo di aver consegnato la città all'Impero, e poi assediò Roma, da cui si ritirò solo dopo che il Santo Padre gli pagò di tasca propria un tributo. Perugia comunque ritornò presto in mano imperiale, probabilmente nel 594.
Papa Gregorio Magno continuò ad insistere per una pace, cercando di convincere lo scolastico di Romano, Severo, a convincere l'esarca a firmare una tregua con i Longobardi,<ref>Papa Gregorio
I contrasti con
==Note==
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