Annibale Bugnini: differenze tra le versioni

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Dopo l'approvazione ad opera dell'assemblea conciliare della riforma liturgica con la costituzione ''Sacrosanctum concilium'' Bugnini fu, dal [[1964]], segretario della Commissione liturgica istituita da [[papa Paolo VI]] che doveva applicare e precisare la riforma medesima (commissione presieduta nell'ordine dai cardinali [[Giacomo Lercaro]] fino al [[1968]], [[Benno Walter Gut]] fino alla sua morte nel [[1969]] e [[Arturo Tabera Araoz]] fino al [[1973]]).
Dal [[1969]] al [[1975]] egli fu altresì segretario della congregazioneCongregazione per lail [[messa]]Culto Divino, finché questa fu riunita con la Congregazione dei sacramenti nella [[Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti]].
In tali vesti Bugnini – un vero ''manager'' molto attivo e applicato nel proprio lavoro - fu quindi uno dei principali promotori della [[riforma liturgica]]. Egli fu sostenuto dal [[papa|Pontefice]] in quest'attività fino al [[1975]], malgrado le forti opposizioni e i pesanti attacchi personali nei suoi confronti. Alcuni settori cattolici lo accusarono di essere un [[massoneria|massone]] e di volere distruggere la [[Chiesa]] con la sua riforma. A titolo esemplificativo, ne parlava pure Tito Casini nel suo libello "''Nel Fumo di Satana - Verso l'ultimo scontro''" (Carro di San Giovanni, Firenze, 1976, p.150). Tali accuse – considerate, in certi ambienti, destituite di ogni fondamento - furono così gravi da spingere lo stesso ''[[L'Osservatore Romano|Osservatore Romano]]'' a una smentita il 10 ottobre [[1976]].