Incursioni turche del Friuli: differenze tra le versioni
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Nel 1472, probabilmente tra il 21 e 24 settembre, ci fu un'altra incursione da parte dei Turchi che oltrepassarono l'Isonzo, schierati in 8.000 unità di cavalleria irregolare guidati dal signore della [[Bosnia]], Iskanderbeg Michaloghli (da non confondersi con il [[Giorgio Castriota Scanderbeg|Castriota]]), cristiano rinnegato di origini [[Genova|genovesi]] ([[Galata (Istanbul)|Galata]]). In questa quarta incursione i Turchi si spinsero sino alla villa di Cussignacco, alle porte di [[Udine]], e [[Monfalcone]]. Tra saccheggi, incendi e stupri ci furono ben 10.000 vittime e 2000 prigionieri, destinati o ad essere venduti al mercato di schiavi o a morire sgozzati a causa del loro ingombro per i Turchi quando si trattava di attraversare ponti e fiumi in piena. [[Repubblica di Venezia|Venezia]], che era impegnata nelle guerre contro l'Impero Ottomano, per ostacolare queste incursioni fece riparare e ricostruire alcune fortezze lungo l'Isonzo.
== Incursione del 1477 ==
Tra l'ottobre ed il novembre [[1477]] ci fu una delle più devastanti incursioni del Friuli e disfatte del popolo friulano. Il 29 ottobre, sempre il signore della Bosnia Iskanderbeg Michaloghli e 10.000 uomini posero i loro accampamenti nei pressi di [[Gorizia]], con il consenso del conte a patto che non avessero saccheggiato territori a lui appartenenti, anche oltre il [[Tagliamento]]. I turchi si divisero in più colonne per cogliere di sorpresa le truppe venete di [[Gradisca d'Isonzo|Gradisca]] disorientate, le quali cadranno in un'imboscata presso la piana del Preval. Non ci furono prigionieri, e chi non cadrà sul campo di battaglia sarà ucciso tra torture e pene, sebbene un piccolo gruppo riuscì a ritornare alla fortezza. Da questo momento in poi gli invasori furono liberi di scorrere per tutta la regione, seminando il terrore fra la popolazione, la quale si nascose in fortezze e castelli per sfuggire alla distruzione. Tra l'1 e il 3 novembre gli invasori saccheggiarono molti paesi nella zona tra i fiumi Torre e Tagliamento, benché non oltrepassarono quest'ultimo. Carichi di ricchezze e prigionieri si ritirarono sull'Isonzo, e 3000 di loro tornarono nel'[[Impero Ottomano]] con 4000 prigionieri. Dopo un paio di giorni, ove i turchi rimasero nascosti nei boschi nei pressi di [[Doberdò|Doberdò del Lago]], ripartirono per nuovi saccheggi e distruzioni oltre al Tagliamento e al [[Piave]], penetrando nel [[Provincia di Treviso|trevigiano]]. Tra le numerosi conseguenze di questa incursione, si ricordano la distruzione della chiesa di [[San Quirino (Italia)|San Quirino]] e la distruzione totale di molteplici paesi, alcuni mai più ricostruiti come San V. Questi fatti sanciranno per sempre nell'immaginario collettivo il ricordo della ferocia di invasori senza pietà, tanto che ancora oggi nella Parrocchiale di [[Tricesimo]] è presente una lapide che attesta quanto accaduto in questa devastante incursione.
== Incursioni del 1478 e 1479 ==
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